Recensione su Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte I

/ 20146.6502 voti

Provaci ancora, Francis / 26 Novembre 2014 in Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte I

Rispetto al precedente capitolo, questo Mockingjay fa decisamente qualche positivo passo avanti per il sottoscritto. Abbandonata la formula dei giochi (che sinceramente avrebbe un po’ annoiato proposta per la terza volta di fila), Francis Lawrence decide di virare su uno stile più riflessivo, concentrandosi molto di più sulla maturità del personaggio Katniss e sulla sua trasformazione in simbolo, quello della rivolta dei Distretti contro Capitol City.
Ho apprezzato l’idea di soffermarsi in questo film su una lotta più “mediatica” che fisica, combattuta non direttamente con le armi, ma attraverso i discorsi d’incoraggiamento davanti alla telecamera e le manipolazioni. E’ vero che la narrazione sembra procedere un po’ a rilento, ma c’è anche da considerare che il film si basa nello specifico sulla prima parte di un romanzo, e che lo spettatore si trova ad assistere in pratica ad una sorta di dilungato primo tempo. Primo tempo a cui fa seguito un enorme intervallo (pressapoco un anno) prima del gran finale.
Alcune piccole note sparse: Woody Harreldson, con poche scene a disposizione, fa sempre la sua bella figura. Scontata ma doverosa (e soprattutto apprezzabile) la dedica a Philip Seymour Hoffman. Lorde, autrice del brano principale, e relativa colonna sonora decisamente promossi.

2 commenti

  1. carolalf / 27 Novembre 2014

    Vorrei precisare che non è un’idea del regista quella di abbandonare la formula dei giochi, ma è quanto accade nel romanzo… Devo dire che non vedevo dei film così fedeli ai romanzi da parecchio tempo e la trovo una bella cosa.

  2. Francesco / 28 Novembre 2014

    @carolalf Mi sono espresso male e mi scuso: volevo dire che Lawrence, tra questo film e il precedente, sembra quasi mutare di netto il suo stile registico. La ragazza di fuoco (che non ho apprezzato moltissimo) mi è sembrato meno incentrato sui personaggi e più invece sulle loro azioni effettive. Questo Mockingjay invece l’ho trovato molto più riflessivo, con uno stampo decisamente meno “action”, forse anche più cupo e tragico dei precedenti film. Che l’idea non sia del regista ma dell’autrice è scontato. Non ho letto i libri, ma non nutro dubbi che il film segua (perlomeno a grandi linee) la narrazione della Collins. Il mio discorso si riferiva alla virata di tendenza di Lawrence più che altro, che guarda caso mi è sembrata combaciare con l’abbandono della formula degli hunger games.

Lascia un commento