Il titolo e il finale di “Killers of the Flower Moon” spiegati

Il film di Martin Scorsese con DiCaprio e De Niro si basa su una storia vera. Cosa significa il titolo? E qual è la spiegazione del finale?

Curiosità , di
Il titolo e il finale di “Killers of the Flower Moon” spiegati

[Ultimo aggiornamento: 19 aprile 2024]

“Killers of the Flower Moon”: la spiegazione del finale e del titolo

Il film KILLERS OF THE FLOWER MOON è il ventisettesimo lungometraggio di fiction diretto da Martin Scorsese.
Presentato fuori concorso al Festival di Cannes 2023, KILLERS OF THE FLOWER MOON è un film ispirato a una storia vera. La sceneggiatura, scritta da Scorsese ed Eric Roth, si basa sul saggio Gli assassini della terra rossa: Affari, petrolio, omicidi e la nascita dell’FBI. Una storia di frontiera (Killers of the Flower Moon: The Osage Murders and the Birth of the FBI, 2017) scritto dal giornalista statunitense David Grann.
I personaggi protagonisti del film sono esistiti davvero. La vicenda raccontata nel film con Leonardo DiCaprio, Robert De Niro e Lily Gladstone rappresenta un capitolo raccapricciante della storia degli Stati Uniti e costituisce uno dei molti tasselli del genocidio dei nativi americani.
Eppure, nonostante che, all’epoca dei fatti, avesse avuto un certo risalto mediatico, questa storia drammatica è stata dimenticata abbastanza in fretta, al di fuori della comunità Osage. Al tempo, vi fu anche chi ne ha approfittato per ottenere pubblicità.

Il film di Scorsese, co-prodotto (fra gli altri) da Apple TV+ e Paramount Pictures, è caratterizzato da un finale emblematico che, per via di alcuni suoi elementi, merita un approfondimento. Su NientePopcorn.it, allora, proviamo a spiegare il finale di KILLERS OF THE FLOWER MOON. Ovviamente, il contenuto contiene molti spoiler.

  • Killers of the Flower Moon
    7.3/10 136 voti
    Leggi la scheda

    La trama del film “Killers of the Flower Moon”, con Leonardo DiCaprio e De Niro

    La storia che costituisce la trama del film KILLERS OF THE FLOWER MOON si svolge a Fairfax, in Oklahoma, negli anni Venti del Novecento.
    Benché si tratti di una drammatizzazione per il cinema, il film di Scorsese è molto fedele ai fatti realmente accaduti ed è stato girato nei luoghi in cui si è svolta l’intera vicenda. A questo proposito, nel 2019, all’inizio delle riprese, il regista dichiarò: “Essere in grado di raccontare questa storia nella terra in cui ha avuto luogo è incredibilmente importante e fondamentale per permetterci di fornire una rappresentazione accurata dell’epoca e delle persone”.

    All’inizio del ventesimo secolo, i membri della nazione Osage sono le persone più ricche del mondo. Nei territori Osage, infatti, è stato trovato il petrolio.
    Benché supervisionati da tutori bianchi in ogni loro spesa (in base a disposizioni del Congresso degli Stati Uniti) e praticamente confinati, i nativi stanno godendo delle rendite relative alla vendita del petrolio.
    Possiedono automobili, gioielli, beni immobili, permettono ai figli di studiare in scuole prestigiose e hanno personale bianco al proprio servizio. Ma la comunità è scossa da una serie di morti e omicidi sospetti che la sta decimando e a cui nessuno, oltre ai membri della Nazione Osage, sembra dare particolare attenzione.

