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Frank

/ 20147.1195 voti

Strano, ma interessante / 19 Settembre 2016 in Frank

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Devo essere sincero, il film mi è piaciuto, ma non sono ancora certo di quello che ho visto, o meglio, non ne sono più sicuro dopo aver letto varie recensioni in giro per la rete!
Io, molto semplicemente, ho visto la storia di un ragazzo, Jon (Domhnall Gleeson), deciso a voler scrivere musica (ma non ne è capace), che per una pura casualità si ritrova ad essere il tastierista di una band “strampalata”. La band è composta da alcuni personaggi le cui vite girano attorno a quella del loro leader, Frank (un grande Michael Fassbender). Frank è l’anima del gruppo, il talentuoso compositore, ma Frank ha chiaramente un problema, indossa una maschera di cartapesta, sul palco e fuori (anche sotto la doccia). Jon vede in lui il mezzo per raggiungere il successo (non è chiaro da subito) e cerca di farselo amico. Gli altri componenti del gruppo, in particolare Clara (Maggie Gyllenhaal), capiscono l’intento di Jon e cercano di dissuaderlo, di allontanarlo da Frank; al gruppo non interessa il successo, ma solo il loro strano rapporto con Frank, che tra l’altro non hanno mai visto in faccia. Jon in qualche modo riesce nel suo intento, perché in fondo Frank è un debole, si lascia incantare dal successo, dal numero dei possibili spettatori. Solo alla fine Jon si rende conto che non può e non deve stravolgere il mondo di Frank; non può rompere quella bolla dentro la quale Frank riesce ad essere quello che forse non è o non riesce ad essere, perché nel mondo esterno gli mancherebbe la protezione di Clara e gli altri.
Pur con la maschera, Fassbender riesce a dare personalità e carattere al personaggio. Intensa la scena finale, quando il gruppo riconosce Frank.
Un film sicuramente strano, sicuramente aperto a varie interpretazioni.
Lo consiglierei? Non so, dopo averlo fatto vedere a mia moglie, mi ha costretto a guardare Belle e Sebastien, e relativo sequel 🙂

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L’invidia del disagio mentale / 16 Maggio 2015 in Frank

Tema attualissimo, anzi forse nato negli ultimi tempi, chissà. Ancora non documentato, o almeno… non ne ho mai sentito parlare… eppure è un fenomeno così diffuso. Quest’idea generalizzata che per essere interessanti si debba soffrire di una patologia mentale. Forse perché in parte la malattia ci fa sentire speciali e in parte è la scusa perfetta al nostro eventuale fallimento. Questo film porta in alto questa denuncia in maniera chiara e precisa. Eppure è divertente e assolutamente adorabile. Bel film, ci voleva! Non è un film evitabile, è un film che doveva esistere.

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Uno dei migliori film del XXI secolo / 2 Aprile 2015 in Frank

Frank è il leader carismatico di una band alternativa inglese, i Soronpfrbs (vado a memoria), e indossa una testona di cartapesta, in scena e fuori. Nella sua band di disturbati mentali si imbatte un giorno un aspirante cantautore, Jon, e insieme andranno a isolarsi in un rifugio in Irlanda.
Visto con colpevole ritardo, perché “ma sì, staranno sicuramente esagerando con i complimenti”, “see… uno dei migliori film del XXI secolo… come no…”, “vabbè, poi me lo scarico”, e altre blasfemie di sorta.
Frank è una disarmante critica contro l’inflazione artistica, il sogno che diventa realtà se solo ci credi, l’accettazione popolare e il divismo facile via internet. Riscopre la sofferenza nel talento e lo fa con l’ironia malinconica della clownerie. Particolarmente lodevole la parte musicale che non viene ridotta a pretesto ma è curata e originale, come poteva essere possibile solo grazie a autori geniali come Lenny Abrahamson, i suoi sceneggiatori, e il compositore Stephen Rennicks.

