Joker

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Joker

Film ispirato ai fumetti DC Comics di Batman.
Joker è la nemesi di Batman. Ma chi era il Joker, prima di diventare il villain per eccellenza? Pare che si chiamasse Artur Fleck e che facesse il comico.
Questo film fa parte del 'DC Universe Movie'! Vuoi saperne di più?
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: Joker
Attori principali: Joaquin Phoenix, Robert De Niro, Zazie Beetz, Frances Conroy, Brett Cullen, Shea Whigham, Bill Camp, Glenn Fleshler, Leigh Gill, Josh Pais, Rocco Luna, Marc Maron, Sondra James, Murphy Guyer, Douglas Hodge, Dante Pereira-Olson, Carrie Louise Putrello, Sharon Washington, Hannah Gross, Frank Wood, Brian Tyree Henry, April Grace, Mick Szal, Carl Lundstedt, Michael Benz, Ben Warheit, Gary Gulman, Sam Morril, Chris Redd, Mandela Bellamy, Demetrius Dotson II, Greer Barnes, Ray Iannicelli, Bryan Callen, Peter Hans Benson, Vito Gerbino, Adam Quezada, Xavyer Ureña, Evan Rosado, Damian Emmanuel, Mike Troll, Jane Fergus, David Gibson, Tony D. Head, Jeff McCarthy, Kim Brockington, Troy Roberts, Lou Young, Michael-Scott Druckenmiller, Craig Austin, John Cenatiempo, Danny Schoch, Keith Buterbaugh, James Ciccone, Rich Campbell, Roger Squitero, Steven Elson, Graham Mabry, John Alldred, Alonzo Wright, Jack Wilkins, Richard Baratta, Mary Kate Malat, Adrienne Acevedo Lovette, Justin Theroux, Alissa Bourne, Jamaal Burcher, John Cashin, Jason John Cicalese, Brendan Patrick Connor, Blaise Corrigan, Dennis Jay Funny, James P. Harkins, Joseph Hernandez, Ben Heyman, Graham Maby, Jesse Schratz, Isabella Ferreira, Shade Rupe, Mostra tutti

Regia: Todd Phillips
Sceneggiatura/Autore: Scott Silver, Todd Phillips
Colonna sonora: Hildur Guðnadóttir
Fotografia: Lawrence Sher
Costumi: Mark Bridges
Produttore: Bruce Berman, Michael Uslan, Richard Baratta, Emma Tillinger Koskoff, Walter Hamada, Bradley Cooper, Todd Phillips, Joseph Garner, Aaron L. Gilbert
Produzione: Usa
Genere: Azione, Drammatico, Poliziesco, Supereroi
Durata: 122 minuti

Dove vedere in streaming Joker

Una grandissima prova d’attore / 5 Gennaio 2022 in Joker

Joker è prima di ogni cosa una grandissima, superba prova d’attore: Phoenix riesce a comunicare allo stesso tempo un’estrema vulnerabilità e un’estrema pericolosità, alternandosi tra depressione e frenesia – il suo Arthur è del resto pericoloso proprio perché così vulnerabile. Un Oscar meritatissimo.

Il film è anche una critica sociale: non, come qualcuno ha scritto, perché denuncerebbe il meccanismo che porta a certi omicidi di massa – Joker non è certo un mass shooter, e sarebbe inoltre un po’ riduttivo vedere nel film una polemica contro il taglio dei servizi sociali. La critica è rivolta invece contro i ricchi – soprattutto i ricchi che giustificano il proprio privilegio con la mancanza di carattere dei poveri, che uno dei personaggi chiama “clown” (mettendo così in moto la propria nemesi). La critica a quanto pare ha colto nel segno, a giudicare da alcune reazioni un po’ inusualmente nervose.

