Recensione su Paisà

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La forza umile / 28 Agosto 2013 in Paisà

Per Rossellini “la ricerca dell´umiltà è la cosa più importante; specie se ci si vuole dare un´etica, se si vuol raggiungere una certa morale“.
E Paisà celebra l’umile ma forte fibra del popolo italiano, vessato dall’invasore nazista, che soffre ma non si arrende, insieme al bonario, a volte ingenuo, alleato Americano e le sue generose tasche da cui escono cioccolata, sigarette e medicine.
Un crescendo di emozioni, e a parere mio pure di qualità cinematografica; tra il primo e l’ultimo episodio c’è infatti un dislivello notevole. Il pianto di quel bimbo a Porto Tolle mi strazia ancora l’anima (ricordandomi della Siria e dell’orrore di questi giorni), la battaglia tra tedeschi e partigiani è vibrante di pathos; il semplice ma coraggioso Cigolani secondo me rappresenta perfettamente la figura del partigiano.
Privo delle star di Città Aperta come la Magnani e Fabrizi, questo Paisà è più neorealista, più vicino al documentario quantunque sia ben poco didascalico, e con finali tremendamente bruschi.
Rossellini accentua l’aspetto caricaturale di un cast non professionista, vernacolare.
E c’è pure il vero esordio assoluto del maestro Fellini, che sostituì il regista nell’episodio della damigiana sul carrello a Firenze.

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