Recensione su Re della terra selvaggia

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selvaggi moderni della resistenza / 19 Febbraio 2013 in Re della terra selvaggia

Mitologia, cultura (che, ricordiamolo, è appresa, condivisa, adattiva, simbolica) e suo relativismo, codeterminazione ambientale, modelli di rappresentazione della realtà, un pizzico di ecologia: queste le chiavi di lettura che ho preferito per un’opera che, unendo elementi immaginifici a storie personali di crescita e cambiamento, si presta ad innumerevoli interpretazioni e merita senz’altro una visione.

3 commenti

  1. lithops / 20 Febbraio 2013

    Mitbestimmung?

    • cellophane / 20 Febbraio 2013

      ehm, il mio rapporto con il tedesco è di profonda distanza e incomprensione. Rilancio con “community resilience” (anche se immagino abbia poco a che vedere con ciò che intendevi)

      • lithops / 20 Febbraio 2013

        Sì, “community resilience” è perfetto.
        La forza di una comunità è in grado di controbilanciare, almeno in parte, l’effetto dei fattori di rischio, e se a questa forza si aggiunge “l’hardiness” della super bambina, si può capire il “fenomeno” Hushpuppy.

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