Recensione su Argo

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26 Novembre 2012

Se come attore il suo rendimento è stato piuttosto incostante, come regista, Ben Affleck è andato crescendo notevolmente da Gone Baby Gone (tratto da un romanzo di Denis Lehane, come pure Mystic River e Shutter Island, firmati da Eastwood e Scorsese), passando per The Town (che non ha molto da invidiare a film come Heat) fino a questo ultimo ed applaudito film in cui partendo da un fatto di cronaca di fine anni ’70 Affleck mescola realtà e finzione con un taglio semi-documentaristico qua e là macchiato da ironia astuta ed intelligente.
La sovrapposizione tra il mondo patinato e (spesso) idiota di Hollywood e la cronaca internazionale è estremamente riuscita e non solo dal punto di vista della storia (che è un’incredibile storia VERA) ma anche sul piano tecnico. Il momento della conferenza di presentazione del film Argo scorre parallelo alla diffusione delle immagini storiche e sembra da un lato marcare la differenza tra due universi così lontani e dall’altro chiarire come, in questa situazione specifica, essi possano essersi sovrapposti così efficientemente.
Affleck conosce Hollywood e ironizza ripetutamente sul suo mondo, d’altro canto si rivela anche un discreto storico e con questo film manda un messaggio chiaro sull’incrocio tra realtà storica e realtà scenica, costruendo un film molto più sfaccettato di ciò che sembra e molto più convincente di tanti altri (Munich di Spielberg, per esempio).

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