Recensione su Una donna promettente

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Applausi per Cassie / 16 Marzo 2023 in Una donna promettente

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Il film di Emerald Fennell, premiato agli Oscar per la sceneggiatura originale, mi è piaciuto un sacco.

Promising Young Woman (anche se Una donna promettente ne è la corretta traduzione letterale e ne rispecchia il gioco di parole – “promettente” come aggettivo, riferito a un individuo dotato di qualità che potrebbero permettergli di eccellere in una materia, in un contesto lavorativo o in una disciplina, e come participio, riferito a un individuo che mantiene una promessa- il titolo originale mi piace di più, è più gagliardo) è un racconto di rivalsa di genere. All’epoca della sua uscita negli Stati Uniti, Variety lo definì addirittura il film più femminista dell’anno.
Ma affronta l’ostica materia con un taglio davvero originale.

È come se la Fennell avesse raggruppato i cliché ricorrenti nei film del primo pomeriggio di Tv8 (tranne che nel periodo natalizio, quando prevalgono le storie sotto l’albero, si tratta principalmente di thriller per la tv con donne in fuga dal passato o in cerca di vendetta per se stesse/figli/sorelle), ne ha rimescolato estetica e topoi e ha scritto e diretto (esordio alla regia) una storia incentrata su traumi e ossessioni.
Poi, a questo bolo, ha aggiunto gli ingredienti dei film della fascia oraria successiva, quelli incentrati sulle storie d’amore più improbabili, stucchevoli e ripetitive che sia possibile concepire: blogger/designer/scrittrice promettente (appunto) ritrova un ex del passato/conosce un tizio molto affascinante ecc. ed è un continuo fiorire di caffetterie, pasticcerie, librerie deliziose dove rincorrere Cupido.

Qui, Cassie (l’eccellente Carey Mulligan) è una trentenne la cui vita è stata segnata da un evento molto drammatico.
Non sembra intenzionata a superarlo, ma ha trovato dei modi creativi per aggirarlo e diventare inscalfibile.
Indovinate dove lavora? In una luminosa e zuccherosa caffetteria con angolo muffin.

Il film è volutamente pop, per fotografia, scenografie, musiche, trucco, acconciature e costumi (anche in questo senso, riprende l’estetica dei film tv di cui sopra).
A proposito di abiti, per forme, fantasie e colori, gli outfit di Cassie sembrano usciti da una ruota del gioco Gira la moda: fantastici, davvero.

Il finale, super drammatico, si stempera in una parodia acidissima di quanto sopra e fa praticamente scattare l’applauso per Cassie.

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