20 Novembre 2021
Thriller autoindulgente in cui Edgar Wright matura verso un nuovo approccio al cinema, perdendo la comicità scanzonata che caratterizzò la trilogia del Cornetto e qualche effetto speciale che, in questa Ultima Notte a Soho, poteva essere più efficacie.
Wright fa decisamente bene a sperimentare, pur perdendosi in alcuni passaggi frettolosi e approssimativi, pur risultando prevedibile in frangenti che avrebbero potuto riservare qualche sorpresa.
Si perde lo stupore del thriller ma ci guadagna l’incanto di scene meravigliosamente realizzate nel passaggio a quei sognanti anni 60, in uno sdoppiamento che richiama Perfect Blue di Satoshi Kon.
Film imperfetto ma apprezzabile.
Ancora non ho visto questo film, ma, purparlé, fin dalle prime clip e trailer, ho l’impressione che questo lavoro di Wright non sia divertente quanto i precedenti (però, c’è da dire che, onestamente, già Baby Driver mi aveva dato l’impressione di fare una specie di scarto, rispetto alla sua filmografia precedente).
Decisamente.
Non c’è nessun elemento comico e certamente non diverte.
È un thriller che ogni tanto zoppica, ma che mostra sprazzi di cinema qualitativamente rilevanti.
Poi se lo vedrai, potrai comprendere a quali parti mi riferisco (non gradisco fare spoiler).
Tra l’altro credo che dovrò fare una variazione al voto, sono combattuto tra 7 e 6.