Joker non è privo di difetti: spinge a volte un po’ eccessivamente sul pedale del patetico, soprattutto all’inizio. La storia sembra poi muoversi in modo a volte casuale, troppo poco lineare (ma una seconda visione potrebbe attenuare l’impressione). Certe confusioni tra le fantasie di Arthur e la realtà sono sconcertanti e confondono lo spettatore (che finisce per dubitare di avvenimenti invece reali); in un caso particolarmente egregio mi è venuto il sospetto – probabilmente infondato – che con questo espediente il regista avesse voluto concedere più tempo sullo schermo a uno degli interpreti. Mi pare invece che non ci sia un eccesso di violenza: quella che si vede non eccede lo standard del genere. In conclusione, non un capolavoro, ma un’opera notevole che vale da sola, col suo supervillain, un centinaio di banalissimi film di supereroi.

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ottimo ma…. / 4 Ottobre 2021 in Joker

non il grande capolavoro che mi aspettavo. Tralasciando l’immensa prova di JP e il fantastico lavoro alla regia mi hanno lasciato un po interdetto alcune scelte forzate di sceneggiatura… ma a parte questo ben vengano produzioni forti di questo genere. Aspettando il sequel.

L’origine della nemesi di Batman / 19 Novembre 2020 in Joker

Bel film sulle origini dello storico nemico di Batman.
Arthur Fleck (Joaquin Phoenix) vive con l’anziana madre Penny (Frances Conroy) e fa pubblicità in strada travestito da clown sognando di diventare un cabarettista.
Emarginato, ignorato e deriso un po’ da tutti (all’inizio dei ragazzi gli rubano il cartello) Arthur è affetto da un tic nervoso che lo fa scoppiare a ridere in maniera incontrollata (e spesso in momenti poco opportuni, come ad esempio sull’autobus o sulla metropolitana).
Più che a un cine-comic si può azzardare un paragone con Taxi Driver; anche qua abbiamo una persona emarginata, con qualche problema che all’ennesima angheria subita decide di ribellarsi. Quando scopre che invece di essere accusato dalla popolazione, viene quasi
eletto come simbolo della rivolta degli oppressi verso l’arroganza dei ricchi, la sua vita inizia a cambiare, per poi diventare quella del Joker che tutti conosciamo.
Nel resto del cast da citare Robert De Niro che dirige uno show ed è l’idolo (almeno inizialmente) di Arthur Fleck, Zazie Beetz (Deadpoool 2) è Sophie, la vicina su cui Arthur fantastica un po’ dopo un incontro in ascensore.

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Arte o solo citazionismo? / 3 Settembre 2020 in Joker

Ho cambiato innumerevoli volte il voto assegnato a questo film, variano dal 7 al 9, alla fine ho deciso di astenermi perchè forse è inclassificabile.
Ad una prima visione in una stupenda sala cinematografica ne uscii estasiata, quasi gridai al capolavoro: era un film che mi aveva emozionato, con una fotografia sublime e un’interpretazione di Phoenix superlativa, una di quelle che si vedono una volta ogni trent’anni.
Poi a mente fredda ho continuato a trovarlo un gran film, forse non un capolavoro ma un ottimo film.
Il problema è che tra gli elementi citati che ne hanno fatto un gran film non c’è la regia.
Cosa intendo con regia?
Non vedo dietro a questo film un’identità autoriale, vedo innumerevoli citazioni, riprese, rifacimenti ma questo pastiche insieme non crea una cosa totalmente nuova (come magari fa Tarantino) ma forse solo una citazione continua ad altro, in questo senso un perfetto prodotto postmoderno.
Vedo tanto Scorsese a partire dalla fotografia, dai colori scelti, che rendono tutto verde, opaco e Gotham così simile alla New York di Taxi driver.
Così l’alienazione del protagonista sembra uscire proprio da quei film lì che forse tra i primi parlarono di solitudine, sofferenza, alienazione e violenza.
C’è un forte richiamo a Re per una notte anche qua il suo protagonista vede che l’unica forma di riscatto possibile sia l’effimero successo televisivo, le due parentesi partono vicine ma si allontanano nella conclusione.
Il richiamo a quest’immaginario è palesato proprio da Rober De Niro (in parte come negli ultimi anni lo abbiamo visto solo di rado), e mentre nel film di scorse faceva “lo sfigato” che vuole essere un comico di successo volendo essere come Jerry Langford (interpretato da uno stupendo Jerry Lewis) qua fa l’uomo di successo, il mito a cui il Joker aspira.
Come già sopra scrivevo le conclusioni delle loro vicende sono totalmente diverse, e qui il film di Philipps però non crea o cerca nuove strade, si limita a riprendere cose da film del passato come V per vendetta, o Man on the Moon di Formas.

