Azur e Asmar
/ 20067.845 votiDopo un lungo e problematico viaggio per mare, durante il quale ha rischiato di morire in un naufragio, un ragazzo francese, Azur, che in tenera età è stato diviso dalla nutrice che lo ha cresciuto, Jenan, e dal figlio di quest'ultima, Asmar, a cui voleva bene come a un fratello, giunge nel Maghreb con l'intenzione di conquistare il cuore della bella Fata dei Jinn, che a causa di un incantesimo è costretta a vivere rinchiusa in una prigione inaccessibile. Per riuscire laddove hanno fallito molti cavalieri, Azur, oltre a dover superare i numerosi e pericolosi ostacoli che incontrerà lungo il suo cammino, dovrà vedersela con un avversario inaspettato.
schizoidman ha scritto questa trama
Titolo Originale: Azur et Asmar
Attori principali: Cyril Mourali, Karim M'Ribah, Hiam Abbass, Sofia Boutella, Fatma ben Khell, Patrick Timsit, Rayan Mahjoub, Abdelsselem ben Amar, Mohamed Ourdache
Regia: Michel Ocelot
Sceneggiatura/Autore: Michel Ocelot, Michel Ocelot
Colonna sonora: Gabriel Yared
Produttore: Christophe Rossignon, Ève François Machuel
Produzione: Francia, Spagna, Belgio, Italia
Genere: Azione, Fantasy, Famiglia, Animazione
Durata: 99 minuti
Dove vedere in streaming Azur e Asmar
L’approccio iniziale, soprattutto se prima visione tra i lungometraggi di Ocelot, può risultare snervante a causa della grafica, molto diversa rispetto alle nuove tecniche a cui siamo abituati.
Mi sono ricreduta grazie all’audace scelta di colori : sgargianti, in netto contrasto e sempre piacevoli all’occhio (esempio eclatante: l’ingresso nel palazzo della principessa shamsu sabah tra geometria e contrasti simultanei).
Due “fratelli”, distinti nelle origini e nel percorso affrontato per raggiungere la maturità, partono insieme -da apparenti avversari- per raggiungere il medesimo scopo : liberare la fata dei Jinns.
Azur: biondo, occidentale,dal malvisti occhi azzurri e dall’aria sognante.
Asmar: orientale, razionale e strettamente legato al passato ed alla sete di riscatto.
Le evidenti differenze si dimostreranno la chiave idonea per superare gli ostacoli e raggiungere un finale equilibrato a smascherare il pacifico messaggio di uguaglianza.
Trama forse troppo lenta per un pubblico giovane, invece adatta ad un occhio più critico.
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Ocelot ci regala una nuova fiaba ambientata in Oriente.
La storia è piacevole ma quello che colpisce di più sono le tinte dei colori: favolosi!
Riconosco che se dovessi consigliare un film del regista opteresi sicuramente per Kirikù e la strega Karabà ma anche questo merita.
Per bambini può risultare forse un po’ troppo lento ma l’effetto potrebbe piacere.
Ad maiora!
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Bella storia (8), apprezzabile sotto diversi punti di vista, ma GRAFICAMENTE INGUARDABILE (4 per essere generosi).
Parere del tutto personale, Ocelot tanto osannato dai critici, avrebbe potuto scegliere di utilizzare il tradizionale 2D, rendendo il film un piccolo gioiello. Se non conoscessi la data di realizzazione (2006) mi verrebbe da pensare che si tratti di un film realizzato agli inizi degli anni ’90…
E non si dica che il tocco d’artista sta proprio in quello, poca cura (voluta?) dell’immagine per lasciare totale spazio alla trama. In un film d’animazione l’occhio vuole (e deve esigere) la sua parte.
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