Recensione su Azur e Asmar

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Una lezione per adulti. / 21 Marzo 2015 in Azur e Asmar

L’approccio iniziale, soprattutto se prima visione tra i lungometraggi di Ocelot, può risultare snervante a causa della grafica, molto diversa rispetto alle nuove tecniche a cui siamo abituati.
Mi sono ricreduta grazie all’audace scelta di colori : sgargianti, in netto contrasto e sempre piacevoli all’occhio (esempio eclatante: l’ingresso nel palazzo della principessa shamsu sabah tra geometria e contrasti simultanei).
Due “fratelli”, distinti nelle origini e nel percorso affrontato per raggiungere la maturità, partono insieme -da apparenti avversari- per raggiungere il medesimo scopo : liberare la fata dei Jinns.
Azur: biondo, occidentale,dal malvisti occhi azzurri e dall’aria sognante.
Asmar: orientale, razionale e strettamente legato al passato ed alla sete di riscatto.
Le evidenti differenze si dimostreranno la chiave idonea per superare gli ostacoli e raggiungere un finale equilibrato a smascherare il pacifico messaggio di uguaglianza.
Trama forse troppo lenta per un pubblico giovane, invece adatta ad un occhio più critico.

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