Recensione su Andor

Un prodotto soporifero come pochi.
Lento, dispersivo, confuso, affollato di personaggi e storyline parallele (il titolo è Andor ma buonissima parte del focus è concentrato sulla vita privata di Mon Mothma – marito che, come al solito, superficiale e ottuso “non la capisce”, e figlia adolescente in conflitto – con le sue segrete manovre anti-regime a fare da sfondo, nonché sulla vicenda personale di tale Syril Karn – tizio che sembra uscito dritto dritto da una pellicola dei fratelli Coen per quanto concerne il filone narrativo che lo riguarda e le sue dinamiche private), pieno di nodi irrisolti (prevedibilmente da affrontare nella scontatissima S2), piatto, davvero poco starwarsiano (se si eliminano i fugaci riferimenti indiretti all’imperatore Palpatine diventa una qualsiasi roba anonima sci-fi sul genere distopico) e privo di caratterizzazione (pianeti, astronavi, alieni…allo spettatore viene mostrato poco o niente di tutto questo).
Noia a più non posso.
Cosa aspettarsi, dopotutto, da un serial basato su di un personaggio minore proveniente da un lungometraggio minore appartenente a un filone narrativo minore?
Bocciato per inutilità manifesta.