25 Dicembre 2012
Solo dopo ho capito che il regista, dall’eufonico nome Spike Jonze, ah, pure marito di Sofia Coppola, tra l’altro, era lo stesso di Essere John Malkovich e del Ladro di orchidee (il secondo a me non era piaciuto, non tiriamo troppo la corda su).
Comunque, semplice semplice, con una dannata camera sempre a spalla o in movimento o quel che è, che dalla prima fila era davvero indigeribile; è la storia di questo bambino (‘bastanza testa di cazzo, grazie, ma come sono in effetti i bambini) che litiga con la mamma e scappa di casa, prende una barchetta e salpa.
E niente, come non è o come è, arriva in questa terra dove dei mostri non veramente a dieta ma simpatici non lo sbranano subito, anzi lo proclamano re perché li renda felici. Ma alla fine tutto torna a fare patatrac, anche lì. Laddove la morale, manco schifosa in fondo, è che tu hai poco da scappare, tanto ovunque vai le relazioni tra persone possono dare tanta felicità quanta infelicità e problemi. Per cui tanto vale tornarsene a casa e affrontare ognuno i propri. Mostri, problemi o quel che è.
Il tutto messo in scena con alterne fortune, anche se il paese e le creature selvagge aiutano molto a far impennare la fantasia di qua e di là.

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