Recensione su Chi-Raq

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Chi-Raq
Regia:

Spike Lee si è montato la testa / 11 Gennaio 2016 in Chi-Raq

Spike Lee si è montato la testa e è arrivato a credersi il messia degli afroamericani, al punto da convincersi di conoscere il modo di portare la pace nel mondo. Esagera, credendo di avere i titoli per esagerare. E ero quasi d’accordo con lui, finché non ho visto questo pasticcio imbarazzante. Con Chi-raq Spike Lee non riesce a portare il teatro al cinema né a adattarlo al linguaggio di strada e ai ritmi hip-hop, facendo rimpiangere Baz Luhrmann. L’ingenuità dell’indignazione per la violenza da arma da fuoco, da tempo fuori controllo negli Stati Uniti (e in particolare nelle periferie di Chicago), rimpiazza un impegno razionale nell’analisi del problema: la soluzione finale sarà che di punto in bianco ci saranno posti di lavoro per tutti, ospedali all’avanguardia e unicorni che vomitano biglietti da cento dollari in cambio di una carezza (ok, questi ultimi me li sono inventati, ma il tono è quello). Spike Lee si appella all’ironia per giustificare queste metafore, ma l’ironia non rientra nella sua poetica; in breve: non fa ridere, quindi non fa neanche riflettere.
La fotografia di Libatique e le intense interpretazioni di John Cusack e Jennifer Hudson non bastano a dare un senso al pasticcio. Abbiamo capito le intenzioni, ma indignarsi non basta. A indignarsi per la stupidità della mania americana per le armi siamo capaci da soli, specialmente noi che americani non siamo.

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