Non so forse è proprio questo continuo citare la cifra artistica di Philipps, anche lo stesso look del Joker (devo dire riuscitissimo) è un insieme di citazioni, a partire dai due altri Joker famosi: quello di Nicholson e Ladger. Poi vedo anche molto richiamo al Corvo, ma c’è da dire che già questa cosa era presente ne “il Cavaliere oscuro” di Nolan.
Ovviamente si ispira molto anche al “The Killing Joke” di Alen Moore sopratutto nel concetto che chiunque potenzialmente possa diventare il Joker.
Insomma un continuo citare, usando un soggetto che proviene dai fumetti, ma allontanandosi da essi creando una cosa diversa.
E forse è in questo che sta la forza: prendere un personaggio, famoso amato e osannato;
fare un film che di base andranno a vedere tutti perchè è un cinecomics sul più famoso cattivo di sempre.
Annullare tutto quello che è stato scritto sul quel personaggio, citando più che altro visivamente le altri versioni del Joker ma prendendo un’altra strada.
Con questo film il regista critica il suo paese, l’assenza di previdenza sociale, l’individualismo esasperato, la felicità effimera e mette tutti questi contenuti forti, ormai assenti nei Blockbuster in un film di grande pubblico.
Ripeto, magari per un appassionato di cinema non risulterà nulla di nuovo, solo un bel film molto citazionista, ma il pubblico di riferimento di questo film è enorme, ben vengano film belli come questo che riesco a guadagnare così tanto.
Parte come antieroe, ti fa empatizzare con lui e allo stesso tempo, però, non lo rende mai cattivo, anzi sembra far del male solo a chi lo è con lui, in questo modo ti fa entrare in contatto empatico con lui, scadendo quasi nel pietismo esagerato vedendo come un uomo qualsiasi possa essere schiacciato dalla società ingiusta.
Una tematica spesso presente nei film americani, soprattutto della new hollywood, dove il cattivo non lo è mai davvero ma più un angelo caduto, un antieroe vittima degli eventi.
E’ forse proprio in questa maniera che Philipps distrugge il personaggio:
distrugge il cinefumetto dall’interno, facendo vedere come fu Wayne in un certo senso a crearlo (cosa che c’è da dire aveva già fatto Burton nel suo Batman, il primo che capì che la forza in questi film sta proprio nel cattivo).
Il confine tra bene e male è labile, ciò che è vero e ciò che non lo è in questo film si confondono (SPOILER con scivoloni che non mi sono piaciuti tipo mostrare che la storia con la ragazza era solo frutto dell’immaginazione del protagonista), un delirio a volte lucido e a volte no.
Ci sono delle scene memorabili che forse entreranno nella storia del cinema come quella della scala, o quella nello studio televisivo, ci sono momenti meno riusciti proprio dovuti al fatto che il film si vuole essere di qualità, per arrivare anche ad un enorme pubblico, quindi pecca di qualche spiegone di troppo e qualche ingenuità ma tutto sommato errori veniali.
SPOILER La scena in cui i Wayne vanno al cinema nel bel mezzo di una rivolta l’ho trovata ridicola nonostante anche il significato giusto: ovvero che la rivolta partita involontariamente dal Joker si scaglia contro tutti, anche contro quelli che hanno creato il Joker, che a sua volta crea Batman, bella nelle intenzioni e nella circolarità ma non nella messa in scena, e qui si vedono i limiti del citare continuamente.
Questa cosa era presente anche nel Batman di Burton dove all’inizio vediamo Nicholson cadere nell’acido per colpa dell’eroe, quindi il cattivo nasce da lui, poi più avanti nel film vedevamo un flashback in cui Jack Napier (alias Nicholson non ancora Joker) uccide i genitori del piccolo Bruce creando una circolarità che però veniva costruita per tutto il tempo cosa che non accade nel lungometraggio del 2019, che ripeto pecca di alcune ingenuità. FINE SPOILER
La cosa migliore del film è sicuramente la performance di Phoenix, che non si limita a fare un’interpretazione ottima (come per esempio Brad Pitt nell’ultimo di Tarantino) è qualcosa di più profondo e radicato: qui è lui l’artista non il regista.
E’ come arte moderna l’uso sapiente del suo corpo, delle espressioni facciali, la modulazione della voce, la risata è tutto studiato, viscerale e profondo. Non è finzione, il Joker sembra essere uscito fuori dalla parte più malata della testa dell’attore.
Ha preso tutta la sofferenza e magari sua alienazione e l’ha risputata nel film, qualcuno si è limitato a riprendere una performance artistica tanto disturbante perchè reale, vera e cupa.
E forse per questi ultimi motivi ovvero sociale, di successo e per la performance di Phoenix che il film verrà ricordato.
Aspetto il prossimo film per vedere se Todd Philipps sia solo un bravo regista (anche molto paraculo) che sa sapientemente citare, oppure un artista, per ora il mio giudizio è sospeso.

