Recensione su The Fabelmans

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Ricordo trasfigurato? / 15 Gennaio 2024 in The Fabelmans

Steven Spielberg deve aver avuto un’infanzia estremamente felice; o forse la sua infanzia è stata trasfigurata nel ricordo. A me personalmente questa rappresentazione iniziale esagerata di serenità e buon umore ha comunicato un’idea di profonda irrealtà, e le interpretazioni di Michelle Williams e Paul Dano nei panni dei genitori mi sono sembrate forzate e poco credibili. I due sembrano restare indefettibilmente allegri anche mentre si va rivelando che nel loro matrimonio si è insinuato un elemento estraneo, tanto che per un po’ ho pensato di trovarmi di fronte a un ménage a trois consensuale. Il registro poi cambia, ma il retrogusto dei primi quaranta stucchevoli minuti rimane in bocca per un bel po’.

Ma The Fabelmans è pur sempre un film di Spielberg, quindi non mancano i momenti di grande cinema. L’episodio della proiezione del film girato durante la gita della scuola sulla spiaggia mi è parso particolarmente felice, con l’ambiguità del ritratto che il regista in erba fa del suo persecutore – un tentativo di manipolazione? una riluttante ammirazione? – e la imprevedibile reazione del bullo. Mi chiedo se l’episodio sia realmente accaduto, e in questo caso se Spielberg abbia davvero detto “a meno che non ci faccia un film”, una frase che sarebbe stata profetica. E poi c’è il divertente finale con John Ford (David Lynch) – un episodio che sappiamo essersi svolto esattamente come nel film – e l’ultima ironica inquadratura. Momenti memorabili, che però non salvano del tutto un’opera fondamentalmente non riuscita.

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