Recensione su Principessa Mononoke

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La Principessa Mononoke / 30 Novembre 2012 in Principessa Mononoke

Purtroppo noi italiani, penalizzati da un doppiaggio orrendo, possiamo recensirlo solo per fiducia in Miyazaki e per la straordinaria animazione… finale completamente cambiato dal pessimo doppiaggio.

3 commenti

  1. Stefania / 30 Novembre 2012

    Il finale è diverso?

  2. Joel / 30 Novembre 2012

    E’ completamente diverso il doppiaggio. Nel film sembra che alla fine sono tutti contenti che lo spirito abbia riacquistato la sua testa, anche coloro che la stavano portando via. in realtà non è assolutamente così buonista il finale. ti riporto alcune informazioni:

    ” A scriverlo era Alessandro Bencivenni nel suo Hayao Miyazaki, il dio dell’anime (Le Mani, 2003), un breve ma interessante saggio sul cinema di Miyazaki: «Dopo tante peripezie, i due innamorati – Ashitaka e Mononoke – non si ricongiungono in maniera trionfalistica, ma si limitano a cercare un riavvicinamento nella diversità. Il doppiaggio italiano svisa un po’ il senso, edulcorando l’espressione dei loro sentimenti, ma nella versione originale la ragazza confessa apertamente tanto il suo amore quanto la sua impossibilità a manifestarlo senza riserve» (p. 124). A sostegno delle sue affermazioni, Bencivenni riportava un paio di battute del dialogo finale tra i due protagonisti tradotte direttamente dal giapponese e che risultavano effettivamente discordanti con quanto dicevano i personaggi in quello stesso frangente dell’edizione italiana.”

    oppure da MyMovies:
    “il doppiaggio ha stravolto la parte finale del film facendolo apparire molto più buonista e felice di quanto non sia in realtà”

    ora ti riporto direttamente il doppiaggio più aderente alla versione originale, e quello invece che è stato fatto sul film:

    (v. giapp.) SAN: Anche se è tornata alla vita, questa non è più la foresta dello Shishigami [il dio della foresta]. Lo Shishigami è morto. ASHITAKA: Lo Shishigami non può morire. Egli è la vita stessa. Ha in sé la vita e la morte insieme. Mi ha detto di vivere. SAN: Ashitaka, io ti amo, ma non posso perdonare gli umani. ASHITAKA: Va bene. Tu starai nella foresta, io a Tataraba [la città del ferro]. Vivremo insieme. Verrò a trovarti, con Yakkuru. EBOSHI: Che vergogna! Messa in salvo sul dorso di un lupo di montagna. Dovrò ringraziare. Qualcuno mi porti qui Ashitaka. Ascoltate tutti! Rifaremo tutto dall’inizio. Facciamo di questo luogo un buon villaggio! JIKO-BŌ: Ho avuto la peggio. Non si può vincere contro gli stolti.

    (v. it.) SAN: Anche se la foresta rinascerà, non sarà più quella di prima. Perché il dio della foresta è morto. ASHITAKA: No, non può morire, San. Egli è la vita stessa. E tutto quello a cui abbiamo assistito dovrebbe servire ad aprirci gli occhi. SAN: Non posso perdonare agli umani le cose orribili che hanno fatto. ASHITAKA: È comprensibile. Torna pure a vivere nella foresta. Io resterò qui per esserti vicino. Verrò a trovarti. EBOSHI: Oggi ho capito che la foresta è sacra e nessuno ha il diritto di profanarla. Dov’è Ashitaka? Dobbiamo tutto a lui e alla ragazza. Noi ricostruiremo questa città, ma sarà una città migliore. JIKO-BŌ: A quanto pare la natura stavolta ha avuto la meglio.

  3. Stefania / 30 Novembre 2012

    Grazie mille! (e dire che il libro di Bencivenni ce l’ho e l’ho letto diverse volte… Evidentemente, non ho dato gran peso alla cosa 😀 )

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