Il giovane favoloso
/ 20147.0340 votiGiacomo Leopardi mostra fin da bambino peculiarità geniali ed un anticonformismo quasi inaspettato. A ventiquattro anni, egli lascia la natia Recanati e la famiglia per scoprire una società che, nella prima metà dell'Ottocento, sta radicalmente cambiando e che, nonostante tutto, non sembra pronta ad apprezzare pienamente la sua poesia.
Stefania ha scritto questa trama
Titolo Originale: Il giovane favoloso
Attori principali: Elio Germano, Michele Riondino, Massimo Popolizio, Anna Mouglalis, Valerio Binasco, Paolo Graziosi, Iaia Forte, Sandro Lombardi, Raffaella Giordano, Edoardo Natoli, Giovanni Ludeno, Federica De Cola, Giorgia Salari, Gloria Ghergo, Isabella Ragonese, Vanni Leopardi, Franco Javarone, Sergio Albelli, Eugenio Allegri, Fernando Beccaceci, Salvatore Cantalupo, Renato Carpentieri, Gino De Luca, Pio del Prete, Denis Fasolo, Federico Fazioli, Tiberio Fiori, Veronica Lazăr, Valter Malosti, Nello Mascia, Enzo Moscato, Danilo Nigrelli, Kostas Papanastasiou, Enzo Salomone, Mattia Sbragia, Luciana Zazzera, Angela Di Matteo, Roberto Di Pietro, Carlo Falciani, Jurij Ferrini, Demi Licata, Mostra tutti
Regia: Mario Martone
Sceneggiatura/Autore: Mario Martone, Ippolita Di Majo
Colonna sonora: Sascha Ring
Fotografia: Renato Berta
Costumi: Ursula Patzak
Produttore: Patrizia Massa, Nicola Serra, Carlo Degli Esposti
Produzione: Italia
Genere: Storia, Biografico
Durata: 137 minuti
Dove vedere in streaming Il giovane favoloso
Nonostante gli sforzi degli attori per rendere il film digeribile e anche del curatore musicale che ha inserito alcuni brani di musica elettronica moderna, forse per alleggerire il tono, questo film risulta, soprattutto nella seconda parte, inutilmente lungo, scontato e quindi noioso, noioso e noioso.
Tutto una conferma almeno per me, del resto se Leopardi non mi ha appassionato quando studiavo cosa pretendevo da un film, miracoli?
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Chi va con lo zoppo impara a zoppicare. No, non ce l’ho col povero grande Leopardi, ma con l’universo “Rai fiction” et similia che ammorba indegnamente il recitativo degli attori italiani. Elio Germano ce la mette tutta per uscire dai canoni di repertorio, talvolta ci riesce ma i residui sono durissimi a morire; la recitazione sempre tesa, lo scialo di sguardi stralunati, quel fastidiosissimo respiro nervoso che intercala la dizione, il dondolio del mezzobusto per schematizzare grossolanamente una qualsiasi problematicità (dall’epilessia alla schizofrenia, dalla gobba al mal di denti, tutto è uguale: sembra obbligatorio far partire il “cavallino a dondolo”).
Non è che manchi la scuola, è che se non fai il raoulbovino alla tivvù per le casalinghe italiane, mica sbarchi il lunario. Del resto, se sono operaio metalmeccanico e lavora solo un’officina dove è obbligatoria la tuta fucsia, cos’altro potrei fare se non indossare la tuta fucsia?
Ci prova l’esteta Mario Martone, sceneggiatore davvero originale e regista pieno di idee, ma un bel calesse senza cavalli di razza fa quel che può. Onore al merito, comunque, di chi sta riportando il cinema italiano a buoni livelli, facendo pian pianino spurgare l’ odiosissima parlantina caciaronisterica dell’attore italiano.
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Ritratto fedele e preciso della biografia di Leopardi, direi didascalico. Ottimo per chi sta studiando l’autore e vuole scavare nel personaggio per comprendere al meglio le opere. Elio Germano ne dà un’ottima interpretazione e la colonna sonora è suggestiva, così come alcune inquadrature.
Ma non si può nascondere che il film cade a tratti nel noioso, sopratutto nella seconda parte, si riprende un po’ nel finale, con lo spettacolo del Vesuvio e la declamazione de “La Ginestra” in fuori campo.
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Poeta magico che adoro profondamente in tutto e per tutto, film lungo. pesante. lento. in esso si racconta la quotidianità, il dolore, le tristi forme dell’albatros della grande poesia, dei grandi racconti. il principe delle nuvole, che nella terra ferma è goffo. pesante. e lento.
il film è fedele alla vita di leopardi chi si aspetta chissà che cosa ha sbagliato film , molto rigoroso e a volte pedante presenta il personaggio di leopardi in maniere egregia con un Elio Germano strepitoso. La prima parte del film è sicuramente molto più bella della seconda, qui leopardi appare come un rivoluzionario, geniale e imbrigliato in catene corporee e mentali. La seconda parte è decisamente di un livello inferiore. Secondo me se Mortone si fosse limitato a fare la prima parte il film sarebbe stato migliore. Da notare la bellezza di riordino in questo film 😉
p.s. anche l’occhio vuole la sua parte
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