“Principe Libero”: l’intervista alla sceneggiatrice Francesca Serafini

Dopo un felice passaggio nelle sale, la fiction su De André sarà trasmessa da Rai 1. La sceneggiatrice, già firma di "Non essere cattivo", ci ha raccontato la genesi e gli sviluppi di questo lavoro.

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“Principe Libero”: l’intervista alla sceneggiatrice Francesca Serafini

“PRINCIPE LIBERO” IN TV: L’INTERVISTA ALLA SCENEGGIATRICE, FRANCESCA SERAFINI

Dopo il successo riscosso durante il passaggio nelle sale cinematografiche avvenuto nelle scorse settimane, il 13 e il 14 febbraio Rai 1 trasmetterà in prima serata la fiction PRINCIPE LIBERO, una produzione televisiva in due puntate incentrata sul cantautore genovese Fabrizio De André (1940-1999).
La sceneggiatura di PRINCIPE LIBERO porta la firma di Francesca Serafini e Giordano Meacci, due membri della Banda Caligari di NON ESSERE CATTIVO (2015).
PRINCIPE LIBERO è il primo progetto biografico a cui la Serafini si è dedicata nella sua carriera cinetelevisiva. Grande appassionata di De André, ci ha raccontato questa esperienza molto significativa.

  • Fabrizio De André. Principe Libero
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    LA STUPEFACENTE PERFORMANCE DI LUCA MARINELLI

    NP: Partiamo da Luca Marinelli. Vista la sua stupefacente performance, sembra l’unico attore in grado di interpretare efficacemente De Andrè. Prima di prendere parte al progetto, conosceva approfonditamente la discografia del cantautore, la sua biografia?
    FS: In effetti, dopo aver visto l’intensità con cui ha saputo rendere Fabrizio sullo schermo, si ha la sensazione che non potesse esserci altro attore in grado di interpretarlo. Del resto, l’idea che fosse proprio lui è antica. Nel senso che la sceneggiatura di PRINCIPE LIBERO era pronta da anni, da prima di quella di NON ESSERE CATTIVO. Già allora, col regista [Luca Facchini] si pensava a Marinelli per il ruolo del protagonista. Poi, ci siamo conosciuti sul set di Caligari ed è stata una scoperta reciproca. È stato tutto molto naturale. Qualche tempo dopo, gli abbiamo fatto leggere la sceneggiatura della fiction e il processo creativo è diventato un lavoro di gruppo. Era fondamentale che l’attore protagonista fosse un appassionato di De André e Luca lo conosceva bene. Sua nonna lo ha introdotto all’argomento fin da ragazzino. Sulle prime, ovviamente, era spaventato dal ruolo, tenendo conto dell’importanza di De André. Poi, però, ci ha inviato una vecchia registrazione audio, solo voce e chitarra, di una sua esecuzione de Il testamento di Tito. Era fatta.

NON IMITAZIONE, MA INTERPRETAZIONE

Luca Marinelli in 'Principe Libero'

Luca Marinelli in ‘Principe Libero’

NP: Ancora prima che PRINCIPE LIBERO uscisse in sala, c’è chi ha storto il naso per la cadenza di Marinelli, non proprio genovese. Eppure, la rappresentazione del personaggio non ne ha risentito affatto.
FS: Esatto. È stato un “caso” inutile. Non abbiamo mai chiesto a Luca di imitare De André, tantomeno nell’accento. Non era nelle intenzioni di nessuno lavorare così. L’intero processo creativo si è basato su un preciso principio artistico: prendere le distanze dall’originale, studiarlo, metabolizzarlo e interpretarlo. Tutto il lavoro si è basato su una ricerca estremamente rigorosa nata dalla felicissima collaborazione e comunione d’intenti fra noi sceneggiatori, il regista Luca Facchini, gli attori e Dori Ghezzi. C’è un elemento drammaturgico in cui si esplica bene questa scelta, questa trasformazione della realtà in finzione. Il Fabrizio del nostro universo ha la voce di Luca e le canzoni sono eseguite da lui. Quando De André/Marinelli non è in scena, i brani sono quelli del Faber originale. La questione dell’accento e queste scelte musicali sono elementi perfettamente coerenti con le scelte di sceneggiatura.

