Recensione su The Blues Brothers - I fratelli Blues

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Tutti hanno bisogno di qualcuno da amare / 27 Agosto 2011 in The Blues Brothers - I fratelli Blues

Tratto dall’omonimo sketch comico interpretato dai medesimi attori nel famoso Saturday Night Live, in questa recensione stiamo parlando della commedia-musicale per eccellenza. Un film che ha tutto: due interpreti principali molto uniti con un John Belushi in stato di grazia, una regia ottima e casinista al punto giusto, una colonna sonora eccezionale e tantissimi cameo che lo impreziosiscono. Per la regia di John Landis (che l’anno dopo girerà Un lupo mannaro americano a Londra, altro film cult), questa pellicola è una sarabanda di comicità, musica e confusione veramente molto divertente e addirittura geniale nella sua carica eversiva, rendendo simpatici due pericoli pubblici del volante che viaggiano animati da buoni e religiosi sentimenti. I due fratelli in missione per conto di Dio infatti si prendono apertamente gioco della polizia (l’ordine costituito) risultando un po’ Robin Hood un po’ Bonnie e Clyde (o Clyde e Clyde) con un obiettivo sia socialmente utile sia moralmente condivisibile, mettendo d’accordo religiosi e atei, cani e gatti, tarallucci e vino. Landis, uno dei due grandi John della pellicola, dirige lasciando briglia sciolta agli attori e all’accompagnamento musicale stesso, e ciò porta a un’interpretazione memorabile dei primi e il passaggio a cult delle seconde. La sceneggiatura, scritta dallo stesso Landis insieme a Dan Aykroyd, interprete di uno dei due fratelli, è impostata in modo molto semplice e allo stesso tempo caotico, con tanti personaggi che compaiono solo in una scena o in una piccola manciata, un goal all’interno della trama e un viaggio più o meno problematico per raggiungerlo; il tutto è ornato da battute diventate ormai memorabili e che danno ulteriore carica umoristica al film. Belushi e Aykroyd sono straordinari: talmente affiatati da sembrare veramente fratelli, con tempi comici azzeccatissimi e notevole alchimia, gigioneggiano incontrastati per due ore e un quarto dal ritmo veloce e assolutamente non stancanti: la mimica facciale del primo, nonostante i perennemente indossati Ray-Ban scuri e la paciosità del secondo creano una delle coppie comiche migliori alla pari di mostri sacri come Dean Martin-Jerry Lewis e Walter Matthau-Jack Lemmon. Bravissimi tutti i membri della band, brevi apparizioni di grandissimi musicisti come Ray Charles, John Lee Hooker, James Brown (il suo reverendo Cleophus James è una perla) e Cab Calloway. All’epoca il film entrò nel Guinness dei primati per la scena con il maggior numero di incidenti d’auto e nonostante una lavorazione a dir poco turbolenta e un flop d’incassi iniziale è diventato con gli anni uno dei cult della storia della settima arte. Meritatamente.

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