Recensione su Gli Incredibili 2

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Gli Incredibili 2
Regia:

Sequel non richiesto / 28 Maggio 2019 in Gli Incredibili 2

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Finora, gli unici sequel Disney Pixar che mi hanno soddisfatta sono quelli di Toy Story e, con riserva, Monsters & Co..
Gli Incredibili 2, ahimé, finisce nella colonna di destra della (mia) lavagna, quella dei “cattivi (sequel, s’intende)”.
Il nuovo film di Brad Bird riprende esattamente dove terminava il vecchio film di Brad Bird. Del lungometraggio animato del 2004, Gli Incredibili 2 ha mantenuto non solo i protagonisti, ma anche il ritmo indiavolato, che, forse, esclusa la qualità della messinscena in computer graphic, è l’unico pregio che riconosco a questo film.
Per il resto, non mi è piaciuto.

La “normale famiglia di supereroi” si ripete, con un bel po’ di nevrastenia in più. Tutti sono sempre iper-agitati (e ne risentono tantissimo anche i dialoghi, che, a tratti, sono leggermente incomprensibili e sicuramente troppo martellanti per i miei gusti). Violet è isterica perché è una pre-adolescente, Dash perché è Dash, Mr. Incredible perché si sente frustrato dal fatto di non poter esprimersi come supereroe, Elastigirl perché il brivido di essere una supereroina in solitaria è galvanizzante, Jack Jack perché è in fase di mutazione.

Ora, l'”agitazione” è una delle cifre della narrazione Pixar. Grandi smorfie facciali e dialoghi balbettanti ricorrono spesso nelle sue produzioni e spesso le caratterizzano positivamente (penso alla grande espressività di un monocolo come Mike o della stella marina di Alla ricerca di Nemo!). Eppure, alcuni dei momenti migliori della sua produzione corrispondono a parentesi riflessive, come le intro di Wall-E e Up o a certi passaggi di Ratatouille.
Gli Incredibili 2 è pensato per tenere il pubblico sempre desto, non ci piove ed è più che lecito, ma a parer mio non fa altro, con il suo bailamme di movimenti e parole parole parole. Personalmente, la trama non mi ha coinvolta, non ho provato empatia nei confronti dei personaggi (anzi, ne sono stata spesso irritata, ops!) e la riproposizione sterile di un comprimario cult come Edna mi ha delusa.

In particolare, perché produrre un sequel che non aggiunge niente di nuovo ai personaggi? Nessuno dei Parr cresce davvero. I loro atteggiamenti non cambiano di un millimetro. Benché Mr. Incredible si renda conto di quanto sia difficile il ruolo del casalingo, questa presa di coscienza non si concretizza mai (l’intento “parificatore” del film, per me, gira a vuoto). Il gioco di squadra viene reiterato, ma gli Incredibili genitori avranno davvero metabolizzato che hanno bisogno dei figli, per lavorare bene? Ogni volta che si presenta la questione, Violetta e Dash sembrano costretti a ribadirlo (e non sono tanto sicura che, alla fine del film, la cosa sia stata davvero accettata).
Insomma, mi è sembrato un sequel inutile, decisamente non necessario.

Nota a latere: mi sono divertita a notare come alcuni movimenti facciali del personaggio di Winston Deavor fossero esattamente quelli del suo doppiatore originale, Bob Odenkirk (Saul Goodman in Breaking Bad e Better Call Saul).

2 commenti

  1. Alicia / 29 Maggio 2019

    Concordo su tutta la linea, i film Pixar non sono adatti ai sequel, sono mondi a sé stanti che riescono a funzionare perché spesso chiudono un cerchio dal punto di vista narrativo . Nel primo Incredibili tutti i personaggi subivano una crescita, il film si concludeva quando tutti gli equilibri si erano assestati. Il sequel non ha funzionato perché personaggi non avevano più niente da dire ormai, e questo discorso si può fare per molti altri film Pixar, che spesso ribaltano i ruoli tra protagonista e spalla proprio per poter dire qualcosa. Gli unici a mio parere adatti al sequel sono Toy Story é Inside Out proprio perché hanno un concept diverso.

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