16 Gennaio 2023 in La sposa turca

Depresso, ubriaco e strafatto Cahit, di origine turca ma in Germania da molti anni, va a schiantarsi contro un muro rischiando la vita. Dagli accertamenti però si scopre che l'incidente in realtà è stato un tentato suicidio, e Cahit viene ricoverato in una clinica psichiatrica; qui conosce la giovane Sibel, anche lei di origine turca e suicida mancata, che gli fa una strana proposta: prenderla in moglie per aiutarla a fuggire dall'oppressiva vita nella sua molto conservatrice famiglia. Cahit accetta, in cambio di metà affitto pagato e delle pulizie domestiche, ignaro che saranno ben altri i cambiamenti che la ragazza porterà nella sua vita. Vincitore dell'Orso d'Oro al Miglior film al Festival di Berlino 2004.
laschizzacervelli ha scritto questa trama
Titolo Originale: Gegen die Wand
Attori principali: Birol Ünel
Sibel Kekilli
Catrin Striebeck
Güven Kıraç
Meltem CumbulStefan Gebelhoff, Demir Gökgöl, Cem Akin, Aysel Iscan, Francesco Fiannaca, Mona Mur, Ralph Misske, Philipp Baltus, Zarah Jane McKenzie, Hermann Lause, Orhan Güner, Adam Bousdoukos, Mehmet Kurtuluş, Selim Erdoğan, Tim Seyfi, İdil Üner, Maceo Parker, Fanfare Ciocarlia, Feridun Koç, Tulga Serim, Tugay Erverdi, Andreas Thiel, Mostra tutti
Regia: Fatih Akin
Colonna sonora: Klaus Maeck, Maceo Parker, Alexander Hacke, Bülent Ersoy
Fotografia: Rainer Klausmann
Costumi: Katrin Aschendorf
Produttore: Andreas Schreitmüller, Fatih Akin, Stefan Schubert, Ralph Schwingel, Mehmet Kurtuluş, Jeanette Würl, Andreas Thiel
Produzione: Germania, Turchia
Genere: Drammatico
Durata: 117 minuti
Contro il muro. Ecco quale sarebbe il titolo originale del quarto film di Fatih Akın, regista tedesco di origine turca. Ennesimo titolo instupidito dalla traduzione italiana, quasi al livello dell’abominevole Se mi lasci ti cancello.
Un film che parla fondamentalmente d’amore, ma che è ben lontano dai classici romantic movies di cui Hollywood ci ha ormai saturato.
La Sposa Turca affonda le sue radici innanzitutto nell’interpretazione impeccabile dei suoi attori principali, Birol Ünel, nato davvero a Mersin come affermato nel film e Sibel Kekilli, al suo primo debutto lontano le telecamere della pornografia.
Un film carico d’emotività sviluppato sull’incontro necessario tra due persone che altrimenti sarebbero morte se non si fossero mai conosciute.
Da un lato Sibel, giovane turca soffocata dalla famiglia, ma che vorrebbe vivere e godersela secondo le sue regole. Dall’altro Caiht, sbandato di mezza età, ancora distrutto per la morte della moglie.
Due vite allo sbando, che inseguono l’autodistruzione come unica via di fuga, la “coppia ideale” da unire in matrimonio. Che poi sarebbe un finto matrimonio per liberare almeno Sibel dal peso di vivere, identificato nelle tradizioni culturali/ideologiche del suo paese d’origine.
Akin ricostruisce due esistenze passate e future intorno un sentimento più o meno corrisposto, più o meno sentito, arricchito da un vortice di sentimenti e sensazioni vastissimo e coinvolgente.
Il cui finale imprevedibile rende pienamente giustizia a quanto visto.
Di Fatih Akim, finora, avevo visto solo il divertente Soul Kitchen che, pur trattando temi affatto banali, si manteneva comunque nel solco della commedia.
Perciò, questo Gegen die Wand, che, inizialmente, sembrava articolare la narrazione sullo stesso registro, mi ha tratta in inganno: l’inizio drammatico, infatti, pare via via stemperarsi con il procedere e l’approfondirsi del rapporto tra i protagonisti, tendendo, in maniera forse stereotipata, verso la commedia rosa.
Invece, con una sterzata dolorosa ed improvvisa, proprio quando ogni cosa pare decisa, il racconto cambia, spiazzando lo spettatore.
Ciò che più mi ha colpita è la rappresentazione della desolazione di Sibel, speculare a quella iniziale di Cahit: mentre dell’uomo vediamo l’apice del disagio, rappresentato dal suo tentativo di suicidio, della ragazza vediamo la discesa agli Inferi.
In maniera spaventosamente analoga a quella di Cahit, la cui messinscena ci viene preclusa e di cui non conosciamo esattamente sviluppo e durata, Sibel degrada il proprio corpo quasi sistematicamente, invocando un personale martirio.
Mentre, nella prima parte della pellicola, scopriamo il modus vivendi di Cahit, nella seconda siamo messi a parte di quello, nuovo e terribile, di Sibel: in lei, è rimasto pressoché intatto il desiderio di emancipazione, ma l’affrancamento dalle “nuove” convenzioni sociali coincide con una sua maggiore desolazione.
Sibel, infatti, è un guscio vuoto: privata di Cahit (e di un’identità culturale, seppur ingombrante: la famiglia, infatti, ne ha letteralmente cancellato l’esistenza) la sua ribellione è votata al solo annullamento di sé.
La terza parte del film, quella conclusiva, coincide con la maturità personale dei protagonisti e, francamente, il finale realizzato, seppur non lieto, è quello più logico.
Straziante, un vero pugno nello stomaco.
I due bravi interpreti protagonisti, Birol Ünel e Sibel Kekilli, esprimono coi loro sguardi e visi meravigliosi una gamma di sentimenti amplissima.
Questo film l’ho visto ieri per la prima volta e non mi esce dalla testa. Dritto dritto tra i miei preferiti.
Uno dei film piu’ belli visti di recente….film molto forte…. intenso, vivo e sincero, che si lascia vedere e ti tiene incollata fino alla fine perchè la storia è profonda e scava con impietosa lucidità nel dramma personale di lui e di lei
Ci fa vedere poi la realtà della comunità turca che vive in Germania, sul suo assurdo tradizionalismo, condito da un’incredibile dose d’ipocrisia e poi secondo elemento, la bravura degli interpreti, prima fra tutti la Sibel Kekilli
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