Recensione su Justice League

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«Ragazzini, lavoro con dei ragazzini» / 19 Giugno 2018 in Justice League

«Ragazzini, lavoro con dei ragazzini»: questa frase esclamata da Wonder Woman / Diana Prince riassume in modo estremamente sintetico ma perfettamente adeguato l’intero film, in cui una banda di personaggi affetti da narcisismo infantile, inclini a un umorismo adolescenziale – e non parlo solo di The Flash / Barry Allen, in cui queste caratteristiche sono programmatiche – viene accudita maternamente dall’Amazzone (si noti l’assenza quasi totale dei pur timidi tratti erotici che la Gadot mostrava nel precedente Wonder Woman) e da un paterno Batman / Bruce Wayne, chiaramente in preda a una crisi depressiva causata dalla prole indisciplinata (Alfred, relegato a un ruolo quasi da controllore aereo, non è di molto aiuto).
Su uno sfondo di cartapesta buoni e cattivi si affrontano coi loro poteri indefiniti in combattimenti il cui unico senso è rispondere a domande infantili come: «È più forte Aquaman o Superman?», e in cui la morte stessa è un ostacolo superabile su cui ridere un po’. Un film di ragazzini, per soli ragazzini.

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