La fine dei ragazzi di vita / 17 Settembre 2018 in Non essere cattivo
Pochi giorni fa ho rivisto Non essere cattivo di Caligari e l’ho trovato uno dei film italiani (e non) più belli degli utlimi dieci anni.
Storia unica poi questa fotografia al neon che rispecchia una realtà malata, questa regia sporca che ruota intorno ai personaggi, sempre naturalmente presente .
Una sorta di continuo spirituale del ragazzi di vita pasoliniano, con la differenza che qui nemmeno il lavoro riesce a salvarti.
Ci sono due strade possibili da percorrere : l’accettazione del sopravvivere di Vittorio (Borghi) fuori dalla piccola cirminalità o il rifiuto infruttuoso per chi non è fatto per quella mediocrità ma non abbastanza forte per uscire dalla spirale(Cesare).
ll secondo (Marinelli) come carisma sembrerebbe mangiarsi l’altro (Borghi),ma con uno sguardo più attento, capisci quanto i due personaggi siano uno solo e di come Vittorio sia complesso quanto e più di Cesare.
Non essere cattivo è la storia di un’amicizia, di un amore eterosessuale che va oltre tutto e tutti, una dipendenza continua uno dell’altro perchè come ho già detto sono una cosa sola .
Commovente, amaro senza mai cadere nel patetico, a volte anche ironico ( la scena del trip per esempio).
Da questo film qua mi sembra che poi il cinema italiano si sia mosso e abbiamo avuto film come Veloce come il vento, lo chiamavano Jeeg Robot, la trilogia di smetto quando voglio, Ammore e malavita, Perfetti sconosciuti ecc.
Secondo me in futuro si studierà come punto di rinascita del cinema italiano.
