Recensione su Mr Long

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Mr Long
Regia:

Anche i killer hanno le loro fiabe / 2 Maggio 2019 in Mr Long

E’ oltremodo difficile dare un’identità a questa pellicola, che Sabu ben dirige, proprio per le sue intime particolarità, che non convergono in un unico genere.
Sembra quasi che il regista giapponese abbia voluto mescolare, come un buon chef, vari sapori, da quello più dolce e delicato, a quello più amaro e crudo.
Mr. Long è una parabola fiabesca che non si contrappone all’asprezza della vita, ma l’accoglie, declinando sia nel nichilismo patologico e manierato di Kim Ki-duk, che nel realismo poetico e caricaturale di Takeshi Kitano, non disdegnando una certa potenza visiva tipica del regista di Oldboy, Park Chan-wook.
Per non parlare, poi, della veemenza che si alterna alle silenti policromie della pellicola, ricordando anche i tratti delle liriche di Takashi Miike, o le iconiche alienazioni di Tim Burton ( e qui si passa dall’Oriente al Nuovo Mondo ), rendendo la fotografia elemento integrante della narrazione.
Sabu realizza una piccola perla, ove le parole non contano quanto i silenzi che le compongono, e ove le barriere linguistiche e culturali non sono che evanescenti limiti che si possono superare.

4 commenti

  1. rust cohle / 11 Luglio 2020

    L’ho appena finito di vedere, raramente un film mi commuove ma la potenza visiva unita allo splendido pianoforte in sottofondo mi hanno spezzato il cuore. Anche io come te sono rimasto stupito dall’incredibile delicatezza e allo stesso tempo violenza animalesca della pellicola, la carrellata dell’ultimo scontro mi ha proprio ricordato Oldboy, solo che anziché il martello il nostro Long è un mago con il coltello.
    Una perla veramente rara.

  2. inchiostro nero / 12 Luglio 2020

    @rustcohle: quindi non sono l’unico ad averlo visto!. Beh, ne approfitto per chiederti se durante la visione vi erano i sottotitoli per il parlato in giapponese. Nel mio caso erano assenti, e proprio come Mr. Long mi sentivo spaesato, ma allo stesso provavo empatia, perché come lui, non capivo un accidente di quello che dicevano ( anche se un po’ il giapponese lo mastico ). Se non erro Sabu mirava proprio a questo, a rendere partecipe di questo straniamento anche lo spettatore, in modo da farne risaltare i limiti.

    • rust cohle / 13 Luglio 2020

      Nel mio caso erano presenti, io l’ho visto su PrimeVideo(e adesso comprerò assolutamente il DVD) , tu?
      Ma tanto sottotitoli o no sarebbe stato un filmone lo stesso.

      • inchiostro nero / 13 Luglio 2020

        L’ho visto in lingua originale tempo fa. Non rammento dove. La scelta di non seguire i sottotitoli rimarca più che altro la volontà del regista di abbattere le barriere linguistiche. Parlare, dopotutto, non vuol dire comunicare. Comunque è anche nella mia lista di DVD da comprare. 🙂

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