Risvegli

Nel 1969 un timido medico somministra un farmaco per il parkinson dagli effetti miracolosi su di un intero reparto di pazienti catatonici. I risultati hanno del miracoloso.

“Risvegli” è senza dubbio un film toccante e struggente che però soffre di qualche piattume lungo il suo sviluppo. Se nella prima parte la storia è incentrata sul medico interpretato da Robin Williams, con l’ingresso di De Niro avviene un vero e proprio passaggio di consegne. Robin Williams viene messo un po’ da parte per lasciare spazio alla performance del collega. Un vero spreco. Personalmente ho preferito la lucida e delicata interpretazione di Williams a quella di De Niro, interpretazione che francamente mi è sembrata un pochino caricaturale.

A livello di racconto questo dualismo viene mal gestito. La regista Penny Marshall si è trovata a gestire due cavalli di razza purissima e ha voluto concedere uguale spazio ad entrambi. Lo reputo un errore perché è evidente come il film dovesse avere come fine ultimo il raccontare la determinazione di un medico abbandonato dal sistema.
Ho l’impressione che il film racconti in maniera frettolosa i risultati della sperimentazione e che ad un certo punto della storia subentri una sorta di pilota automatico.

Al netto di qualche difetto di regia e scrittura, il film è piacevolmente emozionante e mi sono ritenuto coinvolto. Una esperienza compassionevole alla ricerca di umanità.

Nota a margine irrilevante: Negli anni ’90 ad Hollywood c’è stata una epidemia tra gli attori. Un sacco di nomi altisonanti si sono messi ad interpretare personaggi con malattie mentali. Nel 1988 Dustin Hoffman in RainMan, Nel ’90 DeNiro in Risvegli, nel’ 93 Leonardo Di Caprio in Buon compleanno mr Grape, nel ’94 Tom Hanks in Forrest Gump, nel 2001 Sean Penn in Mi chiamo Sam.

Recitazione da Oscar da parte di Robin Williams (medico) e Robert De Niro (paziente) e grande attenzione per i particolari.
Anche se all’inizio può sembrare strano, non annoia!

E’ tratto da un libro di Oliver Sacks, neurologo inglese che io conoscevo per il saggio “L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello”, dunque è tratto da una storia vera.

Assolutamente da guardare!