Grande musica originale, umorismo, critica sociale, attori formidabili in ruoli unici. Insomma, un cult. E uno dei migliori film del XXI secolo.

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La gabbia di matti (che in quanto tali, non permettono spiegazioni) / 4 Marzo 2015 in Frank

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Ho trovato il film tutto sommato scorrevole, ma non per questo esente da difetti. A mio parere, per dirla in breve, si è sprecato un piccolissimo potenziale.
Accettando il compromesso che il tono di questa pellicola è volutamente spinto verso il surreale, questo film a conti fatti da l’aria di essere un grosso giro a vuoto, oltre ad avere la “colpa” di presentare una discreta galleria di personaggi che purtroppo vengono “bruciati” facilmente e che invece avrebbero meritato una maggiore caratterizzazione, regalando sicuramente un riscontro più positivo.
Tutto ruota attorno alla figura di Frank e a quella di Jon. Eppure, nonostante siano le personalità principali del film, la loro resa è perlopiù abbozzata. Non viene detto perchè Frank porti sempre quella maschera in testa e gli autori si limitano a giustificarlo con un fastidiosissimo “è malato di mente, da sempre”. Il risultato è che la parte di Fassbender si limita al semplice compitino, composto solo da una serie di movenze e basta (si salva giusto la parte finale, in cui l’attore riesce ad essere perfino toccante al momento della riunione della band). Di Jon invece possiamo dire davvero poco: è un personaggio che cerca il successo, è convinto che possa essere testato tramite l’approvazione sui social network, dovrebbe rappresentare l’unico normale del gruppo in una gabbia di matti, ma gli altri sembrano spesso rovesciarli questo concetto addosso. Anche gli altri personaggi si trovano o ridotti a macchiette, come Clara e Don (una brava Maggie Gyllenhall, il cui unico scopo nella pellicola però sembra quello di essere perennemente inca***** con il protagonista) o ridotti al nulla (Nana e Baraque, mi stavo anche scordando i nomi e ho dovuto rivederli su Wikipedia).
Insomma, si tratta di un film che poteva lasciare qualcosa, ma che forse pretende troppo da sé stesso e finisce quindi col perdersi in un bicchiere d’acqua.

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Strano, ma bello… 7! / 26 Febbraio 2015 in Frank

Un film strano, senza dubbio. Parte così, in un modo quasi imbarazzante. Si colora man mano di personaggi e situazioni strane e modi di fare bizzarri eppure la storia di questa band ti prende. Poi, chi è Frank? Perchè ha quella testa di carta e non se la toglie mai? E il loro percorso, che oltre musicale sembra essere per un certo verso spirituale, porta avanti… Non so descrivervi altro, ma certo che questo film ha molte chiavi di lettura. Fassbender fantastico. Vedetelo, un bel 7.

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Deluso / 29 Dicembre 2014 in Frank

Mi aspettavo meglio.
Un viaggio nell’introspezione delle vite di giovani, e non, nel mondo della musica.
Tutti con problemi di vario genere, di capire chi sono e cosa vogliono.
Le paure, gli amori, le fobie…
Ma raccontato in modo non molto interessante (almeno per me…).
Tutto molto leggero, forse troppo.
Poi una cosa che odio è quando traducono le canzoni…
Ma perchè!!!!!
Orribile…
Come quando vengono tradotti i cartoni animati di un tempo. PERCHE’!!!!
MAH…
Si evita senza drammi…
Ad maiora!

