Recensione su 2046

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Un film emblematico, che omaggia l’amore come intramontabile memoria dei giorni. / 30 Agosto 2015 in 2046

2046 è una pellicola che si presta a speculazioni filosofiche di vario genere, ma tutte convergenti verso un archetipo di amore rimpianto, ormeggiato in un immutabile ricordo.
Seguito ideale dell’eccelso In The Mood For Love, la pellicola si sofferma, questa volta, e in maniera più marcata, sulle parole, simulacri di emozioni irruvidite dal tempo. Tempo che si scontra con la polvere e la mestizia di giorni passati, e amori che migrano in cerca di sopravvivenza.
Un numero, 2046, che rimanda a tempi, luoghi, e situazioni diverse. Un numero che altera la dimensione onirica dei sogni per consegnarli ad un presente orfano di intenti.
Come sempre Wong Kar-wai non delude, come del resto l’attore Tony Leung, che nell’interpretare un personaggio completamente diverso nel carattere e nell’indole rispetto al precedente In The Mood For Love, riesce a far collimare nei suoi sguardi insolenza e malinconia, ed un’avara visione del futuro.
Un film emblematico, che omaggia l’amore come intramontabile memoria dei giorni.

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