Recensione su Amici di letto: istruzioni per l'uso

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Amici di letto: istruzioni per l'uso
Regia:

La cosa più triste è che Jamie e Dylan potrebbero esistere sul serio. Anzi esistono. / 16 Giugno 2012 in Amici di letto: istruzioni per l'uso

E’ triste constatare sulla propria pelle il crescente declino del cinema di puro stampo USA. Dalle tristissime commedie per famiglie che ormai non stupiscono più nemmeno i propri pesci rossi, alla commedia in stile Tom Hanks e Larry Crowne, dove la noia supera perfino i buoni sentimenti, il chè è teoricamente impossibile, ma purtroppo praticamente reale. Ecco perché si cercano nuovi modelli di cinema, meno attaccato alle origini e più aperto ad un pubblico giovanile. Magari usando l’idea della trasgressione come base, condite da un umorismo becero a cui ormai siamo abituati e mescolando tutto usando un cast che si potrebbe rispettare solo ad occhi chiusi. Nasce così Amici di Letto, commedia demenzialmente idiota che si propone come continuazione di un nuovo filone intitolato dai (soliti) critici italiani come quello degli scopamici. Ora, ci sarebbe da domandare da dove venga il termine e qual è il suo senso, ma questo viene tralasciato, anche perché davanti ad un’opera di questo “spessore” le domande sono superflue. Amici di letto non funziona né come commedia pura né come demenzial comedy in stile American Pie, anzi, fa venire proprio nostalgia dei tempi in cui la commedia americana si fermava ai college. La comicità, grossolanamente definita così, è quella del Saturday Night Live e niente più; la trama si batte contro un incessante desiderio di farla finita per tutta la durata della ridicola pellicola; la regia è priva di potenziale e si perde in cose da niente. Rispetto al capostipite di questa nuova serie, ovvero Amici, amanti, e… del sedicente Ivan Reitman(che ha come unici meriti l’aver sfornato un figlio come Jason e un cult come Ghostbusters), questo film fa qualche passo avanti: si sa come manovrare i personaggi, tutti comunque troppo scontati e si sa bene che comunque si vada, si andrà a finire con la manfrina dei buoni sentimenti, annacquati in un cumulo di idiozie post nuovo millennio. I friends with benefits del titolo originale sono lo spaesato Justin Timberlake e Mila Kunis, usata come sopramobile più che per altro. I due si frequentano, dapprima solo per un rapporto lavorativo che poi diventa amicizia che poi diventa qualcosa di più. Praticamente i due si accordano a fare del sesso rimanendo comunque solo amici. Ma non hanno fatto i conti con l’approfondirsi della loro relazione e con quello che questa sarebbe potuta diventare. Dopo una prima scena iniziale che potrebbe promettere qualcosa di interessante il film scade in inutili gozzovigli di scene, messe una sull’altra, accartocciate e poi diluite alla meno peggio in una pellicola che non dice niente, non aggiunge niente e che forse sbaglia anche e soprattutto nella sua idea di cinema. Fai un film in cui c’è tutto tranne la semplicità, in cui tutto è trasgressione, una vera e propria Rated-R Comedy e poi ci infili un lieto fine hollywoodiano completamente non sense. Tremendo. Veramente tremendo. Magra consolazione, c’è il cigno nero Mila Kunis seminuda in metà delle scene del film. Lei non è mai stata così bella. La commedia americana ha vissuto momenti migliori. Tanti, ma tanti, ma tanti momenti migliori.

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