Deserti e prigioni / 17 Dicembre 2012 in La donna di sabbia
Kobo Abe è la sceneggiatore di questo straordinario film, da cui emerge nettamente tutta la sua consueta poetica. I suoi personaggi si muovono in un mondo desolato che, memore della tragedia nucleare di qualche anno prima, li costringe ad una esistenza alienata, ad una vita fatta di rovine.
Così gli eroi di Abe si “inscatolano”, indossano una scatola di cartone e da lì osservano il mondo circostante, in un abisso di solitudine e miseria.
Anche l’entomologo della “donna di sabbia” non è differente; anche lui, volente o nolente, vive in una gabbia. Ma sa che al di fuori, oltre il muro di sabbia, la gabbia che si è costruito, che gli hanno costruito, non sarà facile da eliminare.
Le mura delle prigioni mentali sono le più difficili da buttare giù.
l’anno scorso ho letto il libro, che ho trovato stupendo (anche se alcune persone di mia conoscenza hanno definito Abe misogino e omofobico. punti di vista diversi)
vedo il tuo voto alto, che mi conforta, dev’essere mio!
Io, purtroppo, non l’ho ancora letto (tra poco colmerò questa lacuna!). “L’uomo scatola”, però, mi ha colpito molto; un libro davvero stupefacente.
Anche soulAdmitted su aNobii ha “seri problemi di fronte a fantasie fervide e dettagliate a matrice e/o a connotazione misogina, violenta, omofobica”, ma, forse, sono solo sue fantasie.
io non ho letto l’uomo scatola invece
e colmerò questa lacuna sì
poi però una bella corsetta all’aria aperta 😉