Porco Rosso

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Porco Rosso

Porco Rosso, asso dell'aviazione italiana durante la Prima Guerra Mondiale, è ridotto a fare il cacciatore di taglie in seguito a un misterioso incidente che l'ha portato ad avere l'aspetto di un maiale antropomorfo. Grazie alla sua abilità diventa un ostacolo ai traffici dei Pirati dell'Aria, che decidono di ingaggiare un famoso pilota per mettere fuori gioco il pericoloso avversario.
scimmiadigiada ha scritto questa trama

Titolo Originale: 紅の豚
Attori principali: Shūichirō Moriyama, Tokiko Kato, Bunshi Katsura Vi, Tsunehiko Kamijô, Akemi Okamura, Akio Otsuka, Hiroko Seki, Reizō Nomoto, Osamu Saka, Yu Shimaka, Mahito Tsujimura, Minoru Yada, Yoko Soumi, Mostra tutti

Regia: Hayao Miyazaki
Sceneggiatura/Autore: Hayao Miyazaki
Colonna sonora: Joe Hisaishi
Fotografia: Atsushi Okui
Produttore: Yoshio Sasaki, Sokai Tokuma, Yasuyoshi Tokuma, Matsuo Toshimitsu, Toshio Suzuki
Produzione: Giappone
Genere: Orientale, Azione, Fantasy, Animazione
Durata: 93 minuti

Dove vedere in streaming Porco Rosso

“Un maiale che non vola è soltanto un maiale” / 8 Novembre 2020 in Porco Rosso

Un’opera straordinaria, una meraviglia delle meraviglie.
Miyazaki, tra gli scenari da sogno proposti nelle sue pellicole, la bellezza di ventotto anni fa v’inserì anche l’Italia(nello specifico la costiera adriatica che affaccia a Nord Est), nella sua idea crocevia di viaggiatori e avventurieri di varia natura.
Un luogo fondamentale nella prima metà del Novecento(per tutta una serie di motivi storici e strategico – geografici che ci lasciano immaginare che la scelta del regista giapponese non sia stata per niente casuale) ma questo non è un film di guerra o sulla guerra(pur trovandoci a cavallo tra due guerre mondiali), il contesto serve esclusivamente a creare la giusta suggestione per rendere fascinose le figure che si è scelto di rappresentare.
Porco Rosso è, di fatto, un film che sceglie il ritmo e l’avventura senza calcare troppo la mano ,com’è avvenuto in precedenti e in successive pellicole poi, su messaggi etici e su scenari apocalittici in cui v’era sempre una parvenza di umana catastrofe.
Miyazaki costruisce un’opera piena di sfumature, di momenti divertenti e di lievissime malinconie, d’imprevisti controsensi e d’azione per l’azione.
Certo non mancano i suoi temi principali come l’amore per la natura, il destino avverso che si scaglia contro l’ignaro protagonista, l’amore, la dolcezza e la bellezza infantile che hanno sempre contraddistinto le sue opere, nè gli scenari da lui tanto amati in Nausicaa(il cielo è nuovamente protagonista, in questo caso dalla prima all’ultima sequenza) ma, a differenza delle altre sue opere, questa volta il maestro sceglie un protagonista-eroe maschile, addirittura restituito sotto le inconsuete sembianze d’un animale considerato tutto fuorché impavido.
Sarà la piccola Fio (come prima di lei Nausicaa e Sheeta, e dopo di lei Kiki, San, Chihiro e Sophie) che attraverso l’amore e il coraggio riuscirà a infondere speranza nel giovane aviatore, ergendosi così a personaggio salvifico della serie e come specchio in cui riflettere tanto i bagliori dell’anima quanto i dubbi e le malinconie.
Torna anche il tema della maledizione e della metamorfosi che ci riporta alle sorti del principe guerriero Ashitaka (La principessa Mononoke) e della giovanissima Sophie (tramutata in una pur arzilla vecchietta ne Il castello errante di Howl).
Nulla è lasciato al caso in questo lungometraggio, meno che mai i dettagli che nell’insieme sono frutto di una ricerca estetica quasi maniacale da parte del regista(è impressionante la ricostruzione che fa dei paesaggi, degli interni e delle atmosfere del nostro paese tanto da riuscire a ricostruire un’ambientazione verosimile intrisa di tanto gusto retrò).
E’ un film molto più maturo rispetto alle sue precedenti opere, originale, a tratti romantico, rivestito di un’aria di malinconia che parla d’ amore, di fiducia nel genere umano, di un desiderio di libertà perfettamente rappresentato dal volo, ma è anche una vicenda di grandissima simpatia, capace di strappare più di un sorriso allo spettatore (e anche qualche lacrima).
Un film animato per adulti che si godranno una vicenda matura e ben narrata, con diversi rimandi alla nostra storia passata e al nostro paese in cui non potranno non ritrovarsi ma che, con diverse chiavi di lettura, si presta anche a una visione scanzonata e divertente da parte dei più giovani, grazie soprattutto alla presenza di un protagonista sì tormentato, romantico e malinconico, ma anche molto simpatico a livello grafico.