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no titolo / 3 Agosto 2020 in Joker

Diciamolo, questo film forse ha più attinenza con Taxi Driver, di cui a tratti sembra quasi un remake, che con l’antagonista più noto del cavaliere oscuro. Se non si chiamasse “Joker”, se anche solo idealmente non fosse un film sul Joker, non cambierebbe nulla nell’economia del film. Se non ci fosse la presenza, peraltro forzata, dei Wayne non cambierebbe nulla (il personaggio di Thomas Wayne potrebbe essere qualunque altro personaggio di spicco della città), e se non ci fosse la forzatissima riproposizione dell’omicidio dei genitori del piccolo Bruce il film non cambierebbe di una virgola. Del resto Gotham non è minimamente “Gotham”, ma potrebbe essere qualunque metropoli americana. In più l’omicidio dei Wayne (e la presenza di Bruce), rapportati all’età di questo “Joker”, incasinano tremendamente qualunque idea di cronologia che “idealmente” dovrebbe prima o poi portare ad un momento in cui Bruce Wayne diventerà Batman (e per scontrarsi con questo Joker credo che sarà costretto a fargli visita in un ospizio). Il film è scollegato da qualunque altro universo narrativo cinematografico passato e attuale? Non ha importanza. Minimamente. Specialmente considerato che è del tutto irrilevante che questo sia Il Joker. Potrebbero averlo chiamato in qualunque altro modo, aver chiamato Thomas Wayne “pinco pallino” e Gotham “New York”, e nessuno avrebbe battuto ciglio, il film non sarebbe cambiato di una virgola. Bello è e bello sarebbe rimasto. Ma almeno non (mi) avrebbe fatto storcere il naso. Questo inficia la bontà del film? No, certo. Però gli fa perdere qualche puntino.
Un’altra opzione (interessante, tra l’altro) sarebbe stata fare sì riferimento al Joker, ma specificare che Arthur Fleck, in qualche modo, prendesse ispirazione dal personaggio dei fumetti, specificando questo elemento “meta-fumettistico”. Del resto nessuno avrebbe potuto dire “eh, ma poi ci sono tutte queste similitudini col personaggio”, perché a parte la faccia dipinta da clown, semplicemente, non ce ne sono. Il film è molto più simile a Taxi Driver, ripeto.

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