Recensione su Zootropolis

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Uhm / 16 Novembre 2022 in Zootropolis

Mi sono sentita e sono rimasta abbastanza di ghiaccio. Mentre la storia, l’animazione, lo sfondo, i dettagli mi coinvolgevano e convincevano e divertivano, andando verso un piacevolissimo effetto ritorno all’infanzia, una doccia fredda è stata assistere alla serie di stereotipi socioculturali espressi nella scelta dialettale e posturale di vari personaggi e il fatto che non siano gli ‘attori’ principali a essere così caricaturati in realtà aumenta il mio senso di sconforto.
Da tempo Disney mette in discussione vecchi usi e al di là di dispiaceri un po’ fini a sé che spesso pervadono le polemiche, ho apprezzato poter capire i problemi di molti prodotti, da Dumbo ecc. e cercare di vedere un dialogo tra parti. E quindi? E invece? Tutto buttato al diavolo. L’apice dei siciliani ratti e non penso alla mafiosità (che per storia e riferimenti cinematografici ci potrebbe stare) ma proprio alla scelta dell’animale rappresentativo degno delle migliori propagande anti immigrati italiani che venivano simbolizzati esattamente dai ratti, il fattone (magari comunistello) toscano, il furbone del nord, il napoletano scippatore e taroccatore di dvd… e i personaggi principali invece che non vengono caratterizzati da dialetti e inflessioni non mi toccano meno visto che almeno a partire dagli 80/90 si cerca di studiare i dialetti come lingue non come vergogne. Ho voluto ascoltare la versione in inglese per capire se lo scivolone fosse italiano ma no, niente e comunque resterebbero i ratti (cavolo i ratti no eh.. https://it.wikipedia.org/wiki/Antitalianismo#/media/File:Anti-Italian_cartoon_published_in_Judge_magazine,_1903.jpg metto un link a mia nota)
Sembrano dettagli minori ma sono sottili e insinuosi.
Insomma una storia contro gli stereotipi selvaggi vs buoni intrisa di stereotipi. Il mezzo è il messaggio vale sempre.

4 commenti

  1. Stefania / 16 Novembre 2022

    Sollevi una questione molto interessante che, sinceramente, non avevo preso in considerazione, quando ho visto il film, alcuni anni fa.
    Così, mi sono messa a cercare un po’ di informazioni sui personaggi, perché ti confesso che non ricordo molti dettagli di Zootropolis.

    Mr. Big è una particolare specie di toporagno, quello artico (tanto che, nel film, i suoi scagnozzi sono orsi bianchi), e non un ratto. Sono entramb muridi, come il topo comune.
    In teoria, la scelta di un animale così piccino per impersonare un boss del crimine è in linea con la morale del film: per affermarci nella società, tutti lottiamo contro i nostri limiti (in questo caso, le dimensioni ridotte).

    Però, ho capito cosa intendi, circa l’accostamento italiani-ratti. L’abbinamento del film è più “innocente” di così, ma è pur vero che, a pensarci sopra, il binomio appaia lampante.
    Se, davvero, l’accostamento avesse scopi maliziosi (leggi: denigratori), che, in caso di corrispondenza, dubito che verranno mai ammessi, si tratterebbe di una scelta esecrabile e, effettivamente, il film sarebbe ampiamente ipocrita.
    Ti ringrazio per aver messo in luce questo dettaglio che non mi pare sia stato affrontato, perlomeno in Italia, al di fuori di qualche discussione online. Fondato o meno, lo trovo interessante.

    Però, per quel che riguarda gli accenti locali (escluso quello di Mr. Big che, anche nella versione originale, parla -e gesticola- con cadenza italoamerican-iota, il che, a prescindere dall’animale impiegato, identifica gli unici italiani del film con dei criminali dalla tipizzata estetica mafiosa), vedi bene che siamo i primi a darsi la zappa sui piedi, a proposito di stereotipi culturali (non che questo giustifichi l’eventuale “malizia” di cui sopra, eh).

    • aminta / 16 Novembre 2022

      Ti ringrazio, mi rincuora che la ricerca sul tipo di animale non corrisponda ad un ratto e forse mi aveva colpito e condizionato il fatto che mentre viene minacciato uno dei personaggi chiama Mr Big ‘ratto’ quindi forse ho associato l’animale direttamente.
      Il film mi è piaciuto e mi ha creato uno strano stato tra l’apprezzamento e la frustrazione.

      • Stefania / 16 Novembre 2022

        La sensazione che provi, per caso, è dalle parti di: “Mi sono divertita, guardando un film che mette in scena con nonchalance questo e quell’altro stereotipo e quell’altro ancora e io, nella vita reale, li aborro tutti! Argh! Com’è possibile?”

        • aminta / 16 Novembre 2022

          Forse è stato ancora più strano.. mi rendevo conto di stare guardando tutto con felicità, proprio per usare la parola più diretta e semplice, sorriso deliziato per piccoli dettagli (per esempio l’arrivo nella tenuta del pangolino) e poi alla scena con Mr Big ero del tipo ‘ma..noooh’ e la seconda parte del film l’ho seguita invece con quella sensazione che descrivi tu, un misto di ‘che bello!’ e ‘accidenti no!’

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