Recensione su Twin Peaks

E’ difficile definire una serie che è in grado di spaziare così facilmente su più generi senza cadere nello spettro della banalità o dell’eccessivamente pretenzioso. Lynch e Frost confezionano un vero e proprio gioiello del piccolo schermo, creando un prodotto che riesce a far convivere sullo stesso piano soap opera rosa, thriller poliziesco, horror sovrannaturale e anche un po’ di sinistro humour.
Twin Peaks è fondamentalmente un articolato intreccio di storie e di personaggi. E’ il racconto in trenta puntate di una piccola comunità all’apparenza serena e senza macchia. Nel profondo, nella parte meno visibile e più nascosta, è dotata invece di una sorta di aura oscura, dove tutti i suoi stravaganti abitanti hanno segreti, dove cospirano continuamente gli uni con gli altri. Tradiscono, ingannano, uccidono perfino, se necessario. Infatti sarà proprio un omicidio l’inizio di tutto, l’atto che innescherà la fiamma in grado di portare alla luce verità scomode quanto spaventose.
Sono tanti gli aspetti che rendono questa serie degna di essere visionata. Dall’azzeccata colonna sonora di Badalamenti (sono certo che con grande fatica dimenticherete le note che accompagnano la sigla iniziale) alle interpretazioni del ricco cast, un minestrone di personaggi fantasiosi, improbabili e davvero originali.
Parlando di originalità, lascerà spiazzati il finale, assolutamente coraggioso e fuori dagli schemi. Ok, non porta alla luce tutte le risposte e lascia molto in mano all’interpretazione dello spettatore, ma l’esperienza che lascia Twin Peaks evade dal classico appagamento da “spiegone finale” servito su un piatto d’argento. Quando la tv si spegnerà sui titoli di coda, abbiamo già un forte senso di nostalgia. In qualche modo vorremmo tornare in quell’universo misterioso. Inquietante, sì, ma allo stesso tempo incredibilmente affascinante.