9 Recensioni su

Nel paese delle creature selvagge

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il Jonze più tenero / 23 Gennaio 2014 in Nel paese delle creature selvagge

presenta sicuramente i tratti tipici del cinema di Spike Jonze, come il surrealismo a tratti nostalgico e quella malinconia di fondo che può anche sfociare nell’apatia e nell’alienazione. è un film con poche pretese a livello narrativo, basato sull’omonimo racconto illustrato per ragazzi di Maurice Sendak del ’63. tecnicamente ha diversi punti di forza, come la realizzazione grafica delle creature sull’isola e la fotografia, a tratti evocativa, onirica. bizzarrie e stravaganze il film ne è pieno, è pervaso da un senso di libertà infantile, che è il leit motiv dell’intero film, con la finale realizzazione del ragazzino protagonista, tra l’altro niente male nella recitazione. un po’ lento lo scorrere per finire con la conclusione strappalacrime e commovente. probabilmente l’intera storia è un omaggio di Jonze alla sua infanzia.

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29 Gennaio 2013 in Nel paese delle creature selvagge

Un piccolo capolavoro dolce. Mi sono perfino emozionata nel finale. I mostri sono perfetti, tecnicamente e caratterialmente, di un tenerezza malinconica. Max aka Max, il bambino, ha delle espressioni davvero interessanti, è bravo. Inutile dire che anche il resto è perfetto: il libro non l’ho letto, ma mi pare che la storia regga moto bene ( metafore su metafore, davvero ben costruite e pure momenti divertenti. I gufi!), la regia e la fotografia ( i tramonti su cui si stagliano le sagome di mostri e bambino, oddio *__* ) e come non citare la colonna sonora di Karen O. Karen! Stupenda! Stupendo!

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25 Dicembre 2012 in Nel paese delle creature selvagge

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Solo dopo ho capito che il regista, dall’eufonico nome Spike Jonze, ah, pure marito di Sofia Coppola, tra l’altro, era lo stesso di Essere John Malkovich e del Ladro di orchidee (il secondo a me non era piaciuto, non tiriamo troppo la corda su).
Comunque, semplice semplice, con una dannata camera sempre a spalla o in movimento o quel che è, che dalla prima fila era davvero indigeribile; è la storia di questo bambino (‘bastanza testa di cazzo, grazie, ma come sono in effetti i bambini) che litiga con la mamma e scappa di casa, prende una barchetta e salpa.
E niente, come non è o come è, arriva in questa terra dove dei mostri non veramente a dieta ma simpatici non lo sbranano subito, anzi lo proclamano re perché li renda felici. Ma alla fine tutto torna a fare patatrac, anche lì. Laddove la morale, manco schifosa in fondo, è che tu hai poco da scappare, tanto ovunque vai le relazioni tra persone possono dare tanta felicità quanta infelicità e problemi. Per cui tanto vale tornarsene a casa e affrontare ognuno i propri. Mostri, problemi o quel che è.
Il tutto messo in scena con alterne fortune, anche se il paese e le creature selvagge aiutano molto a far impennare la fantasia di qua e di là.

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13 Ottobre 2012 in Nel paese delle creature selvagge

Max è un bambino molto emotivo, in lui ogni azione scaturisce un sentimento anche,spesso, eccessivo.
La sua rabbia così come la sua paura vengono sfogate con istinti “selvaggi”: i morsi come la fuga.
Il suo è un tentativo di farsi valere, far valere la propria presenza attraverso la sofferenza data dalla sua stessa assenza.
Nel paese delle creature selvagge trova la sua realtà, quella in cui riesce a scatenare tutta la rabbia senza sentirsi fuori luogo e senza ferire chi ha attorno.
Non è però tutto perfetto, dove la solitudine e la tristezza prendono luogo anche ciò che costituisce la normalità può essere fonte di disagio e di “cattiva sorte”.
Il film è particolarmente significativo, i sentimenti di queste creature sono puri proprio come quelli di un bambino e vengono riportati egregiamente.
Quelle che ho preferito sono state le scene finali, soprattutto l’espressività della madre di Max che lascia intendere “il lieto fine”.
Purtroppo scorre lentamente ed il voto non può essere più di 6

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14 Settembre 2012 in Nel paese delle creature selvagge

Una favoletta carina con alti e bassi, certe volte un po’ lenta ma alla fine regge il colpo. La scoperta di un mondo dove i mostri sono alla fine simili agli uomini, con sentimenti e debolezze.
“Ti mangerei per quanto ti amo…”

30 Agosto 2011 in Nel paese delle creature selvagge

Ai confini dell immaginazione..

12 Maggio 2011 in Nel paese delle creature selvagge

Film molto particolare, mi aspettavo una favola carina e divertente con effetti speciali e una morale di fondo. Ma mi ero dimenticato che il film era diretto da Spike Jonze (“Essere John Malkovich”) e quindi non poteva essere così semplice…
Max è un bambino un pò “strano” solitario, senza amici, con una buona dose di fantasia e con qualche crisi isterica di violenza. Dopo un litigio familiare (in cui manca la figura paterna e questo vorrà dire qualcosa) Max fugge di casa e si ritrova in questo mondo particolare abitato da strane creature.
Quest’ultime si dimostreranno non essere troppo diverse dagli esseri umani, con sbalzi d’umore e litigi tra di loro. Max cercherà di portare l’armonia tra loro prima di tornare nel suo mondo…
Il film è un pò malinconico, con pochi momenti divertenti e azione abbastanza piatta; risulta quindi leggermente noioso a tratti anche se le “creature” fanno del loro meglio x tenere desta l’attenzione.
Spike Jonze risparmia sugli attori; praticamente l’unico protagonista è Max, parte piccola x la madre Catherine Keener e x il compagno Mark Ruffalo. Il ragazzo ha alcuni momenti “deliranti” come all’inizio l’inseguimento al cane oppure nel paese delle Creature.
Insomma l’idea di partenza non era male ma poteva essere resa un pò più avvincente.

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11 Aprile 2011 in Nel paese delle creature selvagge

E’ destinata a diventare un cult, sarà anche imperfetta, ma è una pellicola potente sia visivamente che narrativamente. L’emotività, e la violenza, del bambino raramente risulta così ben resa. La prima parte mi è piaciuta molto, la seconda ha delle scene davvero belle, è’ vero che si perde il filo, è vero che c’è un certo caos e, io non ho letto il libro, l’obiettivo e il senso di ciò che accade nel mondo dei pupazzoni non è chiaro per nulla, ma in ogni accadimento si può chiaramente vedere il bambino che siamo stati e senza concessioni.

Il paese delle creature è davvero l’espressione dell’infanzia, delle paure, dei bisogni, dell’egoismo, del superomismo del bambino (ma anche del gioco, della creatività, delle potenzialità etc ), è necessario vedersi oggettivati e fare esperienza di sè per crescere, per avere indulgenza degli altri, per calmare l’ansia, per vivere con se stessi.

Perfettibile, ma comunque bello, con quel tocco un po’ fuori dagli schemi che lo farà ricordare

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S Jonze e le stelle cadenti / 4 Marzo 2011 in Nel paese delle creature selvagge

Mah…
Lo ricordavo talentoso, divertito, divertente autoironico e icastico.
Il ricordo era buono e reale.
Presente. Il presente e’ sto filmetto che non ha infamie. Purtroppo. Non si puo’ neanche pensare cisa un errore: e’ solo un noiosetto filmino per ragazzi che ai ragazzi non piace

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