L'ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo

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L'ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo

Dalton Trumbo è un quotato sceneggiatore in attività a Hollywood, ma le sue simpatie comuniste ne causano prima l'arresto e poi l'inserimento nella lista nera maccartista, che gli impedisce per diverso tempo di lavorare usando il suo vero nome.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: Trumbo
Attori principali: Bryan Cranston, Diane Lane, Helen Mirren, Elle Fanning, Louis C.K., John Goodman, Michael Stuhlbarg, David James Elliott, Roger Bart, Mark Harelik, John Getz, Alan Tudyk, James DuMont, Richard Portnow, Adewale Akinnuoye-Agbaje, Stephen Root, Mattie Liptak, Dean O'Gorman, Garrett Hines, Christian Berkel, Dan Bakkedahl, Toby Nichols, Dalton Trumbo, Laura Flannery, Madison Wolfe, Johnny Sneed, Rio Hackford, Dane Rhodes, Peter MacKenzie, John Neisler, Sean Bridgers, Meghan Wolfe, Becca Nicole Preston, Mark Harelik, Jaclyn Bethany, Kate Kuen, Suzanne LaChasse, Rhonda Laizer, Veronica Parks, Anne Speed, Mostra tutti

Regia: Jay Roach
Sceneggiatura/Autore: John McNamara
Colonna sonora: Theodore Shapiro
Fotografia: Jim Denault
Produttore: Jay Roach, Monica Levinson, Michael London, Janice Williams, John McNamara, Kevin Kelly Brown, Nimitt Mankad, Shivani Rawat, Kelly Mullen
Produzione: Usa
Genere: Drammatico, Biografico
Durata: 124 minuti

Dove vedere in streaming L'ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo

Ottimo film / 14 Febbraio 2017 in L'ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo

Questo biopic racconta la vicenda del famoso e bravo sceneggiatore Dalton Trumbo. finito nella lista nera di Hollywood per i suoi ideali. Dopo la seconda guerra mondiale infatti, in America si crea una vera e propria caccia alle streghe contro il nemico principale: l’URSS. Chiunque dimostra di essere di ideali comunisti (come Trumbo, iscritto anche al partito) rischia di vedere la propria via rovinata. E per lui è proprio così: le cose si fanno subito tese dopo la WW2 appunto, ha un confronto con John Wayne sull’argomento, ma, intanto, firma un ricchissimo contratto con la MGM. Ma verrà poco dopo inserito nella famosa “lista nera di Hollywood”, con lui e diverse altre persone che lavorano lì che si vedono rovinata la vita. Trumbo è costretto a farsi anche un anno in carcere, ma continua, in un modo o nell’altro, a lavorare, mettendo il nome di altri nelle sue opere oppure lavorando sotto pseudonimo. In una situazione che sembra diventare sempre più insostenibile, sia per le difficoltà lavorative, che familiari, che, appunto, legate al suo pensiero, Trumbo riuscirà comunque a sfornare altri film importantissimi (basta pensare a Vacanze Romane o Spartacus) e, dopo tanti anni di tribolazioni, riuscirà finalmente ad avere pace e i giusti e meritati riconoscimenti. Un film che ho trovato interessante perché va a trattare un periodo che magari non è molto gettonato per così dire, e perché ci mostra anche il ritratto di un importante personaggio come Trumbo, insieme anche ad altri personaggi realmente esistiti a quel tempo: il già citato Wayne, i fratelli King, Otto Preminger e Kirk Douglas, tanto per citare alcuni esempi. Bella anche la scelta di mettere nel film alcuni cinegiornali d’epoca, fa sicuramente il suo effetto. Per quanto riguarda il cast, è fenomenale l’interpretazione di Trumbo da parte di Bryan Cranston, che gli è valsa anche la nomination agli Oscar. Troviamo anche altri nomi di assoluto rilievo: Diane Lane, Helen Mirren, Elle Fanning, John Goodman e Alan Tudyk, tra gli altri. Un film che consiglio senza dubbi agli appassionati di cinema e di storia.

