Recensione su Fleabag

/ 20168.1147 voti

Originale e mai banale / 21 Novembre 2018 in Fleabag

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Prima stagione
Fleabag, produzione seriale BBC-Amazon, mi è piaciuta perché non è mai banale, anche se affronta temi già trattati ampiamente al cinema e in tv.
Nel corso di soli 8 episodi (durata media: 25 minuti), la serie televisiva racconta le sfaccettature della vita instabile di una trentenne londinese senza nome. In teoria, il suo nome sarebbe proprio Fleabag, ma non è un nome proprio, è un soprannome che mi pare non venga neppure mai pronunciato. In sostanza, il termine inglese – che, letteralmente, potrebbe significare “pulce da borsa”- indica una persona che cura poco la propria igiene e che, appunto, ha le pulci.
La protagonista non ha di questi problemi: è lei la pulce. Come un insetto infestante ed emotofago, Fleabag urtica le persone con cui entra in contatto. Lo fa naturalmente, senza colpa. Inquieta chi la circonda, perché è troppo libera, schietta, senza filtri e la sua appariscenza non artificiosa la mette in competizione con il resto del mondo, quando lei, dal mondo, vorrebbe solo un abbraccio.

Inizialmente, grazie anche al continuo sfondamento della quarta parete da parte della protagonista, Fleabagsembra una comedy anticonformista su una giovane donna emancipata, benché un bel po’ incasinata. Strada facendo, si scoprono la sua spontanea capacità di complicare ogni cosa, anche la più banale, le sue debolezze e le sue profondissime paure.
L’ultimo episodio, in questo senso, è straziante e alza l’asticella dell’empatia a livelli stratosferici.
La serie è uscita nel 2016 e solo ultimamente ho sentito parlare della messa in onda di una seconda stagione, prevista nel 2019. Eppure, nonostante alcune “porte aperte”, per me sarebbe bello che Fleabag si chiudesse qui. Le sequenze conclusive sono decisamente compiute e significative.

Bravi gli attori. Phoebe Waller-Bridge (Fleabag), che non conoscevo, ha un viso e una presenza scenica estremamente interessanti. Brett Gelman, che avevo già visto in altre serie tv (Love, Stranger Things), interpreta bene il cognato ambiguo (facendomi venire in mente che sia Mickey di Love che Fleabag sono ragazze che usano il sesso per affermare la propria identità). In un ruolo particolarmente antipatico, c’è anche Olivia Colman, Coppa Volpi a Venezia 2018 per la sua interpretazione ne La favorita di Yorgos Lanthimos.

Voto prima stagione: sette stelline e mezza.

Seconda stagione
[Aggiornamento del 26 maggio 2019]
La seconda stagione di Fleabag rappresenta una evidente maturazione della protagonista: attraverso le vicissitudini raccontate nel primo ciclo di episodi, ha intuito i propri difetti, limiti e potenzialità e, qui, prova a mettere a frutto ogni consapevolezza acquisita. I guai continuano a pioverle addosso e intorno, ma lei è evidentemente più corazzata di un tempo e, se possibile, equilibrata. Vive una passione inattesa e travolgente per un uomo irraggiungibile (molto bravo Andrew Scott), continua a combinare qualche pasticcio, ogni tanto inciampa nei suoi vecchi problemi (per esempio, scambia matematicamente l’ammirazione per una persona che le ha concesso sincero interesse con l’attrazione sessuale, vedi l’episodio con Kristin Scott Thomas), ma a me è sembrato chiaro che si sia evoluta, che sia cresciuta interiormente.

La conclusione dell’ultimo episodio è divertente, commovente e, in un certo modo, straziante. E non solo per l’addio a quello che potrebbe essere l’uomo fondamentale della sua vita (eppure, quella volpe…).
Dopo che, nel corso di questi episodi, la protagonista ha esplicitamente definito noi, il pubblico, i suoi unici amici, ci saluta, con un sorriso e gli occhi umidi, ci lascia a una fermata del bus. La telecamera si sbilancia, barcolla, proprio come una persona colta alla sprovvista che domanda: “Veramente? Ma… Davvero? Sei sicura? Io…”, rassegnandosi a malincuore a lasciar andare via una persona amata ma così risoluta che ha deciso di dare una nuova svolta, speriamo perlomeno positiva e non autodistruttiva, ai propri giorni.

È per questo che sono abbastanza sicura che Fleabag non avrà un ulteriore seguito (perlomeno, mi sembra corretto che non lo abbia). La malinconia carica di prospettive degli ultimi minuti di show mi sembra un’ottima e giustificata conclusione delle (dis)avventure della protagonista, uno dei più bei personaggi femminili visti ultimamente sul piccolo schermo.

Voto seconda stagione: nove stelline.

6 commenti

  1. Federico66 / 23 Novembre 2018

    e si… un vero gioiellino

    • Stefania / 24 Novembre 2018

      @federico66: ma sai che volevo proprio chiederti cosa ne pensavi? 🙂 (avevo notato che sei utente Amazon – o che, perlomeno, guardi serie Amazon Prime, ecco- e mi domandavo se avessi visto anche questa serie)

  2. Insomnium / 24 Ottobre 2019

    Ringrazio Stefania per avermi fatto scoprire questa perla!

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