LATERIZIO DI MANIFATTURA TEDESCA / 10 Ottobre 2019 in Paris, Texas
Sapete quella sensazione di disagio che si prova nel non apprezzare un opera unanimemente riconosciuta come valida? Ecco io l’ho appena provata con “Paris, Texas” di Wim Wenders. E dire che ero partito con le migliori intenzioni possibili.
Di film ne ho visti parecchi e di mattoncini ne ho digeriti altrettanti senza inconvenienti. Non ho nessun problema con i film lenti purché ci sia un minimo di contenuto a tener desto il mio interesse.
A dir la verità l’inizio mi aveva anche incuriosito ma col passare dei minuti mi sono annoiato a morte. Ho aspettato che accadesse qualcosa per decine e decine di minuti. Niente. Le parti interessanti sommate dureranno venti minuti si e no.
La trama scritta da Sam Shepard non è sufficiente per supportare un intero film di due ore e mezza. I personaggi sono così sterili e insipidi da far male. Le loro azioni sono incoerenti e i loro dialoghi rigidi e cartacei.
Musicalmente ho sofferto. Alla centoduesima schitarrata il mio sistema immunitario mi ha procurato un otite come autodifesa.
Purtroppo non ho trovato nulla a cui aggrapparmi se non una splendida fotografia policromatica.
In definitiva l’ho trovato tanto prolisso da parlarsi addosso, orribilmente semplicistico ed estremamente pretenzioso. Sopravvalutato oltremodo.
Come per altri film proverò a dargli una seconda occasione magari approfittando del 60° anniversario nel 2044.