Recensione su American Life

E’ proprio vero che alcuni registi, al di fuori delle pressioni della pubblicità e delle grandi case riescono a produrre opere di notevole intensità nell’ambito del cinema indipendente, per la maggior parte delle volte snobbate, ma più gustose delle grandi produzioni. E’ il caso di questo “Away we go” (letteralmente ” Ce ne andiamo”, ma che in Italia è stato prontamente rinominato in “American Life”, a conferma di come non riusciamo davvero a dare titoli azzeccati). Sam Mendes, dopo “Revolutionary road” (non proprio la sua opera migliore) ci regala la storia di questi due giovani in attesa del primo figlio che, dopo aver ricevuto la notizia della partenza degli stravaganti suoceri per l’Europa, decidono di iniziare un viaggio per l’America, rimbalzando tra coppie alla deriva, allucinanti cene hippye con cugini vari e serate nei club con gli amici. Quello che è bello è che ognuno rappresenta un modi di vivere puramente americano e questi ragazzi sono alla ricerca di un modello a cui ispirarsi, una famiglia che trasmetta la sensazione di solidità e la speranza di poter dire “sarà così anche per noi”. In modo ironico il regista presenta i dubbi ed i timori di due giovani (anche precari) che si trovano ad aspettare un figlio senza neppure essere sposati, ma deisderosi di dare al bambino in arrivo un’accoglienza più che calorosa. Sono giovani, confusi, forse immaturi ma con i valori giusti in testa (lo scambio delle promesse sa di matrimonio più di un’autentica celebrazione).