Recensione su Cannibal Holocaust

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10 Ottobre 2012

Troupe televisiva scomparsa in amazzonia durante un reportage avventuroso per conto di un’emittente televisiva viene ritrovata da un collega antropologo; questi, visionando il girato abbandonato sui cadaveri dei quattro, scopre che i cosiddetti civilizzati sono più abietti dei cosiddetti selvaggi. questo film poteva essere un gioiello dei B movie, l’idea di fondo era interessante e offriva più di uno spunto di riflessione (negli anni 70, almeno): la gratuità della violenza mostrata a tutti i costi in ambito televisivo, la logica del profitto che sovrasta e annulla anche il più piccolo barlume di etica, l’avidità che impera in ogni ambito della comunità e detta le leggi del comportamento del singolo. tutto molto nobile se non fosse che “cannibal holocaust” è il tipico esempio di bue che dà del cornuto all’asino e al croissant: eccettuati gli esseri umani (che come da tradizione di umano hanno ben poco) gli squartamenti e le violenze perpetrate negli animali sono autentiche: non è il massimo veder aprire una tartaruga come una scatoletta di tonno, nè affettare teste di scimmia manco fossero salami ungheresi. ogni tot di minuti passa anche la chiappa, la tetta o la passera d’ordinanza, andate pure a dormire tranquilli. per le signore passano anche sporadici merluzzi, tanto per non farci mancare nulla e per dare un po’ di pepe alla pietanza; oltretutto, da che mondo è mondo sesso e violenza vanno d’accordissimo e alla fin fine ma sì! si digerisce tutto. anche la faccia di merda di luca barbareschi (forse). nota di merito alla colonna sonora, eccezionalmente buona visto il genere.

11 commenti

  1. paolodelventosoest / 11 Ottobre 2012

    Ahah, però scusa… Ma – senza offesa eh? – COSA spinge una persona a guardarsi un film di questo tipo?
    O.o

  2. scimmiadigiada / 11 Ottobre 2012

    PAOLODELVENTOSOEST!! ^_^ ciao! ci si ritrova anche qui, dopo anobii! comunque, per rispondere alla tua domanda, trattasi del prestito di un collega di lavoro del fidanzato. già che si trovava in casa… (il film, dico)

  3. ed infatti il film va preso per quello che è: un b-movie, con tutti gli annessi e connessi; ciò non significa che debba essere deriso a priori o che non possa avere una sua dignità. cronenberg ha fatto b-movies (con tette cazzi e squartamenti) criptando contenuti filosofici; carpenter ne ha fatti altri parlando in realtà ora di politica ora di fisica quantistica. chi conosce un po’ il lavoro e il personaggio ruggero deodato, sa che è lontano mille miglia da una qualsiasi forma di moralismo. il tuo atteggiamento, scimmiadigiada, è caratteristico del miopismo borghese che, pensando di smascherare l’altro – il nemico, l’untore- smaschera solo se stesso. questo l’obiettivo di un film che, in realtà, racconta proprio ciò che tu hai schernito: la consapevolezza, etica o amorale, dell’uso di un linguaggio al di fuori di esso.

  4. paolodelventosoest / 12 Ottobre 2012

    mmmppfff scusa alfredo, ti ho già letto da qualche parte e so che mi beccherò come minimo l’accusa di babbuino in abito talare, ma tu credi davvero che uno splatter movie debba avere “dignità”? Ma quale filosofia criptata, i b-movies di questo genere sono esattamente come i porno, sono fatti per rispondere semplicemente agli istinti di un certo pubblico. Questi film non hanno nulla da dire, solo da mostrare; in letteratura farò ben più volentieri uno sforzo per comprendere certo Ballard, ma mi rifiuto di farlo per queste pellicole.

  5. scimmiadigiada / 12 Ottobre 2012

    concordo. e in ogni caso, ogni pretesa di filosofia criptata perde di dignità davanti allo squartamento di una bestia che ben poco aveva da filosofare con il pubblico. suona bigotto e ipocrita alle tue orecchie, così sia. a me suona ipocrita l’atteggiamento di un registra che sale in cattedra per bacchettare la società sugli eccessi di violenza nel cinema e nella televisione decidendo d’imboccare la scorciatoia della violenza vera, chè fa più figo e se ne parlerà a lungo. a questo punto, però, da spettatore esigo che il patto sia rispettato fino in fondo e mi squarti anche barbareschi, con tutte le conseguenze del caso. troppo comodo rifarsela sulla tartaruga, negli anni settanta e senza legislazione precisa in merito.

  6. laschizzacervelli / 12 Ottobre 2012

    per quello che può valere (io sono la prima a detestare la violenza sugli animali) Deodato ha più volte ribadito che gli animali uccisi durante le riprese sono serviti da pasto agli indios che facevano parte della troupe, per i quali cibarsi di tartarughe o di scimmie rientrava nella normalità, esattamente come uccidere un pollo o un coniglio per la nostra cultura; ciò non toglie che riprenderne la morte e inserirla nel film sia stato morboso e disturbante, ma queste sono caratteristiche tipiche del filone ‘mondo movies’, anzi direi che ne sono alla base: la gente correva al cinema per farsi disgustare da queste pellicole, per vedere le tette e il sangue (meglio se combinati) e questi erano film prodotti per incassare il più possibile, mica per smuovere le coscienze degli spettatori! Però, per tornare a quello che diceva Alfredo, credo che il sottotesto del film sia interessante e-soprattutto per l’epoca- innovativo, solo che è difficile notarlo quando ti si rivolta lo stomaco; per quanto riguarda Barbareschi, sono sicura che Deodato l’avrebbe lasciato nella giungla appeso per gli zebedei se solo avesse immaginato come si sarebbe sviluppata la sua ‘carriera’ 😉

  7. laschizzacervelli ha centrato in pieno il tema. l’atteggiamento di chi si rifiuta di comprendere qualcosa perché è più semplice metterlo all’indice (ed infatti il film è stato per anni bandito e solo in epoca recente è risorto a nuova vita grazie al prolificare del mercato home video- insomma per ragioni prettamente economiche. vedete il paradosso?) è un atteggiamento piccolo borghese.
    è comunque una tecnica narrativa vecchia quanto l’occidente quella di simulare un certo linguaggio (appunto quello dei mondo movies, del reportage esotico, dell’inchiesta d’assalto) e accentuarne le degenerazioni e le ipocrisie, per criticare il linguaggio stesso.
    in una recente intervista deodato ha dichiarato che con il senno di poi non le avrebbe girate quelle scene con gli animali. questa dichiarazione mi ha molto deluso. non che ami le torture sugli animali, e io non sarei mai stato capace di fare ciò che barbareschi fa in cannibal holocaust ( ma del resto non è stato nemmeno un problema prendere a calci nel culo e rubare lo smartphone ad un giornalista che l’aveva raggiunto all’estero per chiedergli come mai non si presentasse da due mesi in parlamento preferendo dirige un film), qui però è una trovata riuscita, c’è poco da fare i moralisti. oggi si userebbe la computer grafica. all’epoca non esisteva, come non esisteva questa enorme sensibilizzazione sugli animali, come non esistevano divieti in tal senso.
    del resto deodato ha fatto per anni la gavetta come aiuto di rossellini e, nella sua onorata carriera, ha dimostrato più volte di essere un regista pieno di talento (quella villa in fondo al parco docet), insomma non il primo venuto messo lì da un produttore solo per lucrare due soldi.

  8. scimmiadigiada / 13 Ottobre 2012

    alfredo, tu continui a ritenere che io – noi, metto nel mucchio anche paolodelventosoest non capiamo solo perchè non condividiamo. io ho iniziato la mia recensione proprio con un accenno di lode all’idea di fondo del film, non approvo i metodi nè tantomeno l’esecuzione. l’ironia sulle chiappe e le tette la faccio perchè l’indugiare del regista smette abbastanza presto di essere consequenziale alla narrazione per perdersi nell’aspetto più voyeuristico e morboso della vicenda, assecondando così gli istinti più bassi dello spettatore medio che sguazza nel sangue e nella depravazione cinematografica appena gliene si dà occasione. che poi deodato sia stato in altre occasioni grande regista buon per lui, questo resta un film di merda. per me, ipocrita & miope piccolo borghese incapace di cogliere le sottigliezze cinematografiche, dico.

  9. il tuo è un non-punto di vista, dal momento che ti rifiuti di fare proprio ciò che il regista chiede, cioè di farti sguazzare in questa discesa estetica ed etica negli inferi. e questo non perché questo film sia – cito paolodelventosoest che, da quel che ho capito, il film nemmeno lo ha visto – “esattamente come i porno, fatti per rispondere semplicemente agli istinti di un certo pubblico” ma proprio per la ragione opposta, per spingere i bassi istinti dello spettatore fino al proprio limite, fino a toccare il fondo; e questo perché, piaccia o non piaccia, lo spettatore si immedesima negli abietti protagonisti.
    certo che se ci si rifiuta in partenza, obnubilati da una tartaruga sventrata, sarà difficile poter giudicare correttamente una pellicola che possiede alcuni stratificati gradi di lettura.

  10. scimmiadigiada / 15 Ottobre 2012

    non so paolodelventosoest, io il film l’ho visto. tutto. non sono svenuta davanti alla tartaruga sventrata nè ho dato alle fiamme il DVD a visione ultimata. oltretutto sono un’amante del genere truculento, meglio ancora se oltre agli squartamenti il film del caso ha qualcosa da dire (come, del resto, questo lasciava intendere) oltre agli ettoliti di plasma. cannibal holocaust nonostante tutto non mi è piaciuto, dunque lo boccio, con buona pace di deodato (e spero tua) che oltretutto non penso ci perderà il sonno.

  11. paolodelventosoest / 15 Ottobre 2012

    Mah guarda io sono troppo tranchant per addentrarmi in un dibattito su questo genere. Mi sembra di dover commentare a tutti i costi la celeberrima opera di Piero Manzoni…

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