Madre!

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Madre!

La tranquilla vita di una coppia viene compromessa dalle inopportune ingerenze di alcuni ospiti.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: mother!
Attori principali: Jennifer Lawrence, Javier Bardem, Ed Harris, Michelle Pfeiffer, Brian Gleeson, Domhnall Gleeson, Jovan Adepo, Amanda Chiu, Patricia Summersett, Eric Davis, Raphael Grosz-Harvey, Emily Hampshire, Abraham Aronofsky, Luis Oliva, Stephanie Ng Wan, Chris Gartin, Stephen McHattie, Ambrosio De Luca, Gregg Bello, Arthur Holden, Henry Kwok, Alex Bisping, Koumba Ball, Robert Higden, Elizabeth Neale, Kristen Wiig, Scott Humphrey, Marcia Jean Kurtz, Anton Koval, Carolyn Fe, Anana Rydvald, Cristina Rosato, Pierre Simpson, Mylene Savoie, Gitz Crazyboy, Shaun O'Hagan, Sabrina Campilii, Stanley B. Herman, Mizinga Mwinga, Genti Bejko, Andreas Apergis, Julianne Jain, Julien Irwin Dupuy, Bronwen Mantel, Amanda Warren, Mason Franklin, Laurence Leboeuf, Sarah-Jeanne Labrosse, Xiao Sun, Melissa Toussaint, Fred Nguyen Khan, Danny MAlin, Adam Bernett, Bineyam Girma, Oliver Koomsatira, Mercedes Leggett, Alain Chanoine, Kimberly Laferriere, Deena Aziz, Izabela Dąbrowska, Hamza Haq, Vitali Makarov, Daniela Sandiford, Nathaly Thibault, Chloë Bellande, Nobuya Shimamoto, Mostra tutti

Regia: Darren Aronofsky
Sceneggiatura/Autore: Darren Aronofsky
Colonna sonora: Jóhann Jóhannsson
Fotografia: Matthew Libatique
Costumi: Danny Glicker, Erick Martinez
Produttore: Scott Franklin, Ari Handel, Mark Heyman, Josh Stern, Jeff G. Waxman
Produzione: Usa
Genere: Drammatico, Horror, Thriller
Durata: 121 minuti

Dove vedere in streaming Madre!

Non ho voglia neanche di commentare / 13 Maggio 2021 in Madre!

Né francamente mi pare ci sia da dire molto, a parte il fatto che questo è il solito caso di un film che parte della critica elogia e l’altra addita a opera d’arte con la “a” maiuscola , ma soprattutto uno di quei casi in cui chi non ama se ne dice disgustato e chiede all’altra parte “come diamine fa a piacerti, che facoltà critiche hai?” e gli altri “sei tu che non te ne intendi abbastanza per apprezzare il puro genio”.
Io mi accontento di trovarlo un chiaro caso di fuffa.
Sarò io che non sono un’esperta, per carità, ma ciò non toglie che non mi sia piaciuto (e non sono l’unica, quasi mi preoccupavo).

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E’ il mio cuore il paese più straziato / 24 Marzo 2020 in Madre!

La Donna per natura non riesce a non perdonare, a non dare Vita e a non dare Amore; privandone persino se stessa e donando fino all’ultimo briciolo tutto ciò che Le rimane nel cuore. Un cuore incapace di non amare. Sempre, comunque, nonostante tutto.

L’Uomo per natura non riesce a rinunciare a prendere, prendere, prendere dal corpo, dalla mente, dal cuore delle donne con cui si rapporta. In un infinito, immaturo, egoistico e vanitoso banchetto dove l’Io viene sempre prima di qualsiasi altra cosa e dove in definitiva di più non è mai abbastanza.

La Donna idealizza sempre l’Uomo che ha affianco. Ma è una battaglia contro i mulini a vento. E’ una causa persa. E’ cercare oro in un pezzo di legno. La natura ci racconta altro.

La Donna dà ricevendo poco o nulla in cambio, ma la sua felicità sta nel dare dopotutto.
L’uomo si nutre di questo senza andare oltre rimanendo dentro di sé eternamente bloccato nella fase dell’accudimento e dell’allattamento materno.

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M / 30 Luglio 2019 in Madre!

Allegoria religiosa (con sostrati di metafora artistica e politica, invero non esattamente sviscerati) tagliata con un’accetta che più spessa è difficile da immaginare.
Se la prima metà è tutto sommato un discreto film di tensione (al di là della nauseante mdp attaccata ai corpi), la seconda, ovvero dal momento in cui la parte simbolica diviene preponderante, è a dir poco insopportabile: una miriade di personaggi secondari fintissimi che rispondono all’esigenza allegorica ma che dimenticano di essere anche parte di una storia hic et nunc, un Bardem passivo o iperattivo alla bisogna (come il dio veterotestamentario, lo concedo, ma si poteva renderlo decisamente più credibile), Jennifer Lawrence che scopre di essere incinta a poche ore dall’amplesso (perché se lo sente), due lunghe scene praticamente identiche (il funerale prima, l’incontro coi fan poi, che ne è l’estrema e ridicola evoluzione) e soprattutto tanta tanta noia.
Fischiato a Venezia, deriso a Toronto, se ne capisce bene il motivo.