P.s. Recensione postata da me su altri siti.

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Porco Rosso / 3 Maggio 2020 in Porco Rosso

“Porco Rosso” è il film romantico di Miyazaki. Marco Pagot è un aviatore; in particolare, si guadagna da vivere cacciando i pirati del cielo. Ma Marco Pagot è anche “Porco Rosso”: un aviatore antifascista, trasformato da una maledizione in maiale, giudicato come antisociale dal regime mussoliniano. Egli conquisterà l’amore di Fio e Gina. I pirati assumono Curtis, il più grande aviatore americano, per abbatterlo: ma la battaglia tra i due(degenerata in scazzottata) è vinta da Marco.
Il film rientra a pieno nella poetica di Miyazaki: troviamo la fascinazione-critica della società tradizionale giapponese(nel buddhismo il maiale rappresenta l’ignoranza, ma nel film “porco rosso” è un classico insulto della demagogia fascista, dunque nell’ottica di Marco è “meglio essere porci che fascisti”), l’amore adolescenziale(l’amore proibito di Milo per il porco, qualcosa di vagamente simile lo ritroveremo nella “Città Incantata”) e sopratutto il “dramma del sopravvissuto”(Porco è l’unico sopravvissuto tra i suoi compagni), dove emerge il dualismo di Marco come personaggio eroe per la sua militanza e vittima del suo destino(ricordiamo che i sopravvissuti della seconda guerra mondiale in Giappone vennero ripudiati e dimenticati dalla popolazione). Centrale è dunque un romanticismo da romanzo ottocentesco: l’unica via di fuga per Marco è il volo, la sublime esaltazione della libertà.
Uno dei tanti film dello Studio Ghibli meritevoli di essere visti e rivisti.

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“Piuttosto che diventare un fascista, meglio essere un maiale” / 12 Giugno 2015 in Porco Rosso

E ho detto tutto.

26 Marzo 2015 in Porco Rosso

Il meno visionario dei film di Miyazaki, eppure forse proprio per questo, paradossalmente, anche il meno realistico. I pochi elementi fantastici – la trasformazione del protagonista in suino, la flotta celeste di aeroplani – rimangono isolati e inspiegati rispetto alla vicenda, con qualche punta misticheggiante di troppo. I personaggi sono spesso poco credibili e scontati (Fio, Curtis, anche Gina), e la vicenda non sempre si svolge del tutto logicamente; anche il finale è abbastanza gratuito.
Rimane la bella ambientazione, tra una Dalmazia e un’Italia sublimate dalla fantasia dell’autore, e il tono piacevolmente elegiaco.

