Recensione su Ogni cosa è illuminata

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10 Agosto 2012

Pur parlando di temi di grande importanza e, è una pellicola godibile, con aspetti umoristici ed a tratti commoventi che non vanno sottovalutati né passati sotto silenzio. Uno dei film più belli che parlano di Shoah, perché richiedono allo spettatore un coinvolgimento attivo nella “rigida ricerca” di Jonathan, e non una semplice attività di testimonianza, come in Schindler’s list o nel Pianista, film pur sempre di grande rilevanza, nel loro genere, ci tengo a precisarlo. Secondo me, poi, la pellicola potrebbe dividersi in due parti, anche se non è presente una cesura netta. Nella prima parte si vede il contatto tra la sensibilità statunitense di Jonathan e la sensibilità di Alex (il quale ci tiene a precisare che non è etnicamente ucraino, bensì un russo di Odessa!!). Le differenze culturali portano a situazioni ricche di ironia e di umorismo. Poi, mentre il viaggio procede alla ricerca del passato del nonno di Jonathan, si attua uno slittamento così graduale da essere pressocché impercettibile perché i due giovani si addentrano lentamente nel territorio della ricerca storica, fino a giungere ad una verità tanto terribile quanto incancellabile nella sua necessità di essere raccontata. In questo senso il protagonista, interpretato da Elija Wood, non sembra un personaggio ben definito, ma quasi uno strumento della memoria, non dotato di caratteristiche proprie. Parafrasando una frase del film, la verità non è a Trachimbrod per Jonathan, ma Jonathan è a Trachimbrod per la verità, proprio perché essa trascende dalla semplice umana necessità. per quanto alta possa essere. Un particolare a cui bisogna fare attenzione è la dialettica tra luce-oscurità ed il contrasto tra vista e cecità. Quest’ultima in realtà ha a che fare con la facoltà umana di guardare solo esteriormente, perché si tratta piuttosto della capacità di ricordare, di vedere con gli occhi del passato. Per questo il nonno di Alex dice di essere cieco, perché nega consapevolmente a se stesso questa possibilità, sperando di mantenere un avvenimento lacerante in una zona della sua mente in cui questo non sia in grado di nuocergli. Pura utopia. Allo stesso tempo, la mania di Jonathan di conservare gli indizi della sua esistenza con parossistica meticolosità è di per se insufficiente a ricostruire la memoria incompleta, senza una capacità interna di vedere e solo questa consapevolezza potrà permettergli di essere illuminato.

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