    Il bianco Ernest Burkhart (DiCaprio) è un reduce della Prima Guerra Mondiale. Tornato dal fronte, si affida allo zio, il latifondista William Hale (De Niro), per avere un posto in cui vivere e per ottenere un impiego, come suo fratello Byron (Scott Shepherd).
    Hale intuisce subito pregi e, soprattutto, difetti di Burkhart e vuole sfruttarli a proprio favore. L’uomo manipola Ernest, per fare in modo che sposi Mollie (Lily Gladstone), una ricca nativa Osage che, insieme alla madre e alle sorelle, possiede alcune proprietà terriere. Nel frattempo, Hale soggioga Ernest e lo trasforma a tutti gli effetti in un suo scagnozzo e sicario.
    Grazie all’impegno di Mollie, il Governo degli Stati Uniti invia a Fairfax Tom White (Jesse Plemons), uno dei primi agenti della BOI (l’organo investigativo federale da cui sarebbe nata l’FBI), affinché indaghi sulle morti sospette tra i nativi.

Cosa significa “Killers of the Flower Moon”? La traduzione e la spiegazione del titolo del film

L’evocativo ma enigmatico titolo del film, “Killers of the Flower Moon” (che, in italiano, può essere tradotto in modo letterale come “gli assassini della luna dei fiori”), si riferisce a una storia tradizionale Osage.
Nel film di Scorsese, Hale consegna a Ernest un libro da leggere. Si tratta della storia dei nativi Osage. All’interno del volume, si fa cenno alla luna che uccide i fiori (“the Flower-killing Moon”). In genere, nel mese di maggio, i fiori viola che crescono sulle colline “come zucchero candito” vengono sovrastati e spezzati dalla crescita di piante più alte.
I petali dei fiori vengono trasportati altrove dalla brezza e gli steli rimasti sul terreno entrano a far parte del ciclo rigenerativo della terra, con la benevolenza di Wa-kon-tah, il Grande Spirito.
In forma metaforica, Scorsese ha inteso affermare che ciò che le altre piante fanno ai fiori delle colline è quanto hanno fatto uomini come Hale e Burkhart ai nativi Osage, nel nome della propria avidità.

Come viene raccontato anche nel film, il brutale omicidio di Anna Brown, una delle sorelle di Mollie, ebbe luogo nel maggio 1921, durante la fioritura delle colline.

La storia vera del film “Killers of the Flower Moon” di Scorsese

killers of the flower moon dicaprio nel ruolo di ernest sorride

Leonardo DiCaprio nel ruolo di Ernest, nel film ‘Killers of the Flower Moon’ [Photo Credit: Paramount Pictures – Apple TV+ via YouTube].

In che modo i nativi Osage riuscirono a diventare tanto ricchi?
Le terre in Oklahoma che fecero la fortuna economica della comunità vennero concesse alla Nazione Osage dal Governo degli Stati Uniti, alla fine dell’Ottocento, come risarcimento per aver dovuto abbandonare le vaste aree del Kansas in cui avevano sempre vissuto, a favore dei coloni bianchi che, nel frattempo, le avevano occupate.
Quella che, in seguito, sarebbe stata denominata Osage Hills era un’area collinosa, non adatta all’agricoltura. Poco tempo dopo, però, proprio in quella zona brulla e solo in apparenza priva di attrattive, venne trovato il petrolio.
A partire dal 1907, ogni membro della Nazione Osage iniziò a percepire le rendite derivanti dalla vendita del petrolio dell’Osage Mineral Estate, ovvero il sottosuolo della riserva Osage, composto da circa 1,47 milioni di acri (corrispondenti a quasi seicentomila ettari), in cui sono presenti in varia quantità petrolio, gas e altri minerali.
I diritti sulle royalty furono estesi a tutti gli eredi di ciascun membro Osage.
Da quel momento, gli Osage affittarono le terre ai cercatori di petrolio, grazie a contratti vantaggiosi dal punto di vista economico gestiti dal dipartimento degli Interni degli Stati Uniti.
Per via della loro ricchezza mineraria, le terre degli Osage facevano gola a molti. Fra questi, c’era il proprietario terriero William Hale, autoproclamatosi Re delle Osage Hills.
Anni prima, Hale era arrivato in Oklahoma come allevatore. Era un uomo senza scrupoli.
La scoperta del petrolio nella riserva indiana di Osage rese incontenibile la sua avidità.
Egli corruppe, intimidì, mentì, uccise e rubò, pur di raggiungere il maggior grado possibile di ricchezza e potere.

