In the Mood for Love
/ 20008.0281 votiHong Kong, 1962: Chow Mo-Wan e la signora Chan traslocano nello stesso caseggiato nello stesso giorno, ma c'è qualcosa di ben più grave che li accomuna e che li porterà ad intrecciare una peculiare e paradossale relazione. Vincitore del premio per la Miglior interpretazione maschile - assegnato a Tony Leung Chiu-Wai - al 53º Festival di Cannes nel 2000.
laschizzacervelli ha scritto questa trama
Titolo Originale: 花樣年華
Attori principali: Tony Leung Chiu-wai, Maggie Cheung, Rebecca Pan, Kelly Lai Chen, Siu Ping-lam, Chin Tsi-Ang, Joe Cheung Tung-cho, Kam-Wah Koo, Chan Man-Lei, Julien Carbon, Charles de Gaulle, Laurent Courtiaud, Mostra tutti
Regia: Wong Kar-wai
Sceneggiatura/Autore: Wong Kar-wai
Colonna sonora: Michael Galasso, Shigeru Umebayashi
Fotografia: Christopher Doyle, Mark Lee Ping-Bing
Costumi: William Chang Suk-Ping
Produttore: Wong Kar-wai, Chan Ye-cheng
Produzione: Cina, Hong Kong, Cambogia, Tailandia
Genere: Orientale, Drammatico
Durata: 99 minuti
Dove vedere in streaming In the Mood for Love
Un film che è una vera e propria opera d’arte, da cui farsi affascinare, bello in ogni piccolo dettaglio, curato, diretto e interpretato in maniera eccellente. Ben lontano dai canoni occidentali che vogliono scene di esplicita passione, trame e finali scontati, il film racconta di due amanti platonici, di un amore incompiuto, (forse il più bello) e del malinconico ricordo di ciò che si è vissuto. Tutto è magnifico in questo film, i bellissimi abiti di lei, gli sguardi delicati, i luoghi, la pioggia complice, i colori tra cui il rosso che dipinge spesso la pellicola, i silenzi colmi di emozioni. E le musiche, perfette per deliziare lo spettatore e trasportarlo dolcemente, appunto, in the Mood of love. Stupendo.
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Inauguro l’anno con la doppia visione di un classico moderno a cui non mi ero ancora mai dedicato in vent’anni, aspettando di essere in the mood for In the Mood for Love.
Ho dovuto guardarlo due volte perché la prima è stata la notte di capodanno e non ho capito quasi niente e potrei anche aver dormito a tratti. Nella seconda visione invece ho potuto cogliere da subito tutti i riferimenti necessari per rimontare questa storia d’amore anomala e ribelle e, in definitiva, impossibile.
Proprio in questa progressione e nel pieno controllo di essa sta il valore e il coraggio di questo racconto. «Noi non saremo come loro» è la battuta ricorrente che vale (anche) come manifesto contro un secolo di cinema romantico occidentale.
Metaforicamente e letteralmente monumentale il finale ambientato fra le rovine di Angkor in Cambogia. Un sigillo di irripetibilità che vale per i protagonisti come per il cinema stesso.
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In The Mood For Love è un film che va ascoltato, lasciando che lo sguardo vaghi in direzione dei profondi ed ottenebrati silenzi di cui si esso si compone. Silenzi che ricamano tempi e luoghi evanescenti, in cui scorgere impalpabili destini.
La pellicola è l’emblema di una chimerica illusione, figlia di aspirazioni e desideri, lasciati in balia di etichette e convenzioni sociali. Ma soprattutto paure, che lambiscono le rive del rimpianto, per nutrirsi dei piccoli piaceri del passato.
Wong Kar-wai è abile a descrivere un amore racchiuso in un involucro senza tempo. Un amore onirico, celestiale, che non può essere raccontato, se non sotto forma di inconfessabile segreto.
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Delicatissima e bellissima storia di due solitudini e di un amore che non si è mai concretizzato lasciando ai due mancati amanti solo uno struggente ricordo.
Superlativi i due interpreti (premio a Tony Leung come miglior attore al festival di Cannes 2000 anche se io l’avrei assegnato alla stupenda Maggie Cheung) , ma superba la regia di Wong Kar-way.
Un ulteriore esempio di come ormai il grande Cinema si esprima sempre di più in lingua asiatica.
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La cosa più bella di questo film è che contano più le parole non dette, i dialoghi non pronunciati, le sensazioni che si muovono sotto la pelle e che la maestria di Wong Kar Wai va a ricercare nelle inquadrature dei personggi (bravissimi entrambi) che si raccontano, si incrociano, si conoscono e si amano.
La sceneggiatura di per sè conta poco, le battute se ascoltate di per sè comunicano poco, sono gli sguardi a far la differenza e a sostenere quest’intensa storia d’amore e di destini incrociati. Forse questa è un pò la cifra del cinema orientale.
Magnifica la fotografia che esalta i colori di ogni particolare, anche degli abiti della protaginista, e, come in altre occasioni, magistrale la scelta della musica.
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