Aladdin

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Aladdin

Remake con attori reali dell'omonimo film Disney a cartoni animati liberamente ispirato al racconto 'Aladino e la lampada meravigliosa' contenuto nella raccolta di novelle 'Le mille e una notte'. Il furbo e giovane ladro Aladdin entra in possesso di una magica lampada entro cui vive un Genio pronto a esaudire tre desideri.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: Aladdin
Attori principali: Will Smith, Mena Massoud, Naomi Scott, Marwan Kenzari, Navid Negahban, Nasim Pedrad, Billy Magnussen, Numan Acar, Jordan A. Nash, Taliyah Blair, Aubrey Lin, Amir Boutrous, Omari Bernard, Nathaniel Ellul, Sebastien Torkia, Buckso Dhillon-Woolley, Ceara Batson, Vinani Mwazanzale, Demii Lee Walker, Elena Zacharia, Nazerene Williams, Bessy Naidu, Marisha Wallace, Maya Saroya, Amar Chadha-Patel, Omar Abidi, Stefan Kalipha, Firas Waleed Al-Taybeh, Nina Wadia, Elif Knight, Saikat Ahamed, Amed Hashimi, Stefan Capper, Jamal Sims, Alan Tudyk, Frank Welker, Robby Haynes, Michael Herne, Hiten Patel, Joey Ansah, Luke Johnson, Mostra tutti

Regia: Guy Ritchie
Sceneggiatura/Autore: John August, Guy Ritchie
Colonna sonora: Alan Menken
Fotografia: Alan Stewart
Costumi: Michael Wilkinson, Clare Spragge
Produttore: Jonathan Eirich, Dan Lin, Kevin De La Noy
Produzione: Usa
Genere: Musica, Azione, Fantasy, Romantico, Famiglia
Durata: 127 minuti

Dove vedere in streaming Aladdin

Bene ma non benissimo / 12 Aprile 2020 in Aladdin

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

La trasposizione in live action del classico animato Disney di Aladdin è riuscita ma non riuscitissima. Per quanto i bei costumi dai colori sgargianti e le scenografie arabesche siano affascinanti, il cartone resta comunque più di un gradino sopra per diversi motivi.
Gli attori sono abbastanza bravi, ma hanno, e comunicano, poca espressività. Dei disegni animati paradossalmente hanno più espressività degli attori di questo film. Il Genio di Will Smith è una discreta interpretazione del memorabile genio di Robin Williams, ulteriormente migliorato per noi italiani da un Gigi Proietti ispiratissimo. Il genio di Will Smith è poco divertente, poco folle, poco carismatico, piuttosto piatto e non trasmette quelle stesse emozioni di gioia, delirio e malinconia (quando deve sottostare al volere di Jafar) che trasmette nel cartone. Jafar non è affatto il Jafar del cartone animato. Anzitutto è giovane e diciamo “belloccio”, mentre quello del cartone è più anziano, alto, smilzo e con una spiccata vena di ambizione, malignità e gioco sporco che gli infondono fascino e carattere (Jafar è uno dei miei antagonisti Disney preferiti); mentre qui è giovane, non più alto della principessa Jasmine e con lo stesso fascino e il carattere di un dromedario. Aladdin è abbastanza inespressivo e poco simpatico. Onestamente non credo ci si possa innamorare davvero dell’Aladdin del film. Quello del cartone è impavido, innamorato perso della principessa, ironico, sfacciato. Tutto un altro Aladdin. La principessa Jasmine del cartone è decisamente più femminista di questa controparte in carne ed ossa. Brava L’attrice Naomi Scott, ma il suo spirito femminista è plasticoso, poco sentito, specchio del femminismo contemporaneo.
Le canzoni aggiuntive non mi sono piaciute. Inoltre certe scene del cartone sono state stravolte. Si perde la scena della principessa che si sente rinchiusa nel suo palazzo e perciò decide di fuggire per mescolarsi alla gente comune. Nel film la troviamo già al mercato da subito. Si perde la scena dell’inganno di Jafar nel quale fa arrestare Aladdin per fingere la sua condanna a morte e con un ulteriore inganno magico spingerlo ad entrare nella Caverna delle Meraviglie. Si perde la scena in cui Jasmine inganna Jafar, e la conseguente lotta di Aladdin contro il potente stregone per liberare Jasmine imprigionata nella clessidra.

Un live action spettacolare, colorato e in grande stile, ma c’è più show che azione, e quelle poche scene di azione sembrano così fintissime, come l’inseguimento sul tappeto volante per le strade di Agrabah dove si nota fin troppo l’uso del CGI. Ma solo a me dà l’impressione che gli effetti speciali nei film di oggi sembrino peggiorati? Un tempo sembravano fossero più autentici e realistici. Io riporto sempre come esempio Il Signore degli Anelli quando si parla di effetti speciali ben riusciti.

In conclusione questo live action è un’operazione commerciale ben risucita ma che non si avvicina neanche lontanamente al fascino del cartone originale.