killers of the flower moon de niro nel ruolo di hale seduto in poltrona con occhiali rotondi

Robert De Niro nel ruolo di Hale, nel film ‘Killers of the Flower Moon’ [Photo Credit: Paramount Pictures – Apple TV+ via YouTube].

Il sito ufficiale dell’FBI riporta che, nell’area di Fairfax, tra il 1921 e il 1923, sono state uccise almeno 25 persone, non solo tra i membri della nazione Osage. All’epoca, alcuni casi vennero rubricati come suicidi o decessi accidentali, nonostante che lo stato dei cadaveri indicasse la natura violenta e delittuosa delle morti.
La stampa iniziò a indicare il periodo in cui ebbe luogo la misteriosa sequenza di decessi (conosciuti come Osage Murders) con il termine the Reign of Terror, cioè il Regno del Terrore.
Nel ’23, con una petizione, il consiglio tribale Osage chiese al Governo degli Stati Uniti, presieduto da Calvin Coolidge, di condurre delle indagini. Sul posto, vennero inviati alcuni dei primi agenti del neonato Bureau of Investigation (BOI, letteralmente, “ufficio indagini”), l’agenzia governativa che, nel ’35, sarebbe stata denominata FBI (Federal Bureau of Investigation). Tra di loro, c’era anche l’agente Tom White, ex Texas Ranger.
Da subito, in virtù dei suoi legami con alcune delle vittime, le indagini si concentrarono su Hale.
Grazie alla sua posizione e ai suoi denari, il latifondista e allevatore teneva stretta in pugno l’intera comunità. Benché fossero note a molti le connessioni tra Hale e gli omicidi ai danni degli Osage, nessuno sembrava disposto a testimoniare contro il Re.

killers of the flower moon de niro dicaprio gladstone morte madre mollie che piange

La morte della madre di Mollie, nel film ‘Killers of the Flower Moon’ [Photo Credit: Paramount Pictures – Apple TV+ via YouTube].

Per guadagnare la fiducia degli Osage e ottenere prove sufficienti a incriminare Hale, Tom White coordinò una squadra di quattro agenti sotto copertura. I suoi uomini finsero di essere un venditore di assicurazioni, un commerciante di bestiame, un cercatore di petrolio e un erborista.
A inchiodare Hale, fu suo nipote, Ernest Burkhart, sposato con Mollie, nativa Osage imparentata con alcune delle vittime di Hale.
Gli agenti dimostrarono che Hale aveva commissionato l’omicidio della madre e delle sorelle della donna, per ereditare i loro diritti sul petrolio e l’importo di varie assicurazioni sulla vita. Hale tentò di uccidere anche Mollie, con un lento avvelenamento, ma i suoi tentativi non ebbero successo.
Hale fu arrestato e condannato all’ergastolo, nel 1929 (ma venne rilasciato sulla parola, nel 1947). Con la scomparsa di Hale dalla scena pubblica, la sequenza di morti violente si interruppe.
Ernest Burkhart, che era stato condannato insieme ad altri con l’accusa di aver partecipato a una ventina di omicidi, ottenne la grazia dal Governatore dell’Oklahoma, nel 1965.

Si stima che, tra il 1920 e il 1925, nella Contea di Osage, hanno avuto luogo almeno 60 morti, ma alcune stime parlano di un centinaio di omicidi. Tutti gli atti delittuosi colpirono persone che detenevano diritti sulle terre Osage.

