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1997 - Fuga da New York

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no titolo / 4 Agosto 2020 in 1997 - Fuga da New York

L’idea alla base è stata ripresa pochi anni fa da quell’obbrobrio di Suicide Squad, più o meno, solo che questo film è fatto bene.

Prendi un criminale e fa’ che si scontri con criminali più cattivi di lui, dopo avergli iniettato nel collo qualcosa che lo ucciderà se non farà quello che gli viene chiesto, ossia salvare il c**o a qualcuno che conta, il tutto in un luogo tetro e semi-devastato.

E lui lo fa, non perché in fondo ha un cuore tenero o, anche se non lo ammetterebbe mai, in fondo gli importa del presidente degli Stati Uniti d’America, né perché “è la cosa giusta da fare”. No, a lui importa solo che neautralizzino la me**a che gli hanno iniettato nel collo. E infatti è incazzato e sdegnato e se fosse per lui sparerebbe a tutti, i “buoni” e i “cattivi”. E questo è un bene, perché non puoi presentarmi un criminale e poi farmelo passare per un agnellino senza che avvenga almeno una crescita personale, o senza dargli almeno delle motivazioni forti, sin da subito, che giustifichino il suo buon cuore. Insomma… I personaggi vanno scritti e sviluppati, poca ciccia, mr David Ayer.

La formula è quella, insomma. Solo che questo è un gran film, quello è un film orrendo senza capo né coda.

Ci tengo a menzionare la fotografia, bellissima.

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1997-Fuga da New York / 30 Maggio 2020 in 1997 - Fuga da New York

1997-Fuga da New York è uno dei tanti cult movie di John Carpenter.
Devo dire che nel dare un giudizio a questo film sono molto combattuto: se da un lato il film propone delle idee estremamente interessanti sia sotto il piano visivo(la sequenza dell’aliante che plana sul WTC è qualcosa di stilisticamente perfetto) sia sotto l’aspetto narrativo(il personaggio di Jena è tratteggiato meglio di quanto si possa pensare), da un altro lato il film mi pare “anacronistico”.Spiego meglio cosa intendo: in un periodo storico come il nostro dove si vede tutto ciò che è elite come qualcosa da eliminare, o dove le istituzioni vengono messe sotto tiro spesso e volentieri, vedo il pensiero autoriale di Carpenter molto centrato per il periodo in cui il film è uscito(1981, ascesa al potere di Ronald Reagan ed annesse conseguenze) ma meno attuale al giorno d’oggi di quanto si possa pensare(basti pensare a “Joker”, per certi affine nelle tematiche a “Fuga da New York” come risulti un film banale e populistico).
Tuttavia, in linea di massima, il mio giudizio è più che sufficiente: la fotografia è davvero ottima, le musiche dello stesso Carpenter fanno urlare al miracolo.
Rimangono i dubbi se un film di questo tipo possa risultare attuale anche oggi.

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Jena è Jena. / 8 Aprile 2016 in 1997 - Fuga da New York

Oltre ad essere un grande cult movie degli anni ’80 (con un Kurt Russell fenomenale), la “Fuga da New York Post-Apocalisse” del grande ed unico John Carpenter, è una pessimista e anti-capitalista profezia sul mondo di “domani”(oggi).
E poi nessuna nomination all’Oscar è veramente da barzelletta!

Riflessioni su Fuga da New York / 8 Gennaio 2016 in 1997 - Fuga da New York

Un cult! Chi è Kurt Russell? Io conosco solo Jena Plissken dopo questo film. Poi scusate, vedo il naso di Van Cleef e io mi commuovo automaticamente. A parte gli scherzi un action forse di base un po’ semplicistico (nella trama) ma sfruttato in tutte le sue potenzialità, per rimanere nell’immaginario collettivo fino ad oggi. Altro film da vedere!

Banale / 23 Ottobre 2015 in 1997 - Fuga da New York

Una cagata.
Peccato, perché l’idea di partenza non era male, e la New York cupa in mano ai criminali è un’ambientazione affascinante.
Ma la storia è troppo scontata, compreso il finale. Non succede mai qualcosa che sorprenda davvero, perché tutto procede come previsto. Quando il nostro eroe è in difficoltà, ecco che c’è qualche colpo di fortuna.
Tutto è banale in questo film, nessun guizzo di creatività, niente.