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Voto 8 / 2 Febbraio 2019 in Madre!

Una coppia, composta da marito (Javier Bardem) e moglie incinta (Jennifer Lawrence), vive in una grande casa isolata collocata in quella che parrebbe una campagna. Lei si occupa della ristrutturazione di questa, in attesa dell’arrivo del nuovo figlio, mentre lui, scrittore, lavora al suo prossimo libro. Tutto sembra procedere in modo tranquillo finché una bizzarra coppia di sconosciuti non fa il suo ingresso nelle vite dei due sposini.

Ho letto tantissimi pareri contrastanti a riguardo, ma io invece sono profondamente convinta che questo sia un film pazzesco, sconvolgente, disturbante e intenso. Sono passata dalla rabbia, alla confusione per arrivare al dolore e ad un finale stupore.
Lo spettatore si trova catapultato in un incubo delirante ed è spinto, fino alla fine, a dubitare di tutto quello che accade sullo schermo. Jennifer Lawrence è strepitosa ed è, secondo me, questa, fino ad ora, la sua migliore interpretazione. Il modo in cui esprime rabbia e sofferenza restano facilmente impressi tra mente e cuore. Io sono rimasta letteralmente senza parole.

Tutto si svolge all’interno di quella casa che i due stavano trasformando nel loro nido d’amore e che invece diventa, via via, un claustrofobico, affollato, inferno.
Il film, mi permetto di dire, è di impossibile interpretazione certa. Tutto scorre senza un perché, tutto è simbologico e spiazzante e a noi non resta che godere delle fortissime immagini e della bravura del cast.
“Mother!” non è solo un film, è un’esperienza indimenticabile e scioccante, è un’opera d’arte che, purtroppo, non tutti sono destinati ad amare. Ma d’altra parte tutti i film del regista sono intricati e, per un verso o un altro, sconvolgenti.

Per quanto concerne me, confermo il mio profondo amore per Aronofsky.

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Il racconto biblico dell’arte / 15 Gennaio 2019 in Madre!

Premessa: non amo particolarmente questo regista dal nome impronunciabile e inscrivibile mi sono piaciuti veramente tanto solo un paio i film, in più il suo ultimo lavoro era stato quella porcheria immonda di Noah: quindi non avevo grandi aspettative.
Invece è un bel film, un po’ pretenzioso ma efficace. Ha diviso molto il pubblico c’è chi grida al capolavoro e c’è chi lo ha odiato.
Il racconto è palesemente sia una rilettura della Bibbia (Partendo da Adamo ed Eva, Caino ed Abele e infine proprio Cristo , il bimbo mangiato) sia allegoria del percorso artistico con Jennifer Lawrence che rappresenta sia la terra, che la musa entrambe usate sfruttate fino al massimo e poi abbandonate. Ritengo che le metafore usate non siano così criptiche e nemmeno così originali, ma sicuramente interessanti
Aronofsky usa molta macchina a mano, specialmente all’inizio dove riprende soprattuto la Madre con soggettive poi sempre distorte. Il film è molto cupo e va dalla tragedia all’horror con un senso di ineluttabilità tipico della prima, infatti già dall’inizio sappiamo come andrà a finire. In questo mi ha riordato Melacholia del già Lars von Trier, dove nella prima inquadratura ti mostrava la fine del film, come a sottolineare l’impossibilità di cambiare il corso degli eventi.
Stessa cosa succede in questo film la madre (una ottima Jennifer Lawerence che di solito non mi piace) subisce il suo destino, pur cercando di combattere ne soccombe come la terra(rappresentata dalla casa) è in balia di un’umanità peccaminosa.
Questo film s’inscrive perfettamente nella filmografia del suo regista, che si manifesta come indagatore della psiche umana nei suoi lati più perversi, tortura quasi i suoi personaggi (Basti pensare al Cigno nero o a Requiem for a dream), indagano nelle zone più losche dell’umanità, la sua natura maligna dell’umo.
E’ sicuramente un regista interessante e in crescita, ecco la mia sensazione è sempre quella di voler essere sì distruttivo, si perverso ma di riuscirci fino ad un certo punto.
Qui l’intento gli è riuscito e ci sono delle scene davvero forti, come quella del bambino.
Tra le vari chiavi di lettera quella che ho trovato più interessante non è stata quella biblica ma quella dell’ispirazione artistica.
L’artista usa la sua musa, che può essere la sua vita stessa, e tutto è messo in funzione dell’arte, poi la sua stessa opera (rappresentata dal bimbo) viene data al pubblico e fagocitata da esso, come se non appartenesse più a nessuno. Forse anche per questo film è accaduta la stessa identica cosa.

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