Recensione su Rango

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30 Giugno 2013

Acciuffando ispirazioni da ogni angolo del cinema western (ma non solo), citando da John Ford a Clint Eastwood, Gore Verbinski (regista della fortunata saga di Pirati dei Caraibi) dà vita a Rango, chicca dell’animazione statunitense che ha saputo come sfruttare gli insegnamenti del buon vecchio Sergio Leone.

Sulle note della bellissima colonna sonora di Hans Zimmer, l’innovativa tecnica dell’emotion capture, che filma in HD i gesti di attori “veri” per poi farli elaborare dagli animatori, spiega l’incredibile sofisticatezza dell’immagine, più realistica che mai.
Ho stentato a credere che i fondali fossero solo opera di tecnici capaci, ma ora mi rendo conto dell’inghippo che c’era sotto.

Un cartone animato adatto a più range d’età che mantiene alto il livello d’intrattenimento, anche grazie alla vasta schiera di personaggi coloratissimi ma raccapriccianti e delle buone gag alla Willy il Coyote.
Tetro, ma simpatico.

Rango-Django ha fatto centro con “una sola pallottola”!

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