Recensione su Il viaggio di Felicia

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Il viaggio di Felicia: Cappuccetto Rosso è irlandese. / 8 Dicembre 2014 in Il viaggio di Felicia

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

(Cinque stelline e mezza)

Sulla copertina del dvd c’è un virgolettato (anonimo) che definisce questo “Il miglior film della storia del cinema su un serial killer”.
Ho i miei forti dubbi in merito.

Ad ogni modo, quello ben interpretato da Bob Hoskins è sicuramente uno dei più originali assassini cinematografici che abbia mai visto finora, se non altro perché, a parimerito con Norman Bates, pur facendo affondare le proprie pulsioni omicide in un irrisolto rapporto con la madre, evita di far sfociare i propri istinti in diffuse messinscene a sfondo apertamente sessuale (non che la scena della doccia di Psycho non lo sia, metaforicamente, ma… ci siamo capiti).
Mi aspettavo che da un momento all’altro avrebbe aggredito fisicamente la protagonista: nulla di più sbagliato. Il sig. Hilditch desiderava sul serio solo parlare ed avere un po’ di compagnia. Il fatto è che la follia gli prende un po’ la mano, tutto qui, sono cose che capitano.

Un po’ fiaba (siamo dalle parti di Cappuccetto Rosso), un po’ thriller, il film di Egoyan non è poi malaccio.
Però, per i miei gusti, semplifica troppo la questione mettendo le redini della vicenda in mano ad un personaggio, quello di Felicia, davvero troppo semplice, anacronistico, meno sveglio di una Biancaneve, per intenderci e per rimanere nel solco del fantasy.

Inquietante l’opera di persuasione di Hilditch affinché Felicia si sbarazzi del bambino e bella la conclusione: di Johnny, Felicia non saprà mai nulla, ma non riuscirà a dimenticare i nomi delle ragazze uccise da Hilditch appresi in un momento di ottenebrata lucidità.

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