7 Recensioni su

Green Book

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Molto più di un film sul razzismo / 19 Luglio 2020 in Green Book

Greenbook è una metafora sulla vita. Di come due uomini completamente diversi tra loro stringono una forte amicizia viaggiando tra i posti più ostili e razzisti del sud america.

Il voto sarebbe un 7.5 / 8 Settembre 2019 in Green Book

Film vincitore del Premio Oscar 2019 (Meritato, a mio modesto parere) tratto da una storia vera.
Nel 1962 il Buttafuori italoamericano Tony Vallelonga (Viggo Mortensen) si ritrova momentaneamente disoccupato dopo la chiusura temporanea del locale Copacabana presso cui lavorava. Accetta di lavorare per il pianista afroamericano Don Shirley (Mahershala Ali) che ha bisogno di un autista/tuttofare che lo accompagni in tournèe nel sud degli Stati Uniti.
Buddy movie on the road ma un po’ particolare per due personaggi che sono di due mondi differenti.
Tony è bianco, rozzo, dall’insaziabile appetito mentre Don è raffinato e colto; Don, come sottolinea lui stesso, è però un nero atipico. Infatti suona in modo fantastico ed è apprezzato dai bianchi finché si trova sul palco ma al di fuori di quando suona il suo strumento, ridiventa un nero come gli altri che non può usare lo stesso bagno dei bianchi, mangiare nello stesso ristorante e deve subire altre angherie del genere. Al tempo stesso non è visto di buon occhio neanche dai neri perché, x modi di vestire e atteggiamento, sembra “superiore” a loro.
Inutile dire che tra i due si creerà un buon rapporto con anche qualche scambio di “favori” tra i due: Don aiuta Tony a scrivere qualche lettera romantica alla moglie mentre Tony, oltre a difendere Don dai razzisti bianchi, avvicina Don ai suoi “simili”.
Il film fa sorridere per alcune situazioni ma pone anche l’accento sull’America razzista di quegli anni; il titolo fa riferimento alla guida dove sono indicati alberghi e ristoranti in cui gli afroamericani possono essere accolti senza troppi problemi.
Nel resto del cast da citare Linda Cardellini (E.r.) nei panni della moglie di Tony; curioso il fatto che il regista sia Peter Farrelly ovvero quello che aveva diretto insieme al fratello “Tutti pazzi per Mary” e altre commedie “scorrett”, film di tutt’altro genere rispetto a questo.

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Voto 8,5 / 23 Giugno 2019 in Green Book

Fatemi un favore… Non perdetevi questo film!

Contrasti / 15 Giugno 2019 in Green Book

Un film gradevole, giocato tutto sui contrasti: bianco e nero, ignoranza e raffinatezza, cortesia di facciata e intimo pregiudizio, onestà e brutalità, flessibilità di fronte alle offese e difesa intransigente della propria dignità. Peccato per un finale che spinge appena un po’ troppo sulla commozione, e soprattutto per gli interpreti – non trattenuti o peggio incoraggiati dal regista – che scivolano troppo spesso nel macchiettismo: soprattutto Mortensen, che esagera nella mimica facciale e nella gestualità; ma anche Ali eccede talvolta in affettazione, quando deve rendere la schifiltosità del suo personaggio. Qualche trovata è collaudatissima, come la telefonata che non ti aspetti e che mette tutti sugli attenti. Indimenticabile tuttavia la scena dell’auto ferma in mezzo a una strada di campagna, con i braccianti che alzano lo sguardo e si rendono conto che un nero come loro ha un’auto di lusso e un autista bianco.
Piccola curiosità: nel sonoro originale Mahershala Ali parla un italiano nettamente migliore di Mortensen e di altri attori che interpretano italo-americani.

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IL mondo è pieno di gente sola che ha paura a fare il primo passo / 4 Marzo 2019 in Green Book

Il Green Book era una guida pubblicata dal 1936 al 1966 negli Stati Uniti e in cui si potevano trovare tutti i luoghi e i servizi in cui, in anni bui di razzismo e violenza, gli afroamericani erano accettati e accolti.
Green Book è tratto da una storia vera dove il razzismo, anche se stava muovendo i primi passi verso la decenza, ancora aveva delle incoerenze pazzesche.
E questo film le evidenzia con grande maestria e sagacia. Una storia che, anche se alla fine potrà risultare ovvia, darà grandi emozioni.
Bravissimi gli interpreti, nessuno escluso.
“Per cambiare i cuori delle persone ci vuole coraggio”, il coraggio per essere vivi che troppi non hanno purtroppo.
Ad maiora!