UNA CANZONE D’AMORE DEDICATA A DE ANDRÉ

Luca Marinelli in 'Principe Libero'

Luca Marinelli in ‘Principe Libero’

NP: Ciò che emerge dal prodotto finale, infatti, è una fiction biografica, ma non documentaria e, soprattutto, non agiografica.
FS: Infatti. Il nostro intento era quello di scrivere la nostra canzone d’amore su e per Fabrizio, una versione apocrifa della sua biografia. Non abbiamo mai avuto intenti documentaristici. Inoltre, il percorso studio-rimozione-rielaborazione non può portare a un documentario. Come direbbe Attilio Bertolucci, è un racconto inventato dal vero. In PRINCIPE LIBERO, ci sono molti elementi che, pur basandosi su fonti precise, sono verosimili, ma non veri. Per esempio, le canzoni che De André e Villaggio cantano nelle bettole non sono quelle originali. Le abbiamo scritte io e Meacci, cercando di immaginare lo stile di quelle loro goliardate giovanili. Nella fase propedeutica alla stesura del soggetto e della sceneggiatura, abbiamo lavorato in maniera decisamente maniacale. Per dirla come Leopardi, ci siamo dati a uno studio matto e disperatissimo. Abbiamo avuto fra le mani tutto quello che è stato detto e scritto su De André e abbiamo conosciuto e frequentato persone che gli sono state molto vicine. Leggendo la sceneggiatura, Paolo Villaggio ci ha detto: Non c’è niente di vero, ma noi eravamo così.

IL VALORE DELLA COMPATTEZZA

Luca Marinelli in 'Principe Libero'

Luca Marinelli in ‘Principe Libero’

NP: Qual è la caratteristica principale su cui si fonda PRINCIPE LIBERO?
FS: La compattezza narrativa, ovvero la capacità di raccontare in contesti differenti il concetto di libertà negata. I due episodi che compongono la fiction sono nettamente divisi. La prima parte è una cavalcata negli anni giovanili di De André e Fabrizio è protagonista indiscusso del racconto. Non a caso, Marinelli è praticamente sempre in scena. La seconda dà molto spazio al rapimento di Fabrizio e di Dori, affronta solo 4 mesi di storia e la presenza di De André/Marinelli nelle varie situazioni si riduce. Nonostante questa cesura, il tema della limitazione della libertà è presente in maniera costante. La famiglia spinge Fabrizio verso lo studio, anche se lui è attratto da altre cose. La paternità precoce gli impedisce di dedicarsi a tempo pieno alla sua arte. La notorietà rischia di limitare le sue scelte autoriali. Il rapimento riassume in sé tutte le negazioni. La vita si blocca, si fermano le scene, il tempo si dilata, cambia il punto di vista, che non è più singolo, ma collettivo, includendo anche la famiglia.

UN DETTAGLIO DECISIVO

Valentina Bellè e Luca Marinelli in 'Principe Libero'

Valentina Bellè e Luca Marinelli in ‘Principe Libero’

NP: PRINCIPE LIBERO è la prima drammatizzazione dedicata alla biografia di De André. Come siete riusciti a superare il veto della sua famiglia che, finora, non aveva concesso l’autorizzazione a realizzare produzioni di questo tipo?
FS: In precedenza, Dori Ghezzi aveva ricevuto molte proposte, ma non ne aveva accettata nessuna. Non aveva mai trovato la spinta decisiva a vincere le sue resistenze. Intrecciata a quella di De André, c’è anche la sua vita. Credo che l’abbiamo convinta, perché non eravamo intenzionati a fare una rassegna lineare di eventi o curiosità su Fabrizio. Inoltre, è rimasta molto colpita da un dettaglio. Nel 1992, io e Meacci abbiamo partecipato alla stesura di un saggio, La lingua cantata, a cura di Gianni Borgna e Luca Serianni. Il nostro contributo verteva sulla lingua usata nei testi delle canzoni di De André. Riuscimmo a fargli leggere il nostro lavoro e Fabrizio ci invitò a incontrarlo e a discuterne insieme.

Valentina Bellè e Luca Marinelli in 'Principe Libero'

Valentina Bellè e Luca Marinelli in ‘Principe Libero’

Successivamente, De André scrisse per noi un contributo, confluito in un secondo saggio, in cui spiegava come per lui, raccontare di qualcuno in una sua canzone, consisteva nel trasformarlo. Perciò, non aveva mai cantato di Dori. Quando gliel’abbiamo mostrato, si è stupita, rendendosi conto che quel testo consisteva in una dichiarazione d’amore post-datata dedicata a lei. Allora, abbiamo iniziato a scrivere il soggetto di questa lunga storia condivisa da noi e da Dori, in cui c’è molto amore, molto romanticismo.

IL PREZIOSO AIUTO DI DORI

NP: Dori Ghezzi ha partecipato attivamente alla produzione?
FS: Sì e le siamo molto grati. Dori si è dimostrata una persona estremamente generosa e di grande intelligenza. Ha compreso puntualmente le ragioni drammaturgiche e i significati artistici delle nostre scelte, dei cambiamenti che abbiamo deciso di mettere in scena. Ha contribuito materialmente all’allestimento dei set, fornendoci perfino alcuni abiti suoi e di Fabrizio e ha coinvolto alcuni loro amici a partecipare alla fiction. Come ha detto anche Valentina Bellè, che la interpreta in PRINCIPE LIBERO, avere Dori sul set è stata una grande lezione. È un’esperienza davvero particolare avere la possibilità di avere accanto l’originale, quando si sta lavorando su un personaggio.

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