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Ennesimo biopic / 28 Marzo 2016 in L'ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo

Premettendo che questa proliferazione di biopic ormai non fa altro che dimostrare una cronica carenza di idee in quel di Hollywood, c’è da notare come questo film avrebbe avuto tutte le carte in regola per fare incetta di Oscar: Hollywood che racconta se stessa e le proprie contraddizioni. Una pagina vergognosa della propria storia che rimane una ferita aperta (solo pochi anni fa le polemiche per l’Oscar alla carriera assegnato ad Elia Kazan) e un attore camaleontico (che rimane la cosa migliore del film), il grandioso Bryan Cranston. Il film di Jay Roach, che da un po tempo tenta di staccarsi dal genere della commedia, però è didascalico e non del tutto a fuoco con personaggi secondari monodimensionali (tocca l’apice con l’orrendo imitatore di Kirk Douglas), una parte centrale noiosa oltre il lecito per poi riprendersi nel finale.
Bizzarro che quasi in contemporanea sia uscito il nuovo film dei Coen che racconta di una vicenda molto simile ma con toni ovviamente più orientati sul grottesco.

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28 Febbraio 2016 in L'ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo

Contro i fanatismi / 16 Febbraio 2016 in L'ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo

Divertente e ficcante, piccola grande epopea di Dalton Trumbo, uno dei migliori sceneggiatori dell’età dell’oro Hollywoodiana, ripudiato per le sue simpatie comuniste ma tanto indispensabile da costringere i fanatici patrioti a cambiare idea.
Una storia che risuona forte nell’attualità, sulla cecità e la violenza delle ideologie conservatrici ma anche sul coraggio e la tenacia delle menti libere. Anche una storia sull’industria del cinema, per dare un assaggio anche a noi poppanti delle origini di Hollywood.

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Biopic contraddittorio / 14 Febbraio 2016 in L'ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo

Il film biografico resta un genere quantomai ostico: per me, è tuttora difficile dire cosa occorra davvero ad un biopic per girare come si deve, però mi accorgo subito quando la messinscena di vizi privati e pubbliche virtù mi piace oppure no.
In questo senso, trovo che Trumbo di Jay Roach, in fondo, sia una pellicola tecnicamente ben realizzata, con una bella ricostruzione d’ambiente (costumi e scenografie fanno il proprio dovere in maniera eccellente) e mi sembra che il film sia perfino riuscito a ricreare un barlume dell’atmosfera mélo-eroistica di certe pellicole dell’epoca, con inserti ironici gradevoli.

A conti fatti, però, mi è parso un film troppo agiografico, per entrare appieno nelle mie simpatie: credo che il suo grosso difetto risieda nel fatto che la figura di Trumbo soverchi le tematiche che il lavoro di Roach ha deciso di affrontare. Ed è emblematico che sia una vecchia intervista a Trumbo, inserita solo nei titoli di coda del film, a evidenziare uno di questi temi: la lista nera di Hollywood ha privato centinaia di individui della loro identità, trasformando il loro nome in un’arma contro se stessi e rendendoli colpevoli di crimini inesistenti, in un’insensata quanto inconcludente razzia nel nome di una inesistente democrazia. Ma, si badi, un concetto tale viene affidato ad un frammento documentario e non ad una parentesi di fiction.
Quello dei danni legati all’esistenza della blacklist, come altri argomenti decisamente forti, è un punto che, durante la visione del film, emerge a flash e a sprazzi, senza mai rappresentare davvero il perno del racconto: l’uso di una figura-simbolo, benché funzionale, fa assurgere le vicende del singolo ad epopea (comunque fallace), smarrendo per strada dilemmi, problemi e conflitti molto interessanti.

Una pecca che rimprovero molto al film di Roach, infine, è il fatto di aver affidato a Trumbo una battuta come: “Non esistono eroi o cattivi” e, poi, di aver delineato il personaggio di Edda Hopper come un perfetto villain disneyano, accanito, perfido (e amante della moda) come, per dire, Crudelia Demon (tacendo degli afflati quasi ascetici di Trumbo, che sopporta ingiurie, offese, fatica, minacce e reclusione con uno stoicismo invidiabile. Non nego sia stato così, ma, a questo punto, eroi e cattivi sono decisamente ben evidenti).
Insomma, ritengo che il suo eccessivo didascalismo, “contraddizioni” come quella citata e la semplificazione di talune problematiche (il rapporto coi famigliari, in primis) rendano questo un film quasi soprassedibile: peccato, visto l’argomento estremamente “scomodo” che affronta.

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