Il significato e la spiegazione del finale del film “Killers of the Flower Moon”

Una sequenza del finale di KILLERS OF THE FLOWER MOON è ambientata sul set di un programma radiofonico, The Lucky Strike Hour.
Si tratta di un fatto storicamente accertato che, nella realtà, si svolse negli anni Trenta (secondo il Time, nel 1933; in base al materiale d’archivio segnalato da Mashable, nel 1935, nel corso di uno show intitolato G-Men).
Con la piena collaborazione del direttore J. Edgar Hoover, il Bureau of Investigation ha sostenuto la creazione di alcuni programmi radiofonici (per esempio, This Is Your FBI, 1945-1953), per raccontare al grande pubblico alcuni casi famosi affrontati dall’agenzia investigativa del Governo. Oggi, per le sue caratteristiche formali, un contenuto del genere potrebbe essere assimilato a un podcast e sarebbe catalogato come true crime.

Uno degli episodi dello show radiofonico sponsorizzato dalle sigarette Lucky Strike riguardò davvero gli omicidi compiuti all’interno della nazione Osage.
Alla presenza di un pubblico in sala e affiancati da un’orchestra e un rumorista, alcuni attori bianchi (uno di essi, nel film, è interpretato dal musicista Jack White), mettono in scena una drammatizzazione degli Osage Murders incentrata sulle indagini compiute da Tom White e sull’efficienza del BOI (poi, FBI).
La caratterizzazione dei personaggi appartenenti alla Nazione Osage non è stata affidata ad alcun individuo appartenente a quella comunità e, quando uno degli attori in scena deve interpretare un nativo, imposta la voce in modo macchiettistico.

killers of the flower moon lily gladstone nel ruolo di mollie

Lily Gladstone nel ruolo di Mollie, nel film ‘Killers of the Flower Moon [Photo Credit: Paramount Pictures – Apple TV+ via YouTube].

In KILLERS OF THE FLOWER MOON, il racconto dell’epilogo delle indagini sugli Osage Murders è affidato a un narratore, interpretato dallo stesso regista del film, Martin Scorsese (il quale, di frequente, fa camei nei propri film e in quelli di alcuni colleghi), che, come specifica IMDB, veste i panni di un produttore radiofonico.
L’uomo entra in scena alla fine del programma radio e legge poche righe da un foglio.
Brevemente, egli spiega il contenuto del necrologio pubblicato alla morte di Mollie, la vera protagonista dell’intera storia e del film. Il testo ricorda che Mollie era una purosangue Osage e che, dopo la morte, avvenuta nel 1937, il corpo della donna è stato seppellito accanto a quello dei suoi parenti. Ma il necrologio non faceva alcun cenno agli Osage Murders. La frase esatta pronunciata da Scorsese nella versione originale del film è: “There was no mention of the murders”.

In un’intervista del 2023, il giornalista David Grann ha dichiarato che, nel caso degli omicidi Osage, il bureau ha distorto la vicenda in modo deliberato.
Forte degli arresti compiuti dai suoi agenti, Hoover riuscì a trasformare gli Osage Murders in una forma di pubblicità favorevole al BOI/FBI. Ne è un esempio lo show radiofonico.
Così facendo, però, aveva ridimensionato il dramma della Nazione Osage e aveva omesso e occultato una parte importante della storia.

Nel corso di una intervista rilasciata nel 2023, Scorsese ha definito KILLERS OF THE FLOWER MOON come un racconto di complicità e un peccato di omissione.
Affrontando una vicenda storica che fa parte del complesso di azioni che hanno contribuito al genocidio dei nativi americani, il regista newyorkese ha scelto di sollevare domande scomode: quante volte e in quali occasioni le nostre parole e i nostri silenzi ci hanno reso colpevoli di gravi omissioni?
Nel necrologio, la vita di Mollie è stata riassunta da un autore anonimo, senza ricordare il coinvolgimento della donna negli Osage Murders e il suo ruolo nelle indagini. L’omissione di quel dettaglio fondamentale ha contribuito all’oblio di un pezzo di Storia.
Dopotutto, come dice l’avido Hale nel film, “la gente dimentica”.
È accaduta una cosa simile anche per il cosiddetto massacro di Tulsa, avvenuto sempre in Oklahoma, nel 1921, ai danni della comunità nera locale. Per decenni, il fatto è stato omesso dal racconto della Storia. Molti documenti relativi al massacro sono stati distrutti con consapevolezza. Nella stessa città di Tulsa, l’argomento è stato taciuto per molti anni.
Anche questo episodio di violenza razzista, riportato alla luce alla fine del Novecento, viene citato nel corso del film di Scorsese.

