Recensione su Too Old to Die Young

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L’apocalisse secondo Refn / 23 Luglio 2019 in Too Old to Die Young

Cinema all’ennesima potenza. Eppure nei cinema (quelli con la c minuscola) non ci finirebbe neanche per sbaglio. L’opera di Refn, spacciata su Amazon Prime come una serie tv, e nemmeno piazzata in homepage nonostante sia un’esclusiva della piattaforma streaming, è un affascinante, deviato, violentissimo tuffo a capofitto nel mondo del regista danese. Prendere o lasciare, se avete odiato Solo dio perdona, difficilmente apprezzerete questo viaggione di 13 ore che, sintetizzando, non è altro che una versione espansa del film con Ryan Gosling. L’estetica si prende tutta la scena. Ipnotica, conturbante e disturbante. Perfetta rappresentazione di un atipico noir illuminato dai neon saturissimi di una Los Angeles popolata da demoni. Too old to die young è l’apocalisse secondo Refn. Il mondo della violenza. La perdita definitiva di morale, di umanità. La disfatta ultima degli Stati Uniti, che verranno schiacciati dal più brutale Messico. Perché più vero. Senza leggi ipocrite. Inutile parlare della trama. I personaggi sono meravigliose allegorie. Angeli sterminatori. Portatori di morte e distruzione. Se presa come serie tv, quest’opera potrebbe tranquillamente avere una seconda stagione, come concludersi con l’ultimo splendido fotogramma del decimo episodio, dopo una lunga danza di morte dove immagini e musiche (superbe, il solito Cliff Martinez) si fanno costantemente una scopata. Ovviamente malata e disturbante, come tutto il sesso incestuoso e violento che permea questo film. Cambi di registro improvvisi, che arrivano a sfociare persino nella commedia demenziale (ed è ovviamente una critica feroce agli Stati Uniti di Trump). Alcune sequenze destinate a rimanere impresse nella memoria per anni. Un cult assoluto. Tutto il cinema di Refn. Tutta la sua estetica, che fa venir quasi voglia di leccare via dallo schermo quelle immagini meravigliose. Potreste tranquillamente premere pausa all’improvviso e screenshottare un fotogramma a caso. Se poi ci fate un poster, sarà il più stiloso che possiate mai appendere alle pareti di casa. Poi ci sarebbero da interpretare simboli, allegorie, scene al limite del surrealismo di David Lynch. Ma questa è un’altra storia.

4 commenti

  1. Stefania / 24 Luglio 2019

    Devo devo devo iniziarla, basta rimandare!

  2. michidark / 24 Luglio 2019

    Aspetto la tua recensione allora. Io proporrei, eccezionalmente, di aggiungere Totdy anche nella sezione “film” e non solo “serie tv”. Sarebbe cool

  3. Stefania / 14 Ottobre 2019

    L’ho iniziata e ne sto subendo il fascino: spero di non sbagliare il paragone etologico, ma mi sento turbata come un topo davanti a un serpente <3

  4. rust cohle / 16 Gennaio 2020

    @michidark tra l’altro in alcune scene la tensione sessuale si taglia con il coltello, cosa non facile da costruire. E spesso l’assenza di musica tende a esaltare questo fattore e ti giuro che mi toglie il fiato, mi sento intimorito e allo stesso tempo “eccitato”. Madò quanto amo Refn.

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