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7 Novembre 2014 in 1997 - Fuga da New York

L’idea di fondo era buona: l’isola di Manhattan trasformata in carcere di massima sicurezza a seguito di una sproporzionata inflazione di crimini. Un muro che la circonda al di là dell’East River e dell’Hudson. I ponti minati e l’esercito schierato a guardia della cittadella, dove i carcerati sono lasciati a loro stessi. L’aereo presidenziale che vi precipita, dirottato dai terroristi, e la corsa contro il tempo per salvare il presidente.
Il progetto era interessante: fondere fantascienza, noir e thriller politico nell’alveo del genere distopico. E non si può dire che non sia riuscito.
E allora cos’è che non va di questo film, pur celebrato da molti e assurto al rango di cult anni ’80?
C’è che l’ho trovato estremamente banale. Troppo banale.
Tanto buon materiale sprecato, tante buone idee sprecate.
Certo, è un film iconico, che vuole fortemente imprimersi nella mente dello spettatore (Kurt Russell con la benda davanti all’occhio, la pacchianissima auto del Duca).
C’è una riuscita satira del reaganismo, con la figura del presidente Usa che è preoccupato più dalle telecamere che dal ringraziare coloro che gli hanno appena salvato la vita.
C’è la splendida scenografia di una Manhattan distrutta e devastata, percorsa dalle bande dei “pazzi”, ricoperta di rifiuti e rottami.
Ci sono Lee Van Cleef e Ernest Borgnine, che è sempre un piacere veder recitare.
Ma a parte questi pochi elementi di interesse, il resto è ineluttabilmente scialbo. Non c’è sostanza.
Probabilmente ha il merito di influenzare molti cineasti futuri, certamente… ma se devo mettere su due piatti questo film, da una parte, e Blade Runner, dall’altra, due film molto vicini e molto simili… ebbene, la bilancia non potrà che sprofondare sotto il peso di un macigno come quest’ultimo, avvantaggiato dalla eterea inconsistenza dell’altro.

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28 Agosto 2014 in 1997 - Fuga da New York

Un classico che a distanza di un terzo di secolo mostra un poco l’età. Personaggi senza profondità – a partire dall’afasico protagonista – si muovono su un fondale che dimostra una certa povertà di mezzi; l’usuale stile vagamente straniante di Carpenter non aiuta a rendere coinvolgente lo spettacolo. Ma situazioni e protagonisti rimangono incisi nella memoria, oggi come allora: gli spettatori dell’arena che cominciano a gridare “Snake, Snake!”, il Presidente che entra nella capsula, il medico che spara letteralmente le microcariche nelle arterie di Plissken, il tirapiedi del Duca biondo e pazzo (uno straordinario Frank Doubleday).

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Datato… / 22 Luglio 2013 in 1997 - Fuga da New York

Un classico dei film di azione americani.
Nell’isola di Manhattan che è diventata il ghetto dei criminali più pericolosi, cade l’aereo Presidenziale.
Bisogna andarlo a salvare…
Oggi questo film è decisamente troppo datato e poco apprezzabile.
Ai tempi è sicuramente un buon film.
Sufficienza per rispetto dei tempi…
Ad maiora!

Chiamatelo Jena ! / 3 Aprile 2013 in 1997 - Fuga da New York

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Un film bellissimo: esplosivo e dinamico!
Kurt Russell è riuscito a creare un personaggio (Jena “Snake” Plissken) dandogli una psicologia che è diventata leggendaria nel mondo del cinema.
Soprattutto, però, è importante sottolineare la recitazione “fisica” di Russell, Jena Plissken è diventato un personaggio iconico per il cinema grazie anche alla sua ormai conosciutissima corporatura. Quindi Russell ha fatto un grande lavoro riuscendo a imprimere una grande personalità e fisicità, grazie a quest’ultima in ogni singolo fotogramma è sempre il personaggio di Jena a dominare la scena.
È stata la prima volta che la coppia Carpenter (regista del film) – Russell (attore protagonista) ha lavorato insieme e come sappiamo non è stata l’ultima.
La storia del film è molto scorrevole e gasante, tanto che è diventata un cult e ci sono stati molti film che in seguito hanno preso spunto con trame simili. La storia parla di un carcerato di nome Jena Plissken che viene ingaggiato dal commissario Bob Hauk (interpretato da Lee Van Cleef ) per trovare il presidente degli Stati Uniti che deve partecipare ad una conferenza sulla guerra ma è stato rapito da qualche parte nella New York degradata e in preda alla criminalità. Per assicurarsi la sua partecipazione, Hauk fa iniettare a Jena, spacciandolo per un vaccino contro i molteplici virus presenti nella città, due microcapsule che esploderanno allo scadere di ventiquattro ore.
Il film è ricco di colpi di scena ed azione, è uno dei film più importanti del cinema anche grazie a battute come “chiamami Jena” e “mi chiamo Plissken” ma soprattutto sono il contesto in cui queste sono inserite che le rendono battute veramente straordinarie.
Esiste un sequel intitolato “Fuga da Los Angeles” il cui regista è sempre John Carpenter e Kurt Russell è di nuovo Jena.
La recensione l’ho fatta soprattutto perché si vocifera che faranno una trilogia di remake e il primo film sarà il remake di questo, quando ho sentito la notizia che Jena potrebbe essere interpretato da Jason Statham o Tom Hardy ho storto il naso.
Io penso che il film è ancora molto amato e il personaggio di Jena è ancora “fresco” nella mente degli spettatori quindi fare un remake il cui unico scopo è quello di incassare è assolutamente un insulto al cinema.
Sarebbe bello che dopo la realizzazione del remake chiedessero a Jena Plissken:- cosa ne pensa del nuovo film Jena?
E lui risponderebbe:- Mi chiamo Plissken. Poi mi immagino che magari al posto della pellicola del film viene proiettato qualcos’altro e lui se la ride e brucia la pellicola originale quasi come nel finale di “1997: Fuga da New York !
Però purtroppo o per fortuna Jena “Snake” Plissken non esiste.
Quindi se farete questo remake sbaglierete di grosso…ma se lo farete…chiamatelo Jena !