La scena finale di KILLERS OF THE FLOWER MOON mostra un raduno di nativi Osage, ai giorni nostri, impegnati in una danza tradizionale incentrata su una forma circolare in movimento.
La versione cinematografica di Scorsese – che è solo una delle possibili rappresentazioni della storia (per il cinema, per esempio, nel 1959, ne fu fatta un’altra, contenuta nel film SONO UN AGENTE FBI con James Stewart, ancora fortemente voluto e supervisionato da Hoover) – è finita. Ora, la storia torna nelle mani degli Osage, per essere ancora tramandata e contribuire alla Storia della Nazione.

Perché il film “Killers of the Flower Moon” non ha titoli di coda?

KILLERS OF THE FLOWER MOON non ha scene post-credit, cioè non ha scene che seguono i titoli di coda.
In realtà, tolti i cartelli con i nomi degli attori e dei tecnici principali (regista, sceneggiatori, montatore, scenografo, costumista, produttori) e la dedica a Robbie Robertson (l’autore delle musiche originali e consulente musicale del lungometraggio, morto nell’agosto 2023), il film di Scorsese non ha neppure titoli di coda.
Eppure, immaginiamo che il numero di attori secondari e di membri delle maestranze coinvolti in questo progetto sia notevole.
A cosa è dovuta questa scelta?
Ve lo diciamo in tutta onestà: non lo sappiamo.

Finora, non siamo riusciti a trovare nessuna dichiarazione di Scorsese o della produzione che giustifichi questa curiosa disposizione.
Ci sembra naturale pensare che non si tratti di una scelta casuale. Perciò, ci piacerebbe molto sapere come Scorsese l’ha motivata.
Continueremo a indagare.

Dove vedere “Killers of the Flower Moon”

Dopo essere stato presentato in anteprima nel corso di vari festival cinematografici internazionali, il film KILLERS OF THE FLOWER MOON è stato distribuito nei cinema italiani, a partire dal 19 ottobre 2023.
Dopo essere stato inserito tra i film in programmazione nelle sale cinematografiche, all’inizio del 2024, KILLERS OF THE FLOWER MOON è stato reso disponibile in streaming legale, su varie piattaforme italiane.
Cliccate sulla locandina del film contenuta in questo articolo, per accedere alla scheda di NientePopcorn.it e verificare grazie a quale servizio video on demand potete recuperare il titolo.
All’interno della nostra scheda-film, trovate anche un link diretto al catalogo Amazon, per acquistare il film su supporto digitale dvd o Blu-ray.
Nel frattempo, il film di Scorsese è stato candidato a 10 premi Oscar 2024, ma non ne ha vinto nessuno.

NientePopcorn.it non si assume alcuna responsabilità sulla effettiva disponibilità del film sulle piattaforme e segnala prodotti e contenuti in maniera autonomaPer alcuni acquisti effettuati attraverso i link presenti sul sito, NientePopcorn.it riceve una commissione senza alcuna variazione del prezzo finale.

Altre fonti consultate

Sito ufficiale Nazione Osage.
La storia vera di “Killers of the Flower Moon”, pubblicato su Il Post, il 21 ottobre 2023 (contenuto consultato il 23 ottobre 2023).

Lascia un commento