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L’acustica delle emozioni. / 23 Novembre 2014 in Frank

Frank di Lenny Abrahamson è una vibrante allegoria sull’originalità e stravaganza di un artista dal volto di cartapesta.
Sebbene liberamente ispirato al personaggio del comico e musicista Chris Sievey, il film segue una strada diversa, ponendosi al di fuori del contesto originario.
In questo surreale itinerario le mete sono note suonate sotto le incombenze di miriadi di emozioni, e che si lasciano attraversare senza alcun bisogno di elaborarle, proprio per la loro delicata e genuina essenza. La stessa che traspare in Frank ( un formidabile Fassbender), ricalcando appieno la sua figura, all’apparenza priva di identità, in quanto celata da una maschera attraverso cui non può filtrare alcuna emozione. Ma proprio (come nel più perfetto dei paradossi) questa sua impenetrabile mimica facciale, riesce a veicolare più sensazioni di quanto un singolo volto, dotato di un paio d’occhi, una bocca e un naso, possa fare. E queste emergono sotto forma di musica, di melodie che scrutano anche gli animi imperturbabili delle cose ( come ad esempio il solitario ciuffo ), scalfendo quella barriera invisibile che vi è fra pelle e cuore.
Frank è un film dalla muta sensitivistica, in cui non si esorta a comprendere un certo stile di vita, ma soltanto ad accettarlo, anche se lontano da ogni classificazione.
Sicuramente tra i più ”orecchiabili” in circolazione.

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cincilla (senza accento) guy / 21 Novembre 2014 in Frank

A me piacciono i perdenti sia dentro che fuori dallo schermo e qui ci siamo in pieno, bei personaggi disturbati e ora mi è sorta la curiosità di tradurre i testi dei mogwai, sarà colpa di Frank? Su tutto la necessità di fare musica contrapposta all’ambizione della popolarità desiderata ma temuta!
Toccante il finale

17 Novembre 2014 in Frank

Come scriveva Karen Blixen nel 1934, “Non dal volto si conosce l’uomo, ma dalla maschera”. Così anche Frank si presenta davanti al suo pubblico, figura e film che attingono l’ispirazione da Frank Sidebottom, alter ego del musicista Chris Sievey, e dai cantautori Daniel Johnston e Captain Beefheart. Jon Ronson, che ha scritto la sceneggiatura insieme a Peter Straughan, faceva parte del gruppo di Sidebottom, e la trama, un adattamento dei suoi scritti, prende in seguito una piega maggiormente di “finzione”. Ma non è tanto questo ad essere decisivo in “Frank”, diretto da Lenny Abrahamson, quanto l’intento accattivante che la storia si prefigge: ragionare su quanto e come sia importante l’essere piuttosto che l’apparire “social”, e viceversa.

A questo proposito, concorre in ausilio il lavoro operato su Michael Fassbender, il quale non mostra il volto se non negli ultimi minuti del film, divenendo fulcro di un’instabilità mentale condizionata da sprazzi di potenziale genio. Frank trascina i suoi ragazzi secondo la propria volontà e la propria indole, portandoli in un turbinio di folle creatività sempre un po’ offuscata. In tutta questa confusione, solo l’energia e il coraggio del protagonista sembrano costituire una forza ordinatrice: quell’enorme maschera, invece di soffocarlo, fa sì che emergano e si sviluppino sia la sua essenza di artista che il suo talento “umano”, elementi che vengono a mancare nel momento in cui quella stessa maschera viene distrutta. Soltanto allora si scopre lo scheletro di quel brillante sfoggio di franchezze che vengono a sciogliersi: un volto fragile segnato da una solitudine oscura, la quale non può essere riempita nemmeno da migliaia di visualizzazioni, segno moderno del successo che prende il passo sulla “vecchia” visibilità dell’essere noti.

Tanta carne al fuoco che però viene gestita in maniera inadeguata, creando un’accozzaglia di fattori interessanti ma che non riescono a sprigionare tutto il loro potenziale. Nemmeno il lavoro di Michael Fassbender (il quale continua ad offrire il suo meglio soprattutto sotto l’ala di Steve McQueen) è in grado di sorprendere, in quanto l’attore tedesco regala un’interpretazione sommessamente dimenticabile. L’opera di Abrahamson viene quindi lasciata su una falda di mediocrità, che si poggia a malapena su traballanti tentativi di comicità agrodolce e su considerazioni filosofiche costruite malamente.

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