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4 Dicembre 2014 in Porco Rosso

Una delle più belle viste che si godono sulla terra è il cielo, la cui grandiosità supera ogni immaginazione. Il panorama celeste con la sua sconfinata e pittorica maestà avvolge l’intera terra: a est uno splendore dorato annuncia l’alba, mentre ad ovest il cielo cremisi da addio al giorno. Benché in genere sia azzurro, il cielo può tingersi di qualsiasi sfumature di colore: arancione, cremisi, verde, bianco splendente, grigio tetro ecc… Tutto dipende da come le onde luminose entrano nell’atmosfera e da ciò che incontrano nel loro tragitto verso il basso. Il fascino di questo mondo, apparentemente vicino, ma poi lontano, ha spinto molti artisti, e non, a ricamare con una cornice di passioni, sogni e significati il desiderio di farne in qualche modo parte.
Un genio moderno, Hayao Miyazaki, ha sfruttato perfettamente la bellezza di questo tetto meraviglioso, utilizzandolo come sfondo per i suoi voli poetici. Laputa, Il castello errante di Howl, Porco Rosso e Si alza il vento, sono la manifestazione sublime di come sia bello volare in un cielo ricco di poesia.
Una delle pellicole impresse nel mio cuore è Porco Rosso, un maiale, tra i più esperti piloti di idrovolante, in un Italia prossima all’avvento del fascismo. Marco Pagot è il vero nome del protagonista, in onore dei fratelli Pagot, fumettisti italiani creatori di Calimero, ed è ormai il solo a rifiutare il desiderio di rivalsa, di rinnovamento dopo una guerra vincente ma incerta ed esasperante. Celebre la frase “meglio porco che fascista”. Egli è l’unico a non avere sembianze umane e sarà il solo al conoscere il motivo della sua maledizione. Il maiale, secondo il credo buddista, rappresenta la personificazione stessa di tutti i peggiori difetti umani. Questo non significa che il nostro protagonista sia in realtà un personaggio dalla connotazione negativa; il fatto stesso che la sua metamorfosi improvvisa l’abbia trasformato in un suino ci aiuta invece a conoscerlo. Infatti nella storia affascina ciò che abilmente viene celato, ciò che puoi scoprire analizzando ogni singola pennellata, ogni singola rima poetica: la guerra, la metamorfosi, il volto di Porco, sono le invisibili fondamenta della narrazione. Nessuno farà luce sul suo passato. Verremo tuttavia catapultati in un sogno onirico e da semplici spettatori osserveremo gli idrovolanti dei piloti caduti, disegnare curve di blu, rossa e verde poesia, lasciando al sognatore il ricordo di un passato triste e ormai troppo lontano che mai conosceremo fino in fondo.
Il maestro Miyazaki ha una vera e propria passione per il volo e certo non la nasconde. Gli aerei, gli idrovolanti e qualsiasi altro velivolo capace di librarsi in aria, sono quasi un consuetudine per il regista. Essi rappresentano il centro gravitazionale del mondo di Porco, l’elemento fondamentale del quadro, il soggetto e la musa ispiratrice del poeta- pittore Miyazaki. “…un maiale che non vola è solo un maiale”.
Come spesso accade in molti film targati Ghibli- Miyazaki, la donna ricopre un ruolo fondamentale. Essa costituisce il necessario complemento del protagonista. Madame Gina è colei che lo tiene legato al passato, mentre la giovane Fio Piccolo, col suo genuino amore e con la dolcezza della sua tenera età, lo proietta verso un futuro ricco di speranza e amore. “A vedere te, Fio, mi viene da pensare che l’umanità non sia poi da buttar via…”. Il presente? È ciò che Porco vive in questo film, dove non c’è mai una lotta tra bene e male. Miyazaki rinuncia come sempre a questa eterna battaglia: i pirati del cielo, il boss della Mamma Aiuto, Donald Curtis si dimostreranno dei personaggi amabili quanto i protagonisti stessi.
Il Ghibli soffia nel cielo sconfinato dell’animazione con questo straordinario capolavoro da non perdere.

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