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bellissimo film / 26 Febbraio 2019 in Green Book

Bellissimo film. Emozionante dall’inizio alla fine. Però non sembrerebbe tratto da una storia vera, come dicono sia, in quanto mi appare davvero inconcepibile pensare ad un tour di un pianista di colore negli stati del sud dove, al tempo dell’ambientazione filmica, rifiutano la sua presenza gli stessi gestori del ristorante che l’hanno chiamato a tenere un concerto, e non gli fanno usare la toilette, causando ritardi e problemi. Cercherò di documentarmi meglio, anche se credo che nel fare un film l’aderenza alla realtà sia molto relativa.

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Buon buddy movie a cui piace vincere facile / 5 Febbraio 2019 in Green Book

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

(Sei stelline e mezza)

Green Book è il secondo film “da solista” di Peter Farrelly, metà della coppia dei Fratelli Farrelly (l’altro è Bobby), autori di commedie come Tutti pazzi per Mary (1998) e Amore a prima svista (2001). Dal suo passaggio al Toronto Film Festival 2018, dove ha vinto il premio del pubblico, il film di Farrelly ha raccolto molti riconoscimenti, fra cui 3 Golden Globe (miglior film commedia, miglior sceneggiatura, miglior attore non protagonista – Mahershala Ali) e 5 nomination agli Oscar 2019.

Ispirato a una storia vera e co-sceneggiato da Farrelly insieme a Nick Vallelonga, figlio di uno dei protagonisti della vicenda accaduta sul finire del 1962, Green Book è una gradevole storia on the road che, sullo sfondo dell’America segregazionista, gioca a colpo sicuro sul leitmotiv del buddy movie con personaggi che partono dagli antipodi per incontrarsi felicemente a metà strada.
Green Book è un film edificante, rassicurante, divertente, empatico, adatto a un pubblico amplissimo, recitato da due attori, Viggo Mortensen (appositamente imbolsito) e Ali, in gran forma, con una bella ricostruzione d’ambiente e una sceneggiatura a prova di bomba, con situazioni calibratissime e personaggi e dialoghi ben costruiti e accattivanti.
Come non amare dopo due minuti di film il Tony Lip di Mortensen, italoamericano ignorante come una scarpa ma con “un cuore grande così” (cit.)?

Purtroppo, il film non incontra del tutto i miei favori per via della sua linearità: è costruito per blocchi (presentazione dell’antieroe, incontro/scontro fra i due poli opposti, meraviglia dell’uno nei confronti dell’altro, tutto fila liscio fino a un confronto drammatico ma chiarificatore, evento destabilizzante che celebra la definitiva intesa fra i protagonisti, happy ending) e l’evoluzione dei fatti, per quanto fedele alla realtà (e, perciò, hurrà, dato che le cose sono finite bene), è estremamente prevedibile.
Una mia compagna di poltrona, comunque ben più entusiasta di me del film (che, pure, mi è piaciuto!), alla fine della proiezione mi ha detto: “Pensavo che, da un momento all’altro, sarebbe successo qualcosa di brutto e irreparabile. Invece, per fortuna, no!”. Ecco: anch’io speravo che succedesse qualcosa del genere, giusto per dare un quid a un film molto convenzionale, al di là dei pregi enunciati in precedenza. Dal punto di vista cronologico e contenutistico, siamo nel solco di film recenti come The Help o Il diritto di contare: sono racconti che l’America si regala periodicamente per mettere a tacere la propria coscienza e con i quali anche noi, dall’altra parte dell’Oceano, proviamo a sentirci meglio, con i quali proviamo a dirci: “Io non sono come quel razzista del Tennessee!”.

Green Book è un film che, a suo modo, dà speranza, cosa di cui tutti abbiamo sempre bisogno, e che intrattiene piacevolmente per due ore e dieci minuti, trasmettendo messaggi solo apparentemente semplici,ma sicuramente costruttivi. Niente di più (ma a chi è meno cinico e cuordipietra di me può bastare, ci mancherebbe).

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