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Che spacconata! / 24 Novembre 2012 in 1997 - Fuga da New York

New York, 1997. Un aereo presidenziale viene dirottato e fatto schiantare all’interno del ghetto newyorkese. L’unico superstite è stato fatto prigioniero dal boss del carcere, il cosiddetto Duca: una specie di rapper nero, TAMARRISSIMO, che ricorda vagamente Snoop Dogg.
Ma parliamo un attimo dell’auto di questo Duca che mi ha colpito moltissimo: ha due bei lampadari sopra i fari anteriori, lampadari quelli della nonna (almeno mia nonna più o meno ce l’ha così), quelli con tutte gocce di cristallo attaccate l’un l’altra con anellini d’oro e una mirror ball (palla da discoteca), quelle fatta da tutti specchietti, attaccata al posto dello specchietto retrovisore.. che stile, eh!?
Vabè, ‘sto Duca tiene come ostaggio il reduce dall’impatto, che ovviamente è lo stesso Presidente degli Stati Uniti. Interpretato dalla persona meno adatta del mondo, un tizio brutto, vecchio, grasso e pelato. E anche “leggermente” privo di COJONES! (come direbbe il Dott. Kelso in Scrubs)
Per recuperarlo, la sicurezza del carcere ingaggia un ex soldato pluridecorato, tale Jena Plissken (Kurt Russel) (che ovviamente conoscono tutti come se fosse una star!), condannato anch’egli all’ergastolo. Se la missione avrà esito positivo gli verrà concessa l’amnistia, ma se fallirà sarà immediatamente condannato a morte.

Già il fatto che abbiamo tradotto il nome da Snake a Jena mi fa girare le palle. Cioè Kurt Russel ha tatuato ENORMEMENTE un cobra sulla pancia. Enorme. Gigante! E noi italiani abbiamo anche il coraggio di tradurgli il nome!? ..in Jena poi. Vabè.

John Carpenter in questo film è un tuttofare. E’ regista, sceneggiatore e anche compositore!
Peccato che per star dietro a tutti questi campi abbia tralasciato un po’ troppo il fattore “emozione” del film, decisamente moscio. Ci sono alcune scene vagamente adrenaliniche, ma niente di troppo esaltante.
Si lascia molto più spazio alla spacconaggine violenta e alla tamarraggine dilagante.

Belli invece gli scenari di devastazione e degrado, tra l’altro ottenuti con un budget ridicolo, che rendono benissimo l’idea della critica situazione all’interno della cinta muraria.
Anche il personaggio di Jena non è male, la faccia squadrata di Russel si addice bene al personaggio con la benda sull’occhio.

Posso capire che per i maschietti degli anni ’80 possa essere stato un cult e Jena un modello di vita. Ma ‘sto film visto nel 2012 da una donna, non è che meriti elogi particolari. Un film come tanti. Magari ho solo sbagliato il “tempismo”, magari se l’avessi visto trent’anni fa non l’avrei giudicato malamente. Ma ahimè! Io nemmeno ce li ho trent’anni!
..Escape from New York, ora che ti ho visto, posso spuntarti dalla lista e salutarti definitivamente.

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Il mio cult movie / 3 Settembre 2012 in 1997 - Fuga da New York

Jena Plissken mi si è praticamente tatuato dentro, quando penso al genere distopico penso al suo faccione quadrato con la benda da pirata.

17 Febbraio 2012 in 1997 - Fuga da New York

Uno dei migliori film degli ultimi trent’anni. Forse esagero ma mi è piaciuto molto e Kurt Russell nel ruolo di Jena è un grande (il sequel/remake non è malaccio ma sa di già visto).

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