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“Ave, Cesare!” e la rappresentazione metacinematografica in 10 film

Arriva anche nei cinema italiani il nuovo film dei Fratelli Coen: ambientata tra i set della Hollywood degli anni Cinquanta, la pellicola è un esempio di metacinema, una tecnica vecchia quanto la Settima Arte sperimentata anche da alcuni tra i più grandi cineasti della storia.

AVE, FRATELLI COEN!

Escludendo la sceneggiatura candidata agli Oscar 2016 del film di Steven Spielberg IL PONTE DELLE SPIE (2015) e l’attività nelle vesti di produttori (es. le prime due stagioni della serie tv FARGO), non vedevamo i Fratelli Coen all’opera sul set dai tempi del biopic musicale A PROPOSITO DI DAVIS (2013). I due cineasti del Minnesota, diventati nomi di culto nel mondo dell’entertainment grazie a pellicole come ARIZONA JUNIOR (1987) e IL GRANDE LEBOWSKI (1998), hanno presideuto la giuria al Festival di Cannes 2015 e hanno aperto il recente Festival di Berlino 2016 con il loro ultimo lavoro, AVE, CESARE! (Hail, Caesar!), una commedia nera in cui recitano molti dei volti che hanno caratterizzato negli ultimi 30 anni il cinema dei Coen, da George Clooney a Scarlett Johansson, da Tilda Swinton a Josh Brolin, fino alla “fedele” Frances McDormand, passando per nuovi ingressi come Ralph Fiennes, Channing Tatum e Jonah Hill.
Il film è ambientato nella Hollywood degli anni Cinquanta, dietro le quinte di un kolossal peplum, dove si consuma un rapimento che rischia di mandare a monte l’intera produzione.
Non è la prima volta che i Coen indagano i retroscena del dorato mondo del cinema: già con BARTON FINK (1991) era stata messa in scena la crisi creativa di uno sceneggiatore teatrale (John Turturro) chiamato a lavorare ad Hollywood allo script di un film sul wrestling.

CINEMA E METACINEMA: 10 FILM

Il cinema che cita sé stesso e gli strumenti che gli danno vita è una forma di rappresentazione vecchia quanto il cinema stesso: i primi esempi di rappresentazione metacinematografica, infatti, risalgono ai primi anni del Novecento. Basti pensare a cortometraggi come UNCLE JOSH AT THE MOVING PICTURE SHOW (1902) di Edwin S. Porter e LA LANTERNE MAGIQUE (1903) di Georges Méliès o al mediometraggio LA PALLA N°13 (1924) di e con Buster Keaton.
Nella vasta produzione che fa del metacinema il proprio perno, eludendo la mera forma documentaristica e la sua variante, il mockumentary, ed evitando la forma della citazione (diretta o meno), tra i film che raccontano la dimensione “privata” dell’atto creativo cinematografico, svelandone i retroscena, individuiamo grossolanamente due tendenze principali: la ricostruzione della storia di una o più produzioni realmente esistite (es. THE AVIATOR di Martin Scorsese, ED WOOD di Tim Burton, TRUMBO di Jay Roach) e, come accade proprio nel nuovo film dei Fratelli Coen, il racconto dell’epopea di film fittizi.
In occasione dell’arrivo nei cinema italiani di AVE, CESARE! abbiamo deciso di portare alla vostra attenzione 10 esempi di metacinema che narrano le rocambolesche vicissitudini di produzioni cinematografiche mai esistite.
Siete pronti? Ciak, azione!