Voto: 6,5 che arrotondo per difetto a 6

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Proprio godibile! / 6 Dicembre 2019 in Aladdin

Il film non è male, intrattiene diverte e commuove. Per quello fa il suo dovere.
Certo, a parte Will Smith il simpatico e divertente Genio, gli altri personaggi non spiccano in bravura.
Le canzoni, come ogni Disney, vengono orrendamente tradotte in italiano solo per far coincidere il labbiale, ma si puó sorvolare.
L’unica cosa bellissima e fichissima? La tigre!!!! Voglio anche io una tigre come Rajad!
Stupenda, mi ricordava la tigre de “La Vita di Pi” ma più affettuosa 🙂
Tutto sommato intrattiene e piace un sacco, riuscito live action.
7/10

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Voto: 5 / 20 Ottobre 2019 in Aladdin

Ne avevamo proprio bisogno?

Ma scherzate? / 11 Settembre 2019 in Aladdin

Recitazione buttata a casaccio, i protagonisti dicono le battute solo perché le trovano scritte sul copione, sembrano capitati sul set per caso e non sono minimamente calati nella parte. Massoud ha un’espressione facciale e mezza. L’interpretazione di tutti è troppo esagerata, sopra le righe, macchiettistica, anche più del solito stile bizzarro dei film Disney. Le espressioni sono esagerate perfino sui volti delle comparse, che sembrano voler compiacere un pubblico di due o tre anni di età.

Il tesoro viene sommerso dalla lava appena un ladro tocca un gioiello: dunque non verrà mai preso; è inverosimile che nessuno prima di Aladdin abbia mai toccato qualcosa lì dentro.

Il doppiaggio italiano è orribile, il labiale non corrisponde (non perché fuori sync) e i testi delle canzoni azzeccano una rima su otto rendendole completamente non orecchiabili. E poi il genio e Jasmine che si mettono a fare beatbox, Jafar che ha trentasei anni appena, un viso che meno malvagio non si può e un bastone di plastichetta chiaramente rimediato su AliExpress (sede di Agrabah, la stessa che ha prodotto il palazzo del sultano). A proposito, ad Agrabah è spuntato il mare. E vengono nominati dei minareti, segno che la popolazione di Agrabah osserva la religione islamica e che quindi la città si trova nel nostro mondo anziché in quello alternativo delle fiabe. Tesi confermata dalle leggi della città scritte in caratteri arabi. Tanto valeva ambientare la storia a Kabul.
Robaccia di infimo livello scritta e doppiata da lavoratori improvvisati.

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Ottimo, ottimo lavoro / 11 Luglio 2019 in Aladdin

Rifare un classico non è mai facile. Bisogna saper mantenere il nocciolo duro del precedente film, ovvero ciò che l’ha reso un classico, ma allo stesso tempo capire ciò che funzionò nel 1992 e che non funzionerebbe oggi, quindi cambiarlo, in meglio. Aladdin 2019 riesce sicuramente nel primo intento, e anche, sorprendentemente, nel secondo, seppur con qualche dubbio ineludibile.
L’ambientazione arabeggiante è prepotente qui più di quanto non lo sia nel cartone animato: capire che la materialità del film girato “in vivo” (live action) poteva essere un vantaggio e non un limite è stata un’intuizione non da poco. E così la scenografia respira, la sabbia si insinua nella macchina da presa, gli incensi quasi di percepiscono, i colori, i mercati. Sembrerebbe che Guy Ritchie abbia voluto farsi ispirare in questo più dalle fiabe de “Le mille e una notte” che non dal cartone animato.
Poi c’è la storia di Aladdin, fondamentalmente una storia romantica: amore e amicizia. Qui la scelta di cast è stata sorprendente. Naomi Scott (Jasmine) riesce a donare bellezza multietnica – si certo, ancora molto adatta al gusto occidentale – e azione al personaggio, e soprattutto una femminilità sincera, femminista sino alla rabbia in quegli occhi iniettati di sangue in “La mia voce”.
Will Smith, un Genio sorprendete che ricorda anche i tempi di “Willy, il principe di Bel Air” e che usa il suo carisma per creare un genio della lampada non dissimile dall’originale, ma che diverta e commuova allo stesso modo dopo 27 anni.
Mena Massoud (Aladdin) forse è la scelta più debole (dopo il Jafar di Marwan Kenzari, personaggio che perde profondità e anni, e di questo mi dispiaccio), ma è una debolezza che ha a che fare con i ruoli più che con l’interpretazione. In questo senso mi pare che la sua fisicità contenuta e la sua ingenuità giovanile sia un limite nell’operazione del “bucare lo schermo” (ciò che solitamente si chiede ad ogni attore), ma un grosso vantaggio per l’opera finale, che diventa un’opera corale e non più ad un solo protagonista-frontman. È una dettaglio presente in certa misura anche nel classico, a tutto favore del Genio, e che oggi invece si spalma anche e in egual misura su Jasmin, la solita Naomi Scott che riesce a far tesoro di questo spazio offerto e conquistato.
Poi la scelta di mantenere le musiche originali con qualche variazione ( o ammodernamento, si potrebbe dire). Direi ottimo lavoro, c’è l’effetto “tuffo nel passato” ma anche l’effetto sorpresa del tutto piacevole nella maggior parte dei casi.
Nell’insieme un remake davvero riuscito, che aggiunge conservando il classico, e che tramuta i punti critici in forza. Personalmente mi ha catturato.

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