Recensione su Paisà

/ 19467.895 voti

“Joe! Joe! Si tu ruorme io m’arrobbo ‘i scarpe”. / 21 Febbraio 2013 in Paisà

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Il regista dell’opera è Roberto Rossellini, altro film che vi consiglio è Roma città aperta e se apprezzerete questa recensione, prossimamente potrei anche trattare.
Paisà è un gioiellino, un pezzo di storia dove ci viene mostrata la realtà di un’Italia dimenticata attraverso sei episodi. Non sono collegati fra loro se non per la temporalità dell’accaduto, essendo tutti estratti della e dalla Seconda Guerra Mondiale.
Si segue l’avanzata degli Alleati angloamericani dallo sbarco in Sicilia alla lotta dei partigiani. Un bel pezzo di storia quindi, dove “bel” sta per interessante. Personalmente trovo la pellicola struggente. Il regista ci impressiona, ci fa sorridere, riflettere e commuovere. I sei episodi sono ambientati rispettivamente in Sicilia (il primo che narrativamente prende luogo in Trinacria ma fu girato in Campania), Napoli, Roma, Firenze e gli ultimi due sull’Appennino Emiliano e lungo il Po.

Il primo episodio non mi ha colpito molto, arrivano dei soldati yankee e la loro storia si intreccia con il destino di una giovanotta dell’isola.
Vicenda triste e beffarda quella che colpirà il gruppo, ragazza inclusa. Invece ho trovato fantastico il secondo episodio, quello dello scugnizzo Napoletano. Si unisce l’umorismo a temi seri come la povertà, l’abbandono, il degrado, la solitudine. C’è un bambino e un militare afro americano, Joe (Dots Johnson). Il bambino si atteggia a gran conoscitore del mondo, è furbo anzi è un vero figlio di buona donna.
Certo, la fame è una brutta bestia e il piccoletto vive per strada. Approfittando di una debolezza di Joe che entra nel mondo dei sogni, egli ruba le scarpe al soldato (citazione iniziale 😉 ).
C’è uno strano rapporto fra i due, non è amicizia badate bene, ed infatti quando pochi giorni dopo l’afro americano ritrova il nostro piccolo protagonista, pretende di riavere indietro le scarpe.
E’ un duro dal cuore tenero, si impietosisce vedendo come e dove vive il giovane che si rivela esser orfano. Questo episodio è toccante e divertente al punto giusto.
Anche il terzo episodio tratta in un modo o nell’altro solitudine ed analizza il rapporto fra un soldato e una prostituta. Non mi ha proprio preso come volevo, la storia d’amore fra i due è molto triste ma non si avvicina a quella del quarto episodio che assieme al secondo e il quinto sono quelli che più mi rimangono nella mente.
Nel quarto infatti abbiamo un’infermiera inglese che cerca l’amore della sua vita.
Messa così la frase sembra che la tizia stia cercando l’amore, in realtà questa lo ha trovato ma il tale sta attuando la lotta armata contro i nazisti. Da sola, lo cerca in giro per Firenze ma i suoi sforzi servono a poco e la vicenda terminerà nel peggiore dei modi ovvero con una lacerante e dolorosa ferita in mezzo al cuore di Harriet. Non vi racconterò gli ultimi due ma sappiate che valgono la pena esser visti. Si, lo so, ho detto una cosa scontata ma tenevo a precisarlo.
E’ un bellissimo film che non richiede una conoscenza storica troppo approfondita, lo possono vedere tutti, quindi perché no ? Perché non diffondere il verbo ?

Note del Don.
L’episodio dello scugnizzo e del soldato mi ha colpito molto soprattutto dal punto di vista storico.
Napoli è stata l’unica città d’Italia a sollevarsi da sola contro i nazisti, gli Alleati arrivarono nel “Paese del Sole” che era già bello che liberato.
Correva l’anno 1943, primo Ottobre… Anche se, sempre non ricordi male, ventun’anni prima in questa città vennero pianificati tutti i dettagli per la Marcia su Roma. Tiè, sono meglio di History Channel.
DonMax

Lascia un commento