Recensione su Espiazione

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Espiazione
Regia:

“Purtroppo l’ho visto” è forse un po’ troppo, però… / 14 Novembre 2011 in Espiazione

Francamente è stato una vera delusione. Sarà perché, come spesso accade, avevo letto prima il libro e anche in tempi molto ravvicinati. Sarà perché avevo letto commenti molto positivi anche sul film e questo ha creato elevate aspettative. O sarà invece che – come ormai da tempo comincio a sospettare – io e il cinema contemporaneo non ci capiamo più di tanto (meglio sarebbe dire, io e il gusto diffuso, io e la critica, io e il pubblico più o meno sofisticato…).

Il punto è che mi sono obbligata a finirlo solo per “dovere di completezza”, e inutile dire che una delle delusioni maggiori è arrivata proprio verso la fine con quell’inserto Tv di una Briony vecchia e dal tormento interiore poco credibile, e con la scelta di una rivelazione che in fin dei conti ti fa sentire un po’ preso in giro. Sì perché in fondo tutto il racconto spinge sul senso del dramma, e inevitabilmente sulle aspettative di una risoluzione almeno parzialmente felice, in cui il grande amore e la giustizia infine trionfino, che sia attraverso fatti reali o crisi interiori profonde. Nel libro, il lettore viene accompagnato a questa fine dolorosa, frustrante ma pur sempre ricca, mentre nel film – come si dice a Roma – “si butta tutto in caciara”, insomma, si sminuisce il valore di ciò che è o è stato fino a quel momento, si appiattisce il senso, i sentimenti, le emozioni, in virtù di una conclusione che sembra “appiccicata” lì, posticcia, per … cosa? rendere il film più moderno? più attuale? Non lo so immaginare, e di certo non vale troppo la pena mettercisi.

Come se non bastasse, è chiaro che niente dello spessore di un testo così complesso come è la versione letteraria, traspare nel film. I personaggi si trovano in mezzo alle situazioni portati non si sa da cosa, e perché. Né si capiscono le ragioni delle loro scelte e dei loro comportamenti, se non riducendoli a meri manierismi di situazione.

Ma mi sto trattenendo.

Quindi concludo: che delusione! – e grande – questa corsa attraverso le 130.000 parole ridotte a 25.000 – come ha detto lo stesso McEwan – parole che dopo molto tempo, scritte nero su bianco, di nuovo mi avevano tenuta incollata per giorni, con quel desiderio frenetico di conoscere fino in fondo la vita, i pensieri, le riflessioni, la natura di questi personaggi tanto intensi, o di raccogliere i dettagli e le temperature più caratterizzanti di scenari tanto sconvolgenti… tutto svaporato, proprio come Arabella, in un inconsistente (e inutile) puzzle di spaccati senza origine né fine, solo meramente giustapposti.

6 commenti

  1. Peccato non ti sia piaciuto, questa volta non ci troviamo d’accordo sul voto (però io non ho letto il libro di McEwan, se può valere come scusa!).

  2. Stefania / 14 Novembre 2011

    @wigelinda: oibò! Il romanzo mi è piaciuto tanto e vorrei vedere il film da tempo, ma la tua recensione mi spiazza! 😀 E adesso? Che faccio? 😀

    • wigelinda / 15 Novembre 2011

      @stefania, io lo guarderei sapendo che non mi piacerà! 🙂 Del resto come potresti NON vederlo a questo punto?! 😀 E poi dai io e te abbiamo buoni margini di differenza di gusto, così anzi poi scriverai qualcosa e io finalmente capirò che cosa c’era di bello 😀

  3. scimmiadigiada / 14 Novembre 2011

    @stefania: concordo parzialmente con @wigelinda: il film, visto come trasposizione dell’opera letteraria, è deludente per chiunque abbia amato il romanzo di mcEwan. preso come film a se stante non è malvagio ma manca di mordente e non coinvolge eccessivamente. gli attori non sono malvagi, è proprio la caratterizzazione dei personaggi che difetta. non si cade in ginocchio, insomma. si lascia guardare ma anche no.

    • wigelinda / 15 Novembre 2011

      @scimmiadigiada, sì in effetti concordo con quello che scrivi. Ho pensato anch’io che visto da solo… la cosa che mi è mancata di più è stato davvero tutto il percorso che porta il lettore a scoprire quello che accadrà; insomma, il cinema “intimista” esiste quindi non è una buona ragione (come McEwan stesso ha affermato) per rendere difficile la trasposizione. Certo magari visto che sono praticamente tre romanzi in uno, dovevano essere tre film (eh già, mi sa che si commenta da sé… il capitolo sulla guerra al fronte dipinge scenari così carichi!). La sensazione orribile era quella del taglia/incolla e via per arrivare in fondo… va beh, pace.
      Però, ora ho scoperto che ci sono altri film tratti da McEwan, (cito @stefania) e adesso? che faccio? 😀

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