Recensione su American Pastoral

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Una scelta coraggiosa / 24 Ottobre 2016 in American Pastoral

Fin dall’annuncio dell’uscita di questo film, molti critici hanno storto il naso all’attore Ewan Mcgregor che come esordio alla regia ha scelto niente che popo di meno la trasposizione cinematografica di uno dei suoi libri preferiti, il capolavoro letterario di Philip Roth, vincitore del premio Pulitzer, Pastorale Americana. Mcgregor però non si lascia intimorire dal peso che deriva dal libro, e sfoggia una performance attoriale di tutto rispetto, guardando mano a mano lo sfaldamento della vita dello Svedese, si può percepire dai suoi occhi la sofferenza di quest’uomo, ma anche la forza che ha per non crollare e andare avanti, anche quando tutto sembra essere contro di lui. Ovviamente tutto ciò non è esente da difetti; come tutti i film tratti da libri,si tende da avere grande disparità di giudizio da parte del pubblico, sopratutto per chi ha letto il libro e si aspettava una trasposizione fedele al 100% sia per la storia che per le sensazioni date, ma a mio giudizio non sempre questo è possibile, il cinema ha un linguaggio diverso da quello letterario e non sempre si riesce a trovare un punto di incontro tra queste due tipologie di linguaggio, ma questi sono i rischi che tutti i registi di film tratti da libri sanno di doversi prendere. In questo film a differenza del libro si è voluto rimarcare di più la parte inerente al dramma familiare che colpisce il protagonista, piuttosto che soffermarsi anche sulla situazione della società americana in quel periodo (cosa che invece accade nel libro). A questo va unito qualche piccolo buco di trama che non rimane chiarito, ma che a mio parere non nuoce alla trama e al suo svolgimento. Ottimi i costumi, le ambientazioni e la musica, tipicamente anni ’60, si nota che Mcgregor ha avuto una cura maniacale per questi aspetti. Nel complesso risulta essere un ottimo film, ben strutturato, ottime performance attoriali, e buona fotografia del periodo storico (anche se non approfondita a dovere) . In conclusione un plauso particolare va a mio parare al neo-regista Ewan Mcgregor che non si è fatto intimorire dal peso del libro che andava a trasporre ma che è andato avanti convinto a testa bassa per la sua strada.
CHI BEN COMINCIA È A METÀ DELL’OPERA.

1 commento

  1. Mrs Pignon / 24 Ottobre 2016

    